Bilancio 2007, l'intervento del sindaco Domenici: "Un quadro generale difficile in cui Firenze può avere un ruolo importante. Ecco le cinque priorità per salvare le nostre città"
Ribadire la scelta fondamentale di lasciare inalterata la pressione fiscale comunale nella nostra città; sottolineare la necessità di tenere conto del quadro generale e della fase storico-politica che si sta attraversando, quando si affrontano i problemi del nostro territorio; lavorare perché la politica ritrovi dignità e sintonia con la società civile; aprire un confronto con il governo e il parlamento che coinvolga gli enti locali nell'uso delle risorse per lo sviluppo del paese, focalizzando cinque priorità: le infrastrutture per il trasporto pubblico locale rapido di massa; la lotta all'inquinamento atmosferico; la politica per la casa; la questione della sicurezza; il problema dell'immigrazione. Sono questi i punti principali dell'intervento del sindaco Leonardo Domenici nel consiglio comunale dedicato alla discussione e al voto sul bilancio di previsione 2007. Un intervento, come ha spiegato lo stesso Domenici, con il quale il sindaco ha voluto portare soprattutto un contributo di carattere generale.Dopo aver ringraziato l'assessore Albini, la giunta e gli uffici per il lavoro fatto, Domenici si è per prima cosa soffermato sulla scelta di non aumentare la pressione fiscale. "Una scelta non facile, con la quale abbiamo deciso di evitare che si potessero sommare aumenti di prelievi fiscali locali e regionali" ha spiegato, ricordando poi l'impegno del governo, dopo la cancellazione del contributo turistico dalla Finanziaria, a trovare nuove risorse per le città d'arte ad alta densità turistica come Roma, Venezia e Firenze, che comunque fra le tre "è quella che gode di un credito maggiore. Aspettiamo che a gennaio si apra il confronto su questo tema"."Questa è una città ha proseguito Domenici in cui si difende molto la specificità del nostro profilo, del nostro genius loci'. E' giusto farlo, perché Firenze è una città particolare; ma questa sana difesa della propria identità ci fa correre il rischio di portarci a un confronto molto autoreferenziale, che ci fa smarrire il nesso più generale in termini di tendenza storico politica. Faccio un piccolo esempio concreto: ieri a Roma, per percorrere in auto 9,7 km ed uscire dalla città, ho impiegato 1 ora e 58 minuti. E dunque a volte, quando ci riferiamo alle nostre città, forse sarebbe meglio pensare meno ai sensi unici o ai cantieri e pensare invece che queste città stanno esplodendo, che non ce la fanno più, perché abbiamo uno stile di vita che ci costringe a utilizzarle in un certo modo. E se non facciamo qualcosa sono destinate a collassare. Ci vogliono le strategie che mettiamo in opera localmente, ma ci vogliono anche scelte a livello nazionale sull'uso delle risorse"."Non ho mai avanzato critiche all'impianto generale della legge Finanziaria ha detto ancora Domenici - ma non c'è dubbio che, per la parte relativa alle autonomie, ci sono stati passaggi non soddisfacenti. E visto che abbiamo avuto problemi sia con il precedente governo sia con questo, evidentemente c'è qualcosa che non va nel nostro sistema politico-istituzionale. Ora dobbiamo capire come si possa uscire dalla logica sindacale' nel rappresentare le istanze delle autonomie locali. I Comuni non sono una controparte, ma parte integrante dell'ordinamento del sistema istituzionale: e devono essere associati pienamente alle scelte su come si utilizzano le risorse per lo sviluppo e la ripresa del paese. L'efficacia delle politiche che si mettono in atto è legata al rapporto di integrazione di queste stesse politiche con il sistema delle autonomie".Venendo a temi più politici, Domenici ha sottolineato la necessità di una attenta riflessione, partendo dal recente richiamo del Presidente della Repubblica. "Un richiamo con cui mi sono trovato in piena sintonia ha detto il sindaco Prima di tutto, per il rischio di grave scollamento fra il circuito polico-istituzionale-mediatico da un lato, e la società civile dall'altro. E' un rischio che viviamo tutti quanti, anche in una realtà dove è forte il tessuto e la coesione sociale come la nostra; e che coinvolge non solo chi sta al governo ma anche chi sta all'opposizione, e cavalca la protesta ma non offre proposte. Perché è il sistema politico nel suo complesso, che oggi non è capace di elaborare una risposta per il paese". "Non credo però che il rischio scollamento significhi mitizzare la società civile: perchè dobbiamo essere consapevoli che nella società avvengono processi contraddittori, che portano ad aumentare la frammentazione sociale e la difficoltà ad individuare un interesse generale e plurale. Il problema non è come non prendere fischi; il problema è quanto si è capaci di fare scelte utili ed efficaci mantenendo un livello adeguato di direzione politica. La politica deve riconquistare dignità e capacità di direzione della società. Non per ripristinare vecchi primati, ma perché abbiano bisogno di dare degli obiettivi, di dimostrare che la politica è capace di interpretare ed indirizzare, senza funzioni ancillari o subalterne rispetto ad altri poteri, in primo luogo economico-finanziari". Secondo Domenici, c'è anche un problema che riguarda "la capacità di esprimere leadership credibili, non solo in termini di persone ma anche di soggetti politici organizzati". E in questo quadro, ecco riaffermare il progetto di un nuovo soggetto "che non mutui modelli novecenteschi, ma sia articolato, diverso e plurale sia nella formazione che nella composizione, che sappia unire, aprirsi ed essere nuovo. C'è bisogno di riproporre soggetti collettivi in grado di interpretare la società, corpi intermedi che favoriscano non il consenso fine a se stesso, ma la partecipazione democratica, che altrimenti rischia di entrare in crisi". "Si è parlato giustamente della necessità di una democrazia partecipativa che sia all'altezza dei problemi di oggi ha detto ancora il sindaco - Credo che a questo si debba aggiungere un altro aggettivo: quello della democrazia associativa. Se non c'è la capacità di associarsi su scelte e obiettivi, anche nel sistema delle autonomie locali e del loro rapporto con una società sempre più articolata, perdiamo uno degli aspetti fondamentali di una nuova prospettiva che deve essere alla base dell'azione di governo".Infine, Domenici ha ribadito come le città debbano essere al centro della prospettiva di sviluppo e di ripresa del paese, come sia necessario promuovere una diversa logica nelle relazioni fra il sistema delle autonomie e il governo, come sia importante andare avanti nel processo di riorganizzazione delle istituzioni. Ed ha elencato cinque temi fondamentali su cui è necessario "aprire un grande confronto a livello nazionale, pensando ad una sorta di grande legge obiettivo' per le aree urbane": le infrastrutture per il trasporto pubblico locale rapido di massa; la lotta all'inquinamento atmosferico; la politica per la casa; la questione della sicurezza; il problema dell'immigrazione. "Abbiamo un grande lavoro da fare. E in questo Firenze può avere autorevolmente un ruolo e una parte importante da svolgere". (ag)