"Un piano per rilanciare la Costituzione Europea. Un referendum popolare". L'assessore Nencini: "diamo seguito all'appello di novembre e costruiamo dalle comunità locali le basi per l'Europa"

"Parte da Firenze un appello per promuovere un referendum consultivo europeo sulla Costituzione dell'Unione Europea ma in questa sala, lo scorso 17 novembre, importanti esponenti europei, i presidenti Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Valéry Giscard d'Estaing, Helmut Schmidt, Joschka Fischer, Jorge Sampaio, Costas Simitis lanciarono da Firenze un appello per avere un'Europa più forte nelle sue istituzioni, in grado di parlare un'unica voce ed in autonomia per meglio affrontare i problemi di politica estera, di sicurezza internazionale e quelli legati alla globalizzazione".È il saluto rivolto ai partecipanti al convegno dall'assessore ai finanziamenti e programmi dell'Unione Europea, Riccardo Nencini che ha proseguito dicendo: "L'iniziativa di oggi ci auspichiamo che avvenga in continuità con quella di novembre, lanciare un messaggio forte affinché la pausa di riflessione non divenga un vuoto che cade sulla possibilità di dare governo ed unitarietà di intenti a questa costruzione che è ormai l'Europa a 27 stati. Siamo convinti assertori di questa scelta. Ci sentiamo parte di un movimento generale che chiede l'assunzione di un ruolo forte, politico di direzione da parte dell'Unione del Parlamento Europeo. Vediamo crescere una domanda ed un'attenzione, soprattutto da parte delle nuove generazioni, verso l'istituzione europea. C'è la voglia di conoscere questo sterminato continente che è l'Europa, di entrare, grazie alla rassegna di cinema europeo che ogni anno stiamo organizzando, nei costumi e negli usi di altre realtà europee"."Per questo oggi – ha concluso l'assessore Nencini – ribadiamo l'assunzione di un ruolo politico che recuperi quello che può determinarsi come vuoto. Voglio condividere la scadenza formulata ieri dal presidente Napolitano e cioè che le elezioni europee del 2009 siano accompagnate dalla definitiva approvazione del Trattato Costituzionale. Dare forma a questa volontà è la sfida che ci deve vedere tutti impegnati e questo deve avvenire dagli ambiti localiLa proposta del referendum consultivo popolare ed altre iniziative saranno presentate il prossimo 25 marzo a Berlino dove i capi di governo si incontreranno per il 50° anniversario della firma di Roma del Trattato Europeo.Questo perché l'iter per la Carta Costituzionale Europea è fermo dal 2005, dopo la bocciatura dei referendum della Francia e dell'Olanda."È necessario trovare strade diverse – ha precisato il direttore del quotidiano La Nazione, Francesco Carrassi che ha moderato l'incontro – per dare impulso a questa Europa che è partita ed ha stabilito un'area di pace, la libera circolazione dei cittadini e delle merci"."L'obbiettivo che ci proponiamo è la raccolta di 1 milione di firme – ha spiegato il presidente del Movimento Federalista Europeo Guido Montani – e tramite l'appello che lanciamo da Firenze, bisognerà arrivare alla convocazione di una nuova Convenzione o bisognerà realizzare una nuova procedura democratica che coinvolga il Parlamento Europeo, con l'impegno a mantenere inalterate le parti I e II del trattato, dedicate alle istituzioni e alla Carta dei diritti. Potrà essere estrapolata la terza parte".La proposta del referendum è stata ben accolta dai primi europarlamentari presenti al convegno che si è svolto nel Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio, promosso dal Comune di Firenze, dall'Antenna Europe Direct Firenze, dal Parlamento Europeo (Ufficio d'Informazione per l'Italia, Commissione europea), dalla rappresentanza in Italia dell'Istituto Universitario Europeo-Robert Schuman Centre for advanced studies, dal Movimento Federalista Europeo.In particolare, il nuovo testo emendato della Carta Costituzionale, secondo gli europarlamentari che hanno firmato l'appello, potrà essere sottoposto ad una consultazione popolare europea, nel 2009, anno in cui è prevista anche l'elezione del nuovo Parlamento Europeo.Se questa strada non fosse percorribile allora potrebbe essere realizzato un coordinamento dei Paesi e dei governi promotori del referendum che determini un quesito che sia condiviso da tutti. (uc)