Ataf, Rifondazione: «Estrema preoccupazione per la decisione dei Comuni di non ricapitalizzare. Gravissimo attribuire il deficit al costo del lavoro»

Questo il testo dell'intervento della capogruppo di Rifondazione Comunista Anna Nocentini e dei consiglieri Leonardo Pieri e Pierluigi Ontanetti:«Estrema preoccupazione per la decisione dei Comuni proprietari di Ataf di non procedere alla ricapitalizzazione così come approvato nei Consigli Comunali: vogliamo appurare subito se questo non corrisponda alla volontà dell'Amministrazione di ritirarsi da Ataf, contrariamente a quanto approvato dal Consiglio.Gravissimo introdurre come unica condizione per la ricapitalizzazione la mancanza dell'accordo sindacale sul costo del lavoro, come se fosse il costo del personale a determinare il deficit denunciato di 750.000 euro al mese. Se un'operazione deve essere fatta deve partire dagli stipendi dei vertici aziendali e da quanto impegnato in aziende partecipate di Ataf, cominciando a concretizzare gli indirizzi del Consiglio comunale su stipendi etici.Avevamo espresso preoccupazione per una ricapitalizzazione che passava dalla cessione di immobili, che avrebbe consentito l'accensione di mutui la cui destinazione però non può essere a copertura della spesa corrente e quindi insufficiente alle necessità di Ataf. E' proprio perché si conoscono queste necessità che la scelta strategica deve essere quella dell'integrazione, nell'ambito della mobilità cittadina, della gestione della sosta e della mobilità pubblica: non si può consentire che Firenze Parcheggi, al 49% di proprietà del Comune, chiuda il bilancio in attivo privatizzando il suolo pubblico e gravando sulle tasche dei cittadini e contemporaneamente non si costruiscano le condizioni per una integrazione operativa e finanziaria efficace fra Firenzeparcheggi ed Ataf, rafforzando la scelta del trasporto pubblico.Nel quadro della mobilità cittadina, è utile ricordare che il Comune di Firenze è riuscito a trovare il modo per corrispondere alle richieste di FirenzeMobilità per lo scempio della Fortezza con la accensione di un mutuo di oltre 1.800.000 euro come contributo non esaustivo di una richiesta di oltre 3 milioni di euro».(fn)