Publiacqua, Checcucci e Cellai (AN): «Bocciando le nostre richieste il centrosinistra penalizza i cittadini. L'acqua a Firenze rimane fra le più care d'Italia»
«Con questo voto il centrosinistra sancisce il suo favore all'aumento del 6,6% delle tariffe fino al 2013 che rimangono fra le più altre d'Italia». E' quanto hanno dichiarato i consiglieri di Alleanza Nazionale Gaia Cecchucci e Jacopo Cellai dopo la bocciatura, da parte del consiglio comunale dei quattro ordini del giorno di AN collegati alla delibera sugli indirizzi a Publiacqua spa.«Si è anche legittimata la voce del cosiddetto "canone di concessione" hanno aggiunto quando il quadro normativo, però, non consente il prelievo di un canone di concessione dal gestore il quale, è facilmente prevedibile e comprensibile, lo riversa in tariffa».«Infine hanno sottolineato Cellai e Checcucci il consiglio comunale ha bocciato la nostra richiesta di scioglimento di Publiutenti srl, Publiacqua ingneria srl e Società consortile Mau srl. La prima è una società partecipata unicamente da Publiacqua spa con il solo scopo di occuparsi della lettura e della bollette che in due anni di vita si è "mangiata" il capitale sociale di 100.000 euro per ritardi nella costruzione del sistema informatico e difficoltà nell'acquisizione di clienti».«Meglio di ogni altra la vicenda Publiacqua dimostra le contraddizioni del centrosinistra hanno concluso i due consiglieri di Alleanza Nazionale -mentre sindaco e assessori piangono miseria e protestano contro i tagli della legge finanziaria si tengono ancora in vita società come la Publiutenti, la Publiacqua ingneria srl e la Società consortile Mau srl. Da un lato questa maggioranza fa numerose dichiarazioni di intenti sull'importanza del servizio pubblico, sulla necessità di tutelare i cittadini e poi difende scelte che li penalizzano. Non dimentichiamo, del resto, che ci sono ancora 120 mila fiorentini senza depurazione».«E' molto grave ha concluso Jacopo Cellai che a fronte alle nostre accuse di sperpero di denaro pubblico nessun esponente né della maggioranza né della giunta si sia sentito in dovere di rispondere. Il che fa pensare, nella migliore delle ipotesi, che nona avessero argomenti per controbattere alle nostre accuse». (fn)