Nuovo piano strutturale, De Zordo: «Vago, non partecipato e con la presenza inquietante del tubone, già bocciato a suo tempo»
Questo il testo dell'intervento della capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo:«Unaltracittà/Unaltromondo avrebbe preferito che la città fosse invitata a discutere delle scelte alla base della rielaborazione del Piano Strutturale, piuttosto che attendere le "rivelazioni" sulla stampa, ma evidentemente abbiamo un'altra concezione della partecipazione: non basta dare questo nome ad un assessorato.Sul merito delle indiscrezioni apparse oggi, Unaltracittà/Unaltromondo ritiene allarmante e inaccettabile che venga riproposto il cosiddetto 'tubone' tra Varlungo e Careggi, che già aveva attirato critiche pesanti nella fase di discussione del piano poi ritirato: un investimento ingentissimo totalmente a favore della mobilità privata su gomma, con un impatto ambientale pesante nella zona collinare che si pretende di voler proteggere.Gli obiettivi di aumentare il verde in città e difendere il paesaggio collinare sono naturalmente obiettivi condivisibili. Peccato che intanto, con varianti parziali, questi obiettivi siano costantemente contraddetti, come ad esempio nel programma dei 20.000 alloggi in affitto, che riguarda aree a servizi, a verde, aree agricole, diventate di colpo edificabili, di cui una in zona collinare di pregio, e per questo oggetto di annullamento da parte del TAR.Lo stesso vale per la difesa dell'insediamento storico urbano: sono sotto gli occhi di tutti le continue piccole ma significative trasformazioni che il centro sta subendo, si permette la trasformazione di fondi a piano terra in alloggi più o meno precari, non si difende la residenza originaria, il centro storico sta perdendo le proprie caratteristiche senza che nessuno provi ad intervenire con un piano organico delle funzioni e delle trasformazioni ammissibili.Riguardo poi alle aree di trasformazione urbanistica, anch'esse già al centro di numerose critiche per la indeterminatezza delle scelte, sembra che si confermi questa inaccettabile impostazione: non è pensabile che per tutte le principali aree strategiche le destinazioni finali vengano rinviate a decisioni a posteriori, non verificando convenienza territoriale, economica e sociale. Come può un Piano Strutturale fare a meno di indicazioni così importanti? Come possono essere valutate le scelte se di fatto non ci sono? e dopo, quale sarà la 'convenienza' che prevarrà? non vorremmo che fosse, ancora una volta, quella che ha permesso, per citare un esempio recente, che in via de' Pinedo una variante adottata dal Consiglio con la motivazione delle abitazioni sociali venisse poi trasformata dalla Giunta permettendo la sola edilizia libera, ben più 'conveniente', sì, ma solo per l'operatore di turno».(fn)