Convegno internazionale sulla povertà, i messaggi di Gorbaciov, Soares e Danielle Mitterrand

«Il pericolo maggiore per il mondo, la sua stabilità e la pace, non è tanto il terrorismo mondiale e le cosiddette nuove guerre di civiltà, quanto la permanenza al di là del 2020-25, dello stato di povertà assoluta di una parte spaventosamente grande della popolazione mondiale». E' quanto sostiene Mikhail Gorbaciov, in un messaggio inviato agli organizzatori del convegno internazionale «Dai poveri illegali alla illegalità della povertà» che si è aperto questa mattina nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.Secondo Gorbaciov «occorre costruire una nuova architettura politica mondiale capace di promuovere un "governo" della collettività umana fondato sul diritto di vivere per tutti».«L'esigenza di questa architettura – ha aggiunto – non è sentita con la stessa intensità e grado di urgenza in seno alle classi dirigenti mondiali, il che costituisce un ostacolo maggiore per il raggiungimento dell'obiettivo di un mondo senza poveri».Nel messaggio inviato da Mario Soares, presidente del comitato internazionale "Contratto Mondiale acqua" e presidente del Portogallo dal 1986 al 1996, si sottolinea che «l'Europa comune deve essere capace di generare una nuova forza di nuovi "sogni comuni". Bisogna lavorare - ha proseguito - perché l'Europa dei 25 e più, vada al di là delle scelte che sono state fatte finora, fondate sulla costruzione di un mercato competitivo alla conquista del quale l'Europa si è rifugiata nel corso degli ultimi 25 anni per darsi, al contrario, come priorità l'imperativo di promuovere delle soluzioni efficaci che siano finalizzate alla costruzione di un mondo senza poveri».«Il ritorno della grande povertà nei nostri stessi paesi non è un incidente di percorso – ha rilevato Soares – è il risultato, in molti dei nostri paesi, di scelte politiche, economiche e sociali che hanno messo al secondo piano le società fondate sulla cultura del rispetto e della promozione dei diritti umani e sociali per esaltare la società fondata sulla cultura della selezione dei migliori attraverso la concorrenza competitiva nell'accesso ai beni ed ai servizi essenziali per la vita. I migliori ed i più forti non hanno bisogno della società per assicurarsi la loro sopravvivenza. Ma essi non faranno parte della società. Essi saranno fautori di dominio e di esclusione e conseguentemente essi contribuiranno a generare nuove povertà. Fare "società" significa costruire un futuro comune per tutti fondato sul diritto alla vita per tutti gli abitanti della città, cioè i "cittadini"».Per Danielle Mitterrand, presidente della "Fondazione Danielle Mitterrand - France Libertés" «la povertà non é una fatalità ma il risultato di una politica mondiale che abbandona una parte dell'umanità, tutti coloro che non rientrano nei criteri di una economia speculativa e discriminante generatrice di profitto per le grandi imprese private e le multinazionali».«Dichiarare illegale la povertà – scrive nel suo messaggio - comporta non solo denunciare le cause e gli artefici di questa povertà, ma é anche, settore per settore, dall'acqua alla sanità, al diritto alla casa, all'istruzione, al lavoro, proporre delle soluzioni concrete e sostenere delle iniziative che osino l'utopia di una società mondiale senza povertà. Uno dei problemi ai quali siamo più sensibili – ha ricordato - é quello del mancato accesso all'acqua potabile, che causa la morte di 34000 persone al giorno, in maggioranza, evidentemente, fra le popolazioni più misere». (fn)MESSAGGIO DEL PRESIDENTEMIKHAIL GORBACIOVLa principale questione politica mondiale oggi: sradicare la povertà.Cari amici,augurandovi un proficuo lavoro scorgo nella vostra iniziativa una larga convergenza con i risultati che il Forum della Politica Mondiale conseguì l'anno scorso nella sua conferenza di Stresa.Da quell'incontro emerse un documento assai impegnativo nel quale venne sottolineata la constatazione che il mondo continua ad essere fondato sull'ingiustizia e sull'esclusione, come testimonia il fatto dell'esistenza ancora oggi di quasi tre miliardi di persone povere in termini assoluti, cioè private del diritto di vivere in dignità e sicurezza.Ciò che rende inaccettabile ed intollerabile la povertà sono le sue condizioni di esclusione umana, sociale, culturale. E' raro che i poveri siano rispettati in quanto esseri umani a pieno titolo. Tutt'al più sono considerati esseri umani cui concedere pietà. Molto spesso li si considera come dei perdenti, dei deboli.Dicemmo in quel rapporto anche che il pericolo maggiore per il mondo, la sua stabilità e la pace, non è tanto il terrorismo mondiale e le cosiddette nuove guerre di civiltà, quanto la permanenza al di là del 2020-25, dello stato di povertà assoluta di una parte spaventosamente grande della popolazione mondiale. Non possiamo accettare questo stato di cose.Secondo aspetto: occorre costruire una nuova architettura politica mondiale capace di promuovere un "governo" della collettività umana fondato sul diritto di vivere per tutti.L'esigenza di questa architettura non è sentita con la stessa intensità e grado di urgenza in seno alle classi dirigenti mondiali, il che costituisce un ostacolo maggiore per il raggiungimento dell'obiettivo di un mondo senza poveri.Eppure, "la casa comune mondiale" non è un'utopia.E' una necessità e deve fondarsi sulla promozione di beni e servizi comuni, nel rispetto della giustizia e della pace.Messaggio diMARIO SOARESPresidente Comitato Internazionale Contratto Mondiale AcquaPer cambiamento delle prospettive e della scelteLa comunità internazionale – in particolare le classi dirigenti dei paesi cosiddetti "sviluppati" del mondo - dimostrano un ritardo considerevole nel farsi carico della moltitudine dei miliardi di essere umani che ancora vive in uno stato di povertà assoluta ( 2,8 miliardi di essere umani che vivono con meno di 2 dollari di reddito al giorno, di cui la metà in stato di estrema povertà).Come è possibile che la società mondializzata, la società dell'informazione, la società della conoscenza - cosi come si definiscono le nostre società – che diventano sempre più ricche(il prodotto mondiale annuo oltrepassa infatti i 35 miliardi di dollari Usa) possano dichiarare che non esistono le condizioni per sradicare la povertà e che si rischia di non arrivare nel 2015 a diminuire neanche della metà il numero dei poveri, come essi stessi si apprestano ad affermare la prossima settimana a New York, cioè di coloro che sono estremamente poveri e che, per conseguenza , sarà inevitabile che nel 2015 ci saranno al mondo più di 3 miliardi di poveri?Come politico di un paese europeo e sostenitore convinto della libertà e della giustizia, io trovo inadeguata, una prospettiva inaccettabile, la tesi esposta in questi ultimi giorni da alcuni responsabili dell'America del Nord, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sugli obiettivi del Millennio, che propongono di abbandonare la lotta contro la povertà e di dare priorità alla libertà del mercato perché solo una libertà di questo tipo potrà liberare gli altri essere umani dalla povertà.E' grazie la fatto che il Portogallo ha deciso di integrarsi pienamente agli altri paesi della Comunità Europea nel quadro di una condivisione di valori , di esperienze, di progetti e di risorse, che una parte della popolazione del mio paese è uscito della povertà ed ha saputo e potuto apportare il suo contributo alla crescita della ricchezza comune europea.E' grazie alla cooperazione ed alla promozione dei beni comuni e dei servizi comuni essenziali al conseguimento di questi obiettivi dell'Unione che le ineguaglianze fra nostri paesi si sono ridotti e forse eliminati.I meccanismi basati sulla fiducia e sulla solidarietà fra partner sono indispensabili per costruire la societàLa presenza di più di 100 milioni di poveri ( cioè con un reddito inferiore alla media reale disponibile) nei paesi ricchi dell'OCDE rappresentano una realtà inaccettabile.Il ritorno della grande povertà nei nostri stessi paesi non è un incidente di percorso.Esso è il risultato, in molti dei nostri paesi, di scelte politiche, economiche e sociali che hanno messo al secondo piano le società fondate sulla cultura del rispetto e della promozione dei diritti umani e sociali per esaltare la società fondata sulla cultura della selezione dei migliori attraverso la concorrenza competitiva nell'accesso ai beni ed ai servizi essenziali per la vita.I migliori ed i più forti non hanno bisogno della società per assicurarsi la loro sopravvivenza.Ma essi non faranno parte della società. Essi saranno fautori di dominio e di esclusione e conseguentemente essi contribuiranno a generare nuove povertà.Fare "società" significa costruire un futuro comune per tutti fondato sul diritto alla vita per tutti gli abitanti della città, cioè i "cittadini". Non si può essere un vero cittadini quando si vive nella povertà.Nel mio paese, ma noi non siamo diversi dagli altri paesi a questo riguardo, i sentimenti e la pratiche più efficaci a livello del fare e del vivere modelli di società, di comunità, si affermano e sono radicate a livello dei quartieri, dei comuni e delle città.Io mi rallegro del fatto che la Conferenza di Firenze metta l'accento sul ruolo fondamentale delle città nel cammino di lotta contro lo sradicamento della povertà.Io mi impegnerò per fare in modo che alcune città portoghesi manifestino la loro piena adesione alla campagna per l'illegalità della povertà e partecipino alle iniziative pratiche che saranno intraprese nel corso dei prossimi mesi.L'illegalità della povertà costituisce una nuova avventura di grande valore simbolico e reale. Eredi dello spirito di Belèm noi sappiamo quello che comporta un piano di cambiamenti e di energie creatrici di speranza.Occorre dirlo con forza. L'Europa comune deve essere capace di generare una nuova forza di nuovi "sogni comuni". Bisogna lavorare perché l'Europa dei 25 e più, vada al di là delle scelte che sono state fatte finora fondate sulla costruzione di un mercato competitivo alla conquista del quale l'Europa si è rifugiata nel corso degli ultimi 25 anni per darsi, al contrario, come priorità l'imperativo di promuovere delle soluzioni efficaci che siano finalizzate alla costruzione di un mondo senza poveri.Buon lavoro con i miei migliori e calorosi auguri .Un cordiale salutoMario SoaresIntervento diDANIELLE MITTERRAND,Presidente della Fondazione Danielle Mitterrand - France LibertésCari amici,non posso essere fra voi oggi, ma tengo a farvi avere questo messaggio.La povertà non é una fatalità ma il risultato di una politica mondiale che abbandona una parte dell'umanità, tutti coloro che non rientrano nei criteri di una economia speculativa e discriminante generatrice di profitto per le grandi imprese private e le multinazionali.Se siete riuniti oggi é perché rifiutate, e lo faccio con voi, la fatalità di cifre che ci indicano che più della metà della popolazione del mondo é povera e sottomessa ad un destino già tracciato che afferma che lo saranno per sempre. No, la povertà non é una fatalità. Ed ancora meno la miseria. Ricordiamoci che si può vivere poveri in dignità, ma che lo stato di miseria aggrava e degrada le condizioni umane e toglie all'uomo la dignità. Combattiamo la povertà, ma ancor più la miseria.In quanto Organizzazione non governativa la nostra Fondazione é presente in diversi paesi del mondo. Ascoltiamo testimonianze atterranti di popolazioni, di comunità escluse da qualsiasi sistema, che ci fanno parte dei pregiudizi subiti a causa della loro miseria e della loro marginalizzazione.Percorriamo il mondo, constatiamo, accumuliamo argomenti per sensibilizzare l'opinione pubblica per poter fare pressione sui governi, affinché essi reagiscano ed assumano le responsabilità che sono le loro, nell'interesse generale dei popoli.Uno dei problemi ai quali siamo più sensibili é quello del mancato accesso all'acqua potabile, che causa la morte di 34000 persone al giorno, in maggioranza, evidentemente, fra le popolazioni più misere. Siamo di fronte ad un crimine intollerabile. E' un crimine lasciar le popolazioni più povere senza la disponibilità di questo elemento vitale che é l'acqua. Siamo tanto più inquieti che la nozione di urgenza dovrebbe imporsi, quando invece pochissimo é fatto per parare a questo crimine.Le azioni mirate e puntuali certo non mancano, ma siamo in misura di « rispondere » a questo disastro? E pertanto dobbiamo. Dobbiamo fare di più e ancora e sempre di più.L'importanza che la nostra Fondazione accorda ai problemi dell'acqua é grande. Si parla di solito di diritto d'accesso all'acqua. E' vero che le ineguaglianze di fronte all'accesso all'acqua alle quali é confrontata l'umanità ci conducono a rivendicare l'accesso all'acqua per tutti.Si vi si riflette. Si può infatti constatare che quasi tutte le dichiarazioni, dalla dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti sino alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo sottolineano che l'uomo ha dei diritti inalienabili, fra cui i principali sono « il diritto alla vita e il diritto alla libertà ».Il diritto alla vita non significa il diritto di poter disporre liberamente degli elementi indispensabili alla vita, come l'acqua per esempio?Amo allora ugualmente parlare del diritto dell'acqua : ad essere libera, potabile, gratuita.Libera poiché l'acqua, essendo l'elemento costitutivo degli esseri viventi, non può appartenere ad alcuna comunità, ad alcuna impresa. Essa appartiene al genere umano, essa non può essere sorgente di conflitti, d'appropriazione di alcuna sorta. Essa é, e mi associo evidentemente a tutte le organizzazioni che lavorano in questo senso, un bene comune dell'umanità. Noi contribuiamo, nella misura del nostro possibile, affinché ciò sia riconosciuto ed ufficializzato.L'acqua ha il diritto di essere potabile, evidentemente. I grandi di questo mondo ci ricorderanno che rendere l'accesso all'acqua potabile per le popolazioni che oggi non hanno accesso richiede di disporre di investimenti colossali.Sapete che il prelievo dell'1% dei budget militari dei diversi paesi del mondo permetterebbe di sanare la situazione mondiale e garantire l'accesso all'acqua in 15 anni ? Si tratta di far cessare un crimine contro una parte dell'umanità. Questo deve essere gridato con forza ai grandi di questo mondo. La proposta di prelievo di 1% dei budget militari é costantemente avanzata dalla nostra Fondazione. Vi domando di prenderla in considerazione.E' una proposta che può sembrarvi utopica, ma ditemi allora, quali avanzamenti della storia dell'umanità, dalla rivoluzione francese all'abolizione dello schiavitù, (dai Mandela ai Marter Luter King), non sono apparse alla loro epoca come delle grandi utopie irrealizzabili ? Vi sono delle utopie che si radicano nell'urgenza e nella necessità assoluta. Per questo le difendo.Gratuita: l'acqua non può essere oggetto di profitto né di speculazione. Non può essere una merce. Bisogna dire no ad un'acqua sempre più cara che le popolazioni più povere, ed ancor più quelle nella miseria totale, non possono pagarsi, e che i paesi ricchi si pagano in bottiglia, restituendo profitti alle imprese che hanno fatto dell'acqua una merce redditizia.Noi proponiamo che ogni cittadino del mondo possa disporre di 40 litri di acqua potabile al giorno, sin dalla nascita. Non é un'altra utopia. E' una proposta coerente, etica, realista, di condivisione. Diverse collettività locali francesi ci hanno seguito in questo cammino ed hanno realizzato delle simulazioni che permettono di affermare la possibilità di instaurare questo regime di attribuzione iniziale gratuita dell'acqua.Vedete, dichiarare illegale la povertà e, lo ripeto, soprattutto la miseria, comporta non solo denunciare le cause e gli artefici di questa povertà, ma é anche, settore per settore, dall'acqua alla sanità, al diritto alla casa, all'istruzione, al lavoro, proporre delle soluzioni concrete e sostenere delle iniziative che osino l'utopia di una società mondiale senza povertà.So che siete riuniti con questo scopo. Per questo vi incoraggio e via auguro un lavoro intenso e produttivo, per il bene dell'umanità.Danielle Mitterrand