Convegno su "La scuola dell'infanzia: il tempo delle scelte, il tempo degli impegni". Lastri: "Una lettera al Ministro per evitare i problemi dell'anticipo"
Quale sarà il futuro della scuola dell'infanzia?. E' la questione che è stata affrontata durante il convegno, che fa parte del "Settembre pedagogico", dal titolo " Scuola dell'infanzia: il tempo delle scelte, il tempo degli impegni", organizzato dall'assessorato alla pubblica istruzione del Comune di Firenze, in collaborazione con il Cidi. Erano presenti l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, il vicepresidente nazionale del Cidi Giancarlo Cerini e il presidente del Cidi Firenze Carlo Fiorentini e Tullia Musatti presidente gruppo nazionale nidi infanzia.Durante il convegno è stato sottolineato come la scuola dell'infanzia sia il primo segmento del sistema scolastico, che ha un ruolo fondamentale nella crescita della bambina e del bambino, per la costruzione dell'identità, per la conquista dell'autonomia e per lo sviluppo delle competenze comunicative espressive, cognitive, affettive e sociali."Nel corso della sua evoluzione pedagogica, grazie al rilevante contributo culturale e pedagogico degli Orientamenti del '91 - ha sottolineato l'assessore Lastri - ha sviluppato una ricca esperienza innovativa contribuendo in modo sostanziale a sviluppare quella cultura dell'infanzia e della scuola che vede l'Italia punto di riferimento per la qualità espressa nell'educazione dei bambini dai 3 ai 6 anni"."La prima realizzazione del diritto alla educazione inizia proprio dalla scuola dell'infanzia ha proseguito l'assessore e quindi è necessaria la sua generalizzazione per garantire in primo luogo le pari opportunità educative, la promozione del successo scolastico e lo sviluppo delle potenzialità globali dei bambini".Prima di entrare nel merito delle questioni affrontate durate il convegno, è stato ricordato che nell'anno scolastico 2005/2006 a fronte di 9.240 bambini nati e residenti a Firenze, si registra una frequenza scolastica del 95%. Sono 6973 i bambini iscritti alla scuola dell'infanzia statale e comunale e sono 1213 gli iscritti alla privata paritaria. Il 12,5% dei bambini delle scuole pubbliche sono stranieri, ben 843, mentre 83 sono iscritti nelle scuole private paritarie. Siamo inoltre in presenza di un incremento di bambini disabili nella scuola dell'infanzia: Circa 100 hanno un insegnante di sostegno e, tra questi 48 hanno patologie gravi, e vengono seguiti dagli assistenti educativi messi a disposizione dal comune.Dopo aver fotografo in breve la situazione della popolazione scolastica dell'infanzia a Firenze, l'assessore Lastri ha posto delle questioni importanti, che potrebbero incidere sulla qualità dei servizi educativi finora forniti alle famiglie.La questione principale è quella dell'anticipo: dal momento in cui la legge 53 ha preso avvio, sono previsti tre anni di sperimentazione per l'iscrizione di bambini fin dall'età di due anni e mezzo, ma dal prossimo anno questa legge entrerà a regime. "Questo è un grave problema, non solo dal punto di vista pedagogico, poiché il bambino si troverebbe in una struttura con altrettanti bambini più grandi di età ha sottolineato Lastri ma è anche un problema di tipo organizzativo. Rischierebbero di essere in una lista di attesa, oltre ai bambini che compiono i 3 anni il 31 dicembre prossimo anche quelli che avranno 3 anni il 30 aprile del prossimo anno. Quindi, se non si ferma la questione della messa a regime della legge 53 si andrà inevitabilmente anche verso il decadimento della qualità della scuola stessa"."Come associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) abbiamo formalmente preso posizione verso il Ministero, inviando una lettera al ministro Moratti, nella quale abbiamo chiesto di non procedere con l'applicazione a regime della legge 53, ma che si continui, eventualmente, a riproporre la sperimentazione come è fino ad oggi, continuando a non inserire quindi bambini anticipatari, ma includendo coloro che hanno il diritto, cioè i bambini che compiranno 3 anni entro il 31 dicembre"."Noi non smetteremo di intervenire sulla scuola dell'infanzia ha concluso l'assessore -. Basti pensare che in questi anni abbiamo garantito nell'offerta formativa l'educazione musicale e le lingue straniere. Non smetteremo quindi di garantire una scuola dell'infanzia di qualità, rivolta a tutte le bambine e i bambini dai 3 ai 6 anni. Tutto quello che è stato fatto quindi non può essere cancellarlo con un colpo di spugna e gli enti locali devono essere messi in grado di garantire il diritto ai bambini di frequentare la scuola dell'infanzia e di sviluppare sempre più un servizio educativo e formativo di qualità". (pc)