Amato (FI): «Chiudere le società partecipate che non servono, come Firenze Mostre»

La costituzione di un'authority per controllare le partecipate del Comune. Ma anche l'avvio di una riflessione, che parta anche dalla chiusura di società di inutili come Firenze Mostre, sulla politica di un sistema che «ricorda sempre di più le vecchie partecipazioni statali». E' la richiesta avanzata dal capogruppo di Forza Italia Paolo Amato.«In questi giorni – ha ricordato – Standard & Poor's ha confermato il rating nei confronti del Comune di Firenze. In questa valutazione pesano però negativamente le perdite delle partecipate, in particolare di Ataf spa. Questo dato ripropone con forza il problema di questa società. Per questo ribadiamo la nostra proposta di un authority come strumento di controllo e di raccordo operativo con il consiglio comunale. Da parte sua, però, il Comune deve avviare riflessione sulla sua politica in questo settore».La critica di Forza Italia si è focalizzata su «tre società che ben rappresentano la crisi del sistema»: Ataf spa, definita la «società per azioni "improbabile"», Firenze Fiera, la «società per azioni "malgestita"» e Firenze Mostre la cosiddetta «società per azioni "inutile"».«Nel primo caso – ha rilevato Amato – siamo di fronte ad una spa il cui bilancio è costantemente "rosso profondo". Ma qual è la ragione d'essere di una società per azioni che non produce utili? Quanto a Firenze Fiera notiamo l'arrivo, come amministratore delegato, di un uomo capace come Alberto Bruschini ma è ancora presidente Alberto Bianchi che non meritava certo la riconferma. Ha condiviso l'operato del precedente amministratore delegato ovvero ha avallato una gestione durante la quale la società ha perso fiere e competitiva e non regge più il confronto con Rimini e Roma, ha visto diminuire clienti e quindi fatturato. Senza poi dimenticare che Bianchi, come presidente, non poteva non sapere di operazioni discutibili come la vendita di alcuni immobili».«Quanto a Firenze Mostre – ha commentato il capogruppo di Forza Italia - proprio ieri il sovrintendente Antonio Paolucci enfatizzava la prossima realizzazione di nove, importanti, mostre che si terranno nella nostra città ad opera del "polo museale", cioè della sovrintendenza. Ma Paolucci siede nel consiglio di amministrazione di Firenze Mostre e dovrebbe anche spiegarci perché quest'ultima le mostre non le fa. Senza dimenticare che fino ad oggi quelle che hanno avuto più successo sono state pensate altrove e acquistate da altri. Ma l'inutilità di questa società è dovuta anche ai costi, molto spesso sono a carico del Comune. Palazzo Vecchio ha pagato consulenze che servivano all'attività della società, ha varato aumenti di capitale per salvarla, concede suoi spazi e vari altri contributi: che senso ha, dunque, lasciare in vita una società le cui attività potrebbero essere gestite direttamente dall'assessorato alla cultura? Peraltro l'inutilità di Firenze Mostre è confermata dal fatto che Camera di Commercio e categorie economiche la vogliono far morire per poi "resuscitarla" come Fondazione per la cultura. Per passare da spa a fondazione è necessaria la certificazione di bilancio ma questo non sarà un passaggio facile nel caso di Firenze Mostre».Su questa società il vicecapogruppo di Forza Italia Gabriele Toccafondi ha presentato un'interrogazione per sapere «chi ha ripianato il deficit 2003 e chi lo ha fatto nel 2004»; «se tutti soci della spa hanno partecipato alla copertura del deficit»; «quando nascerà la Fondazione per la cultura»; «quali soci ne faranno parte»; «chi verserà il capitale sociale iniziale» «come e in che tempi, i soci e la società, hanno intenzione di arrivare all'equilibrio di bilancio di Firenze Mostre»; «se è intenzione dell'amministrazione comunale contribuire con fondi propri al sostentamento della futura Fondazione».«Se Firenze Mostre non serve o dovrà diventare un'altra cosa è meglio chiuderla subito – ha concluso Amato - anche per poter più facilmente dar vita ad una fondazione per la cultura». (fn)