Bosi (FI): «Franco Corleone, un professionista del digiuno»

Questo il testo dell'intervento di Enrico Bosi, consigliere di Forza Italia:«La recente iniziativa di Franco Corleone di digiunare "a staffetta" per protestare contro le condizioni del sistema carcerario italiano, iniziativa cui hanno aderito sei consiglieri regionali DS, non ci lascia sorpresi, trattandosi di "un classico" della vicenda politica dell'attuale Garante dei diritti dei detenuti nel Comune di Firenze, incaricato dal Sindaco per la modica somma di 20mila euro annui.Si ricordano per la cronaca alcuni "storici" digiuni: quello per le detenute-madri, quello per i provvedimenti generalizzati di grazia (amnistia e indulto) e quello per la "grazia personale" dell'amico Sofri (cui certo non è stato riservato un trattamento carcerario duro ed insopportabile come quello in cui vive la quasi totalità dei detenuti in Italia). Mi chiedo se i due avranno avuto modo di incontrarsi allo stadio comunale per assistere alle partite della Fiorentina.Lungi da me l'idea di criticare la bontà ed il fondamento delle finalità delle "iniziative digiunatorie" dell'attuale Garante dei diritti dei detenuti, ampiamente pubblicizzate, e caratterizzate tutte, come del resto tutti gli interventi editoriali, dallo scopo di criticare sempre e comunque il Governo, attribuendogli colpe che forse, più appropriatamente, sono il risultato di un complesso di cause tra cui, ad onor del vero, vanno certamente annoverate le disfunzioni amministrative dei precedenti governi in materia di ordinamento della giustizia. Vorrei al proposito ricordare la sua carica di Sottosegretario alla Giustizia nei governi di centrosinistra.Non è la prima volta che Corleone si interessa di cibo, cucina ed iniziative politiche collegate: nel novembre del 2001, dalle pagine del Manifesto, l'antiproibizionista Corleone lanciò una dura invettiva contro la rivista gastronomica "Il Gambero Rosso", nata peraltro come costola dello stesso Manifesto, per avere organizzato una cena vip (invitati tra gli altri D'Alema e Cossiga) per effettuare un'asta multimilionaria di vini il cui ricavato doveva essere devoluto alla Comunità di San Patrignano e ad Emergency. Alla fine dell'articolo l'autore suggeriva di cambiare nome alla rivista cambiandolo in Gambero Nero solo perché aveva osato flirtare con la destra (quale?) proibizionista.Detto questo resta da capire se l'ennesimo incarico di consulenza e il super attivismo del Garante siano espressione degli slogan così cari a questa Amministrazione comunale tanto da diventare parte del programma amministrativo: nuovi stili di vita, sobrismo, consumo critico».(fn)