Bilanci comunali, Barbaro (DS): «No alle generalizzazioni. Amministratori e sindacati protagonisti di un patto responsabile»

«La polemica di questi giorni tra ANCI Toscana e organizzazioni sindacali è viziata dalle generalizzazioni e, purtroppo, punteggiata da affermazioni gratuite e demagogiche». E' quanto ha dichiarato il consigliere dei DS Antongiulio Barbaro secondo il quale «è necessario un approccio del tutto diverso, come peraltro proposto fin dal 18 gennaio scorso dal Presidente regionale dell'Anci Paolo Fontanelli, che ponga al centro il metodo del confronto sereno, con l'obiettivo di pervenire ad un patto responsabile tra amministratori e sindacati che consenta di mantenere o meglio incrementare qualità e quantità dei servizi».«Più in prospettiva - ha aggiunto Barbaro - sarebbe utile discutere insieme di come riformare i meccanismi della finanza locale alla luce del titolo V della Costituzione. Il no pregiudiziale a qualunque aumento del prelievo fiscale e delle tariffe dei servizi può essere al massimo uno slogan, peraltro culturalmente subalterno al ben più fortunato "non metteremo le mani nelle tasche degli italiani" coniato da Berlusconi. Ognuno dei 287 Comuni della Toscana ha problemi e situazioni specifiche, molto diverse tra loro, che vanno affrontate come tali. Generalizzare non è possibile, specie se si pretende di ignorare alcuni fatti contestuali: il progressivo aumento delle funzioni attribuite ai Comuni dalle normative vigenti, l'ampliarsi della domanda di servizi da parte di settori di popolazione sempre più ampi, le norme restrittive a carico dei Comuni contenute nelle Leggi Finanziarie che si sono succedute dal 2002 al 2006 ed in base alle quali i Comuni ha già dovuto ridurre con varie modalità sia la spesa corrente che quella per investimenti».«Tra l'altro - ha osservato il consigliere dei DS - pare ci si dimentichi che la finanziaria 2007 ha introdotto una norma del tutto innovativa che consente ai Comuni di incrementare l'addizionale Irpef fino allo 0,8% individuando contestualmente fasce di reddito esenti dal prelievo. Una norma positiva che si muove nella giusta direzione di perequare questa tassazione e renderla per la prima volta meno iniqua, in linea con la politica fiscale dell'Unione che mi pare fosse condivisa dalle stesse Organizzazioni sindacali nazionali».«Tutto questo dovrebbe essere ampiamente noto, cosicché suona stonato il tono della polemica e gli argomenti utilizzati per sostenerla - ha proseguito Barbaro - parlare delle cosiddette consulenze, ovvero gli incarichi a personale esterno, o dei costi della politica sono argomenti talmente deboli sul piano contabile e della sostanza da far nascere il sospetto che chi li solleva non intenda assumersi la responsabilità di ragionare dei problemi reali che vengono al pettine adottando, in tale contesto, la scelta di non incrementare il prelievo fiscale: la riorganizzazione delle amministrazioni locali, il costo dei servizi e il costo del lavoro, l'efficienza e la valutazione delle prestazioni dei dipendenti pubblici, i meccanismi premiali capaci di smantellare le vecchie logiche della distribuzione a pioggia degli incrementi salariali, l'affidamento a soggetti esterni selezionati con idonei bandi pubblici di taluni settori di attività quando questi possano essere svolti meglio e a costi inferiori, lo spostamento delle risorse umane interne dall'erogazione diretta dei servizi alla progettazione-controllo-indirizzo. Dato che pare assai strano che organizzazioni sindacali responsabili e radicate tra i lavoratori possano mutuare gli stessi argomenti agitati da Tremonti e dai suoi corifei locali, si deve supporre che tutto ciò faccia parte di un maldestro approccio preventivo al tavolo della discussione. Pur comprendendo certe tattiche sindacali, penso che sarebbe saggio riflettere su quale tipo di messaggio culturale e politico arrivi all'opinione pubblica agitando argomenti del genere: per dirla con Ilvo Diamanti, si rischia di alimentare lo "strabismo etico" e la "solidarietà egoista" che già pervadono la società italiana».«Anche per quanto riguarda l'esempio di Firenze, che viene additato come virtuoso, vorrei mettere in guardia dall'eccessivo entusiasmo con cui si giudicano le scelte di Bilancio per il 2007 - ha concluso Barbaro - l'architrave dell'intera manovra comunale è stata la scelta temeraria di non aumentare la pressione tributaria, smentendo addirittura la decisione risalente a tre anni fa di portare l'addizionale comunale IRPEF allo 0,5%. Il risultato è che l'Amministrazione è all'affannosa ricerca di "risparmi", in realtà veri e propri tagli, per 21 milioni di euro nel solo 2007, ovvero una riduzione tra il 10 e l'8% circa sulla parte comprimibile del bilancio corrente, comunque superiore a quanto l'ultima Finanziaria del Governo Berlusconi imponeva al Comune di Firenze. Se e quanto questa impostazione potrà essere governata senza contraccolpi sulla quantità e qualità dei servizi ai cittadini saranno i prossimi mesi a dirlo: si tratta comunque di una scommessa assai rischiosa, come ho cercato di spiegare in Consiglio comunale, che non dovrebbe far dormire sonni tranquilli a nessuno, nemmeno alle Organizzazioni sindacali». (fn)