Maggio Musicale, Forza Italia: «Il centrodestra non si farà dividere dal sindaco. Meglio un commissario che continuare a perdere tempo con i giochini politici di Domenici»
«Niente accordo se il sindaco non cambia l'ordine del giorno del prossimo consiglio di amministrazione». Lo ha annunciato il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato commentando la riunione di ieri pomeriggio del cda della Fondazione del Teatro del maggio Musicale.«Domenici ha rinviato la seduta di una settimana ha ricordato Amato e nell'ordine del giorno c'è anche la richiesta di dimissione dell'attuale vicepresidente della Fondazione, Stefano Bertini, al quale voglio invece rinnovare la mia stima personale e quella del nostro partito. Non può essere questo il risultato della disponibilità mostrata dal centrodestra a collaborare per far uscire il Maggio Musicale dalla sua crisi».«Se il sindaco ha come obiettivo quello di spaccare il centrodestra ha commentato il capogruppo di Forza Italia questo obiettivo è già fallito in partenza perché, se resta la richiesta di dimissione di Bertini, nessuno dei tre rappresentanti del centrodestra, ovvero lo stesso Bertini, Fabio Uccelli e Girolamo Strozzi, parteciperà alla riunione del consiglio di amministrazione. Semmai il sindaco dovrebbe inserire nell'ordine del giorno del prossimo cda la modifica dello statuto della Fondazione che preveda la figura del segretario generale. Ma non lo farà. Si fa quindi sempre più concreta l'ipotesi del commissariamento di questa prestigiosa istituzione culturale della nostra città. Una sconfitta per la politica fiorentina ma, soprattutto, per il sindaco. A questo punto meglio un commissario che continuare a perdere tempo».«Il Maggio Musicale sta attraversando una crisi gravissima ha sottolineato il vicecapogruppo di Forza Italia Gabriele Toccafondi nel 2004 la perdita è arrivata a 6 milioni di euro mentre la previsione parlava di 3 milioni di euro. La previsione del 2005 parla di una perdita di oltre 9 milioni di euro. Dal 2002 al 2005 il buco ammonta a 21 milioni di euro. Gli incassi da botteghino coprono circa l'8% delle entrate e le entrate previste dalla vendita della ex Longinotti sono pari a 13 milioni di euro sufficienti nell'immediato ma non dal 2006. C'è un piano industriale da diversi mesi che nessuno firma ed infine c'è o meglio c'era un sovrintendente, ormai ex, che andandosene sostiene di aver svolto un buon lavoro».«A ciò ha concluso Toccafondi si aggiunge l'atteggiamento di chi presiede la Fondazione che, in assenza di sovrintendente, dovrebbe fronteggiare questa situazione drammatica. Notiamo invece che Domenici è più impegnato a richiede le dimissioni di altri membri del consiglio di amministrazione che al risanamento e al rilancio del Teatro Comunale». (fn)