La cutltura a Firenze, intervento di Bosi (FI)
Intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi, sul declino culturale a Firenze, avviato nei giorni scorsi sulla Nazione dallo storico dell'arte Philippe Daverio:«L'intervento di Philippe Daverio sulle pagine de La Nazione, ha il merito, nella sua cruda analisi delle cause del declino culturale e morale di Firenze, di ravvivare il dibattito sulla crisi che investe la nostra città e il modello che propone.Non possiamo che concordare col giudizio che Firenze sia diventata un turistodromo e che al turista di qualità o al frequentatore abituale, anche per motivi di lavoro, si offra sovente come una città inospitale (il termine usato di "antipatica" è fin troppo gentile) che tende a mostrare più i suoi lati peggiori che non a valorizzarne i migliori.Le cause di ciò vanno ricercate giustamente nelle scelte politiche sbagliate, ma anche in quelle che non sia ha per vari motivi il coraggio di proporre e di attuare.Manca la creatività, si chiede il Daverio?Io rispondo di no. Ne sono testimonianza nomi quali Gucci, Ferragamo, Antinori, Frescobaldi ed altri che hanno illustrato la fiorentinità ed il genio nostrano nel mondo.Ma è certo che, laddove deve intervenire il soggetto pubblico, si fa di tutto per mortificarla proponendo o realizzando progetti culturali sbagliati ed inserendo qualunque intervento in un contesto ostile, senza un'adeguata preparazione di base e spesso con la premessa del fallimento che verrà.Ne è riprova la vicenda dell'ex-Meccanotessile per la quale si registra il ripensamento del Sindaco. Dall'inizio del mandato ho sempre sostenuto che, se non altro per primogenitura, doveva essere Prato il polo dell'arte contemporanea e che dunque il nuovo e tramontato museo fiorentino di Rifredi era unicamente un doppione, in una città che al momento non ha la vocazione della contemporaneità. Peccato però che la riqualificazione dell'area e l'attuazione del progetto, mai decollata, abbia intanto prodotto spese per la manutenzione e per i ritardi delle interminabili controversie legali e a breve il concretizzarsi del pericolo della perdita dei finanziamenti pubblici concessi. La vicenda del Meccanotessile è e rimarrà uno dei più grossi fallimenti della gestione Siliani, assieme a Firenze Mostre e alle inattuate previsioni del piano strategico, tanto per citarne alcune. La sua gestione, nonostante l'accorata lettera di difesa pubblicata da La Nazione, è e resta, anche considerando le cose realizzate, una attività di piccolo cabotaggio, senza impennate ed in linea col non fare dell'Amministrazione Fiorentina.Che dire poi di Siena che spende per la cultura, negli anni 2003-2005, 200 euro medi pro capite, contro gli 80 di Firenze e che, a differenza della mostra fiorentina di Cezanne, programma il più importante evento espositivo nel pieno della stagione tradizionalmente meno favorevole al turismo cittadino, ossia l'inverno?Ma l'investimento non è soltanto spendere una maggiore somma pro capite. Investire è anche eliminare quelle disfunzioni gestionali e quegli sprechi che ancora continuano a segnare pesantemente i bilanci del Comune e delle istituzioni culturali, anche alla faccia dei tagli nei trasferimenti statali. Investire è anche razionalizzare i contributi ai soggetti che operano in campo culturale, abbandonando la logica dell'assistenzialismo di parte ed i progetti privi di futuro e solo costosi. Investire significa migliorare la vivibilità cittadina, il volto degradato che esso mostra, i servizi, insufficienti, che offre ed il quadro desolante della viabilità urbana. Investire significa anche dotare la città di un nuovo centro congressi, più funzionale e logisticamente adeguato e un aeroporto da potenziare con un deciso cambiamento dell'attuale ed perniciosa rotta.Ci sembra francamente che le parole di difesa del neo-assessore alla cultura Giovanni Gozzini, in risposta all'articolo di Daverio, siano un po' inappropriate. Firenze è già la Disneyland del Rinascimento e che il futuro offerto ai giovani sia fatto più di slogan e di proclami che non di serie opportunità: l'artigianato di qualità langue ed anche i mestieri e le arti che un tempo hanno fatto nobile ed acclamata questa città, ora sono scomparsi per mancanza di professionalità e di investimenti nel futuro.L'auspicio e l'impegno di portare gli investitori privati a Firenze passa proprio attraverso un cambio di mentalità che questa Amministrazione e questa città non mostrano, almeno per il momento. Stona francamente il sentir parlare di Pelù come uno che porterà artisti, idee ed occasioni a Firenze: non conosciamo lo spessore del personaggio, ma unicamente i suoi trascorsi musicali, neppure eccelsi e il generoso ingaggio alla guida di FirenzeEstate, reso ancor più appetibile, come riportato dalla stampa, dalla compartecipazione del 10% agli utili delle sponsorizzazioni trovate. Che sia proprio questa compartecipazione a favorire l'acquisizione di investitori privati? Proprio quegli investitori che dovrebbero essere alla base delle finalità, dei progetti e delle aspirazioni della neonata Fondazione Strozzi, dalla quale al momento non pervengono segni di vita, fatta eccezione per sporadiche interviste. Se ci sei batti un colpo».(fn)