Convegno internazionale sulla povertà, chiusa la prima giornata dei lavori. Domani interverrà anche padre Alex Zanotelli
«Dichiarare illegale la povertà significa dichiarare illegale il mondo com'è adesso. Non accettare passivamente la situazione attuale e far prevalere la forza del diritto sul diritto della forza. A cominciare da un rinnovamento della politica ed alla accesso ad alcuni diritto fondamentali: acqua, casa e salute». Questo il messaggio lanciato questa mattina dal Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio che ospita, fino a domani pomeriggio, "Dai poveri illegali all'illegalità della povertà". Ad aprire i lavori il saluto dell'assessore all'accoglienza e all'integrazione del comune Lucia De Siervo che, anche a nome del sindaco Domenici, ha sottolineato la volontà dell'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) di chiedere alle Nazioni Unite di riconoscere agli enti locali maggior potere e risorse per combattere la povertà.«Oggi ha aggiunto l'assessore De Siervo le città sono diventate anche lo spazio dove si scaricano le tensioni legate alla povertà, alla disoccupazione, alle discriminazioni, alle differenze culturali. Oggi anche a Firenze, che a ragione, è considerata una delle città nelle quali si vive meglio in Italia esistono dei problemi. Anche a Firenze le situazioni in difficoltà sono in aumento: quelle dei ceti medi che hanno un reddito insufficiente. A rivolgersi ai servizi sociali non sono più esclusivamente i senza tetto, gli immigrati che cercano, ma anche le famiglie monoreddito, che non hanno un patrimonio e non hanno altre entrate, i precari che vedono spesso interrotte le loro carriere. Tutti questi problemi poi sono aggravati quando manca una casa di proprietà o una famiglia che può offrire il sostegno».«L'aspetto più preoccupante è che questa tendenza non sembra destinata a fermarsi ha concluso e in questo contesto è ovvio che le città da sole non possono promuovere azioni efficaci. Quello che serve, ha indicato il Censis, è una maggiore equità fiscale, strumenti di sostegno alle giovani famiglie, un abbassamento del costo del lavoro sui giovani lavoratori. Ovviamente, i Comuni, che rimangono il primo punto di contatto con i cittadini, devono continuare a fare la loro parte. Firenze, per quello che potrà, continuerà a sostenere le misure che affrontano l'emergenza e darà il via ad un progetto di edilizia sociale, per affrontare al meglio il problema della casa che oggi, insieme al lavoro, è il problema centrale».Durante la mattinata, coordinata dal presidente del consiglio Eros Cruccolini, sono intervenuti a seguire Alessandro Martini, assessore alle politiche sociali della provincia e Giulietto Chiesa parlamentare europeo e membro della fondazione Mikail Gorbaciov.«Occorre individuare le ragioni politiche della povertà ha rilevato Chiesa rimboccarsi le maniche e costruire insieme un nuovo modo di consumare e vivere. Altrimenti arriveremo ad un punto in cui sarà la forza a decidere di come disporre delle risorse".«Ciò di cui siamo fermamente convinti è il rifiuto della povertà come conseguenza inevitabile di questo sistema ha spiegato Riccardo Petrella, presidente dell'Università del Bene Comune questa situazione può essere cambiata attraverso l'idea che è possibile costruire un futuro dove il diritto alla vita sia per tutti. Scardiniamo l'idea che la povertà ci sarà sempre e cominciamo ad avere il coraggio di dichiarare illegale la povertà e il sistema economico attuale che richiede un cambiamento degli attuali strumenti finanziari».Si sono susseguiti poi gli appelli di Pina Tripodi, portavoce di Rita Levi Montalcini che per problemi familiari non ha potuto essere presente al convegno, al diritto di ogni essere umano a vivere e non sopravvivere e alla necessità di sradicare la povertà poiché nega l'accesso ai diritti fondamentali dell'uomo e di Don Vinicio Albanesi, della comunità di Capodarco che ha sottolineato la «necessità di eliminare la forbice delle differenze che rende fortemente ineguale la nostra società». Don Albanesi ha inoltre proposto di «combattere insieme la povertà poiché solo unendoci riuseremo a cambiare un mondo dove le risorse sono comuni ma allo stesso tempo frammentate e distribuite in modo ineguale».A chiusura della mattinata gli interventi di Mario Primicerio, presidente della Fondazione Giorgio la Pira, di Edward Akongo Oyugi del "Social Development Network" e di Bernard Birsinger, sindaco del comune francese di Bobigny, che ha individuato come bene comune e indispensabile il diritto alla casa e ha descritto l'insicurezza di chi non possiede un alloggio.Con una apposita ordinanza il sindaco della cittadina francese, che si trova nella cintura metropolitana di Parigi, l'ha «dichiarata zona di protezione degli inquilini in difficoltà economiche». Con tale ordinanza «ogni procedimento di sfratto degli inquilini o famiglie deve essere preceduto da una comunicazione alle autorità dello stato e alle autorità sociali della città, e da una riunione con tali autorità con l'obiettivo di iniziare un sincero impegno volto ad evitare lo sfratto o a trovare un alloggio alternativo per gli sfrattati» e «gli sfratti, basati su considerazioni economiche o a causa di effetti di insicurezza sociale non preceduti da impegni congiunti da parte delle autorità dello stato e della città sono proibiti».Il convegno proseguirà domani mattina e si concluderà nel pomeriggio con la presentazione, discussione ed approvazione della "Dichiarazione di Firenze sulla illegalità della povertà". Fra i relatori è previsto anche padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano tra i fondatori del movimento "Beati costruttori di pace" con il quale ha condotto molte battaglie in nome dei diritti dei popoli e attualmente impegnato, a Napoli, nella difesa dell'acqua come bene pubblico. (fn)