Aumentano a Firenze le persone che si rivolgono alle strutture del Polo dell'Accoglienza. Alta la percentuale degli stranieri disoccupati

Crescono a Firenze le persone che si rivolgono alle strutture di accoglienza. La maggior parte sono straniere e disoccupate, ma sono in aumento anche il numero degli italiani. E' quanto hanno spiegato stamani l'assessore all'accoglienza e all'integrazione Lucia De Siervo e il presidente dell'Ipab Fuligno Francesco Colonna, che hanno fotografato la situazione della marginalità a Firenze nell'ultimo anno."I dati che andremo a mostrare – ha spiegato l'assessore De Siervo – evidenziano che in città c'è sempre più bisogno di accoglienza e solidarietà. Ci rendiamo conto che attraverso queste strutture che svolgono un'accoglienza temporanea non si possono risolvere interamente i problemi di marginalità, ma da parte nostra, nonostante i tagli previsti dal Governo, cercheremo di mantenere i servizi di accoglienza finora esistenti sul nostro territori, perché non dobbiamo dimenticare che Firenze è la città della solidarietà e dell'ospitalità"."Tra i vari dati è importante sottolineare che lo scorso anno – ha spiegato il presidente del Fuligno - è stata fornita assistenza complessivamente a 394 persone italiane, mentre quest'anno nei primi otto mesi si sono rivolti alle nostre strutture 326 utenti italiani, il che equivale ad una media di 41 persone italiane al mese e ad un annuale di poco meno di 500 utenti".Hanno usufruito nel 2004 delle strutture di accoglienza del Comune di Firenze 1.127 utenti: 65% stranieri (733) e 35% italiani (394). Nei primi otto mesi del 2005 ne sono stati registrati un totale di 908 di cui il 66% stranieri (582) e il 34% italiani (326). Sulla base della frequenza con cui si presentano nuove persone nelle strutture, si prevede entro la fine di questo anno, che sarà fornita accoglienza all'incirca a 1400 utenti.Fanno parte delle strutture del Polo della Marginalità l'Albergo Popolare, le Foresterie del Fuligno, il San Paolino, Santa Lucia, Santa Maria da Rovezzano, la struttura Arcobaleno, l'Oasi, Santa Caterina, e San Paolino Solidarietà.Nel 2004 i 1.127 utenti sono in prevalenza maschile (80,7%) e stranieri (65%). La maggior parte degli stranieri proviene dall'Africa: il 65,4% del totale degli stranieri - in particolare, il 33% proviene da quella Settentrionale, il 23% da quella Orientale – e il 25% dall'Europa Orientale. Il restante proviene da altri Paesi che sono presenti nella nostra città tra gli stranieri residenti (Asia, in particolare Cina, e America Centro - meridionale).Riguardo l'età si registrano forti differenze tra i due sessi. Le femmine sono mediamente più giovani: quasi il 50% ha meno di 30 anni contro il 23% dei maschi che sono, al contrario, più rappresentati nella fascia di età sopra i 35 anni (61% rispetto al 42% delle femmine).Dei 1.127 utenti ben 458 (il 40,6% del totale), sono residenti, di cui 253 italiani e 205 stranieri. Più della metà dei residenti proviene dal quartiere1-Centro Storico (237 utenti residenti), seguito dai quartieri 5-Rifredi (82 utenti residenti), 2-Campo di Marte (66 utenti residenti), 4-Isolotto (47 utenti) e infine 3-Gavinana-Galluzzo (26 utenti).La maggior parte delle persone sono entrate nelle strutture a causa della disoccupazione: il 74% del totale degli utenti, mentre limitando l'attenzione al gruppo degli stranieri la disoccupazione raggiunge l'85%. Tra coloro che si rivolgono alle strutture per la disoccupazione lo scorso anno la percentuale è del 79% mentre per le donne è del 53%.Più marginali le altre cause di inserimento: l'8% ha usufruito del servizio perché sebbene occupato aveva bisogno di sostegno, poco più del 6% per problemi legati ad una disabilità sia fisica, il 3,5%, sia mentale 2,8%, il 5% perché dipendente da sostanze o da alcol.Da rilevare che gli italiani, rispetto agli stranieri, registrano percentuali più alte di inserimento nelle strutture: per dipendenza da sostanze o da alcol (rispettivamente 12,4% e 1,2%) e per problemi di salute mentale (rispettivamente 6,3% e 0,8%). Tra le femmine il secondo motivo di entrata nelle strutture, dopo la disoccupazione, risulta il problema della solitudine: sono 45 femmine su un totale di 217 rispetto ai soli 2 maschi su un totale di 910 maschi.Tra i motivi di uscita risulta positivo che oltre il 20% degli utenti è uscito dalla struttura dopo aver trovato una soluzione alternativa. Il che significa che un cittadino su cinque è riuscito a completare un percorso che gli ha permesso di recuperare la propria autonomia. Il 53% invece ne è uscito per fine del programma, mentre circa il 23% per inadempienza al regolamento, e il 4% per trasferimento in un'altra struttura.Rispetto alla permanenza in struttura, questa cambia in base alla tipologia della permanenza e alla struttura stessa: si passa da una permanenza minima media di 3,4 giorni del Pronto Intervento Sociale ad una massima di 36 mesi degli utenti inseriti nell'Albergo Mameli (Foresteria del Fuligno). (pc)