Maggio Musicale, Checcucci (AN): «Il deficit della Fondazione non dipende dalla legge finanziaria ma da scelte gestionali sbagliate»

«Altro che bagno di sangue, le perdite di gestione della Fondazione del Teatro del Maggio musicale ammontano negli ultimi due anni ad oltre 15 milioni di euro, come è stato riconosciuto anche da esponenti della maggioranza. E questa situazione così pesante è da addebitarsi a scelte gestionali evidentemente disallineate con le risorse a disposizione e non è la conseguenza della legge finanziaria i cui effetti si vedranno solo a partire dal 2006». Così la consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci replica al consigliere dei DS Dario Nardella secondo il quale «il ridimensionamento del "fondo unico per lo spettacolo" inciderà pesantemente sulle strutture culturali della Toscana come il Maggio Musicale».«Proprio sotto la presidenza del sindaco Domenici – ha aggiunto la consigliera di AN – il Maggio ha accumulato questo deficit impressionante: il governo, quindi, non ha nessuna colpa. Anzi, aveva erogato 15 miliardi di vecchi lire per il nuovo auditorium che il Comune di Firenze ha incassato e non utilizzato. Su questa vicenda, comunque, è prevista un'interrogazione parlamentare dell'onorevole Riccardo Migliori per sapere a quanto ammontano attualmente le tranche corrisposte dal governo per la realizzazione del nuovo auditorium; se è stata avviata da parte della direzione del ministero la procedura di recupero dei finanziamenti a causa del mancato utilizzo di questi ultimi e, in caso contrario, quali sono gli atti di spesa che il Comune ha compiuto e che giustificano l'utilizzo dei fondi concessi».«L'ulteriore dimostrazione che il governo non ha colpa nelle miopi scelte della Fondazione - ha concluso Gaia Checcucci – è la vendita dell''immobile della ex Longinotti, che conserva le scenografie del teatro comunale: si è deciso di procedere a trattativa privata e non è stata seguita la strada dell'evidenza pubblica in tutte le sue diverse modalità per individuare il miglior offerente. Il risultato è che ad oggi non si è incassato un euro, nonostante la scadenza del 30 settembre individuata come temine dell'erogazione della prima tranche da parte degli offerenti». (fn)