Cellai (AN): «Che c'entra l'antifascismo con il ricordo degli italiani uccisi nelle foibe»
Questo il tesrto dell'intervento del vicecapogruppo di Alleanza Nazionale Jacopo Cellai:«Che c'entra l'antifascismo con il ricordo degli italiani uccisi nelle foibe? Non c'è assolutamente niente di nostalgico, provocatorio né revisionista nel tenere una manifestazione che tra l'altro si è già svolta con le stesse modalità lo scorso anno. L'Anpi Oltrarno rivendica orgogliosamente una conventio ad excludendum che si è conclusa per la destra da decenni nella realtà, ma che è viva e vegeta nella mente, forse non più molto lucida di chi, tra i partigiani, ha rilasciato le sconcertanti dichiarazioni che abbiamo letto. Dichiarazioni che fomentano assurde e pericolose cacce alle streghe, demonizzazioni ed emarginazioni di ragazzi e ragazze. E meno male che sono democratici ed antifascisti.Ovviamente le parole dell'Anpi hanno affascinato la mente, se di mente si può parlare, dei giovani della Sinistra Antagonista, pronti ad un presidio di protesta, sempre in cerca di un fantomatico omo-nero da combattere per difendere la democrazia dagli "eredi di coloro che tanti lutti e tanta rovina hanno causato alla nostra patria", come ha detto L'Anpi. A sinistra si continua a cercare ed evocare fantasmi per evitare di affrontare una evidente crisi culturale e politica. Ecco allora che diventa necessario riproporre la categoria politologica del "nemico" per riunire la base militante attorno all'unico valore comune che è rimasto a sinistra, l'antifascismo. Non possiamo che provare una gran tristezza per questi individui, appoggiati anche da chi si è candidato a Sindaco di Firenze e che oggi minaccia che " braccia tese e saluti romani non saranno tollerati". Ma che film ha visto la De Zordo? Di cosa sta parlando ? Del resto è normale aspettarsi lezioni di democrazia e stile da chi occupò l'anagrafe con l'intento di sostituire il Crocifisso con i simboli del lesbismo e della falce e martello.Alleanza Nazionale e Azione Giovani sanno bene cos'è l'intolleranza. Ma come non ne hanno avuto paura ieri non ne hanno tanto meno oggi e non reagiranno certo a provocazioni di questa bassezza ed ignoranza. Ma faremo la fiaccolata, come annunciato.Definire provocazioni manifestazioni come la nostra e tentare di mettere in guardia la gente da immaginari pericoli è tipico di chi non ha una cultura della democrazia e della libertà e in qualche modo, per sentirsi giovane o per un po' d'adrenalina preferirebbe tornare al clima intiollerante di anni fa.Ecco semmai da cos'è che deve stare in guardia Firenze».(fn)