"La Città del Restauro". Il Piano Strategico ha presentato il progetto che metterà in rete tutti gli operatori del restauro dell'area metropolitana

Inizierà nei prossimi giorni il censimento degli operatori del restauro, dopodiché, in primavera, sarà operativo il nuovo portale "La Città del Restauro" che rappresenta uno dei primi progetti del Piano Strategico che viene realizzato: una vera e propria mappa dei saperi e delle professionalità del settore, presenti a Firenze ed in tutta l'area metropolitana.Il nuovo sito web, www.firenzerestauro.it, è stato presentato stamani da Riccardo Nencini, assessore al Piano Strategico e da Cristina Acidini, soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure (coordinatrice del progetto) e servirà a promuovere lo sviluppo di un settore d'eccellenza, uno dei principali su cui l'Amministrazione Comunale intende costruire il futuro di Firenze.Il nuovo portale sarà dedicato a coloro che nell'area metropolitana fiorentina operano nella conservazione e nel restauro dei beni culturali: enti pubblici, scuole, laboratori, operatori privati, singoli esperti e sarà presentato a giugno con un convegno ed una mostra che offriranno una prima visione del nuovo sito web."Firenze è un luogo dove le attività del restauro artistico sono un patrimonio ricchissimo. La nostra città e l'Opificio delle Pietre Dure, sono conosciuti in tutto il mondo e rappresentano un centro di eccellenza nell'attività del restauro – ha commentato l'assessore Riccardo Nencini –. Il nostro impegno per il futuro è di realizzare un vasto laboratorio artigiano che utilizzerà tecniche sempre più avanzate, come ad esempio gli infrarossi, per essere, agli occhi del mondo intero, sempre più unici".Il ruolo centrale del nuovo sito web viene assegnato all'Opificio delle Pietre Dure sia perché Istituto Nazionale per la Conservazione (dipende dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e sia per il prestigio mondiale di cui gode con i suoi laboratori scientifici d'avanguardia, gli undici indirizzi di restauro e la scuola di alta formazione."Bisognerà fare un check up completo del settore – ha spiegato la soprintendente Acidini – e questa massa di informazioni con tutto l'universo di ricercatori, operatori e soggetti formativi di cui Firenze è ricchissima, sarà strategica per progettare il futuro di Firenze e, grazie ad Internet, sarà più visibile ed accessibile da tutti. Firenze è diventata sempre più un centro internazionale del restauro perché ha superato la distruzione dell'alluvione e dopo, in città, si sono formati centri e scuole del restauro all'avanguardia"."Firenze ha tutti i requisiti per diventare la silycon valley del settore del restauro – ha proseguito l'assessore Nencini –, in particolare per ciò che riguarda la diagnostica: ha un patrimonio artistico immenso di valore universale, ha le istituzioni, le imprese, il know how ed è già, perciò, un punto di riferimento internazionale di qualità assoluta. Intorno all'Opificio e alle altre istituzioni pubbliche si è creato un fitto tessuto di operatori privati ormai radicati in profondità nell'economia fiorentina. Un esempio eclatante è sicuramente rappresentato da un'impresa, con sede nel centro storico, che ha recentemente concluso il restauro di tutte le sale del Cremlino. La Città del Restauro esiste in quanto esiste questa rete, che dà lavoro a un migliaio di persone per svariate decine di milioni di euro".Al gruppo di lavoro incaricato del censimento (è coordinato dallo specialista Andrea Todorow) il compito di scoprire e catalogare tutto ciò che a Firenze e nella sua area metropolitana riguardi la conoscenza, la conservazione e il restauro dei beni culturali: discipline (pittura, scultura, oreficeria, etc.), professionalità, saperi intellettuali e manuali, dall'operatore che lavora in solitudine ai grandi laboratori delle soprintendenze, dalle piccole scuole professionali private agli istituti scientifici pubblici come Cnr e Università.Tra gli interventi più importanti eseguiti dall'Opificio delle Pietre Dure, la sovrintendente Cristina Acidini ha ricordato il Cristo di Cimabue alluvionato: i dipinti degli Uffizi (Giotto, Rubens) danneggiati dall'attentato dei Georgofili del 1993; la Madonna del Cardellino di Raffaello, andata in pezzi e rimessa insieme nel 1540, che nessuno aveva più osato toccare; la Croce di Rosano risalente agli albori dell'arte fiorentina. Quanto alle ultime opere vittime dell'alluvione del 1966 saranno restituite alla chiesa di Santa Croce tra un anno esatto.Ricordiamo che il Piano Strategico fa capo all'associazione Firenze 2010 di cui il Comune di Firenze è il soggetto capofila. (uc)