Bilancio 2007, Bosi (FI): «Una manovra ancora una volta deludente per la cultura»
Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:«Anche quest'anno, come in quelli passati, la relazione previsionale e programmatica del bilancio 2007 dedica alle politiche culturali appena una paginetta e mezzo, riprendendo per buona parte il testo già presentato nel volume sullo stato di attuazione dei programmi del Comune di Firenze.Di questo spazio misero, specie se rapportato ad una città che per vocazione e ricchezza dovrebbe offrire ben altro, un'intera pagina è dedicata alle azioni di conservazione del patrimonio architettonico dell'Amministrazione comunale: non si tratta certo di valori culturali aggiuntivi. Per carità, costituiscono certo un argomento importante, ma sul piano della programmazione e dell'offerta culturale ci si sarebbe aspettato qualcosa di più, specie ora che le deleghe del dimissionario Siliani sono state riassunte dal Sindaco, che nei suoi faraonici quanto impalpabili programmi elettorali non ha mai mancato di esaltare lo spessore culturale di Firenze e di prendere impegni quasi mai assolti, destinandovi alla cultura risorse scarse ed insufficienti (appena l'1,64% in più rispetto al 2006, aumento peraltro determinato dal solo investimento per i lavori al complesso delle Oblate) ed offrendo anzi al turista l'immagine di una città sporca, degradata ed inospitale.Ci saremmo aspettati una maggiore generosità illustrativa, ad esempio, sulla Fondazione Strozzi, la cui similarità con l'Araba Fenice è vieppiù evidente, per il silenzio che ne circonda l'attività, i programmi ed il poco roseo futuro. Cortina di silenzio che ha cercato di dissolvere il Presidente Bini Smaghi con un intervista al Sole 24Ore che poco aggiunge a quanto già si sapeva, fatta eccezione per l'individuazione delle cause dei fallimenti culturali fiorentini ricercate nell'assenza di partner privati (ne vengono citati tre dichiaratisi disponibili ad investire, senza tuttavia conoscerne le condizioni di ingresso), nell'eccessiva politicizzazione delle decisioni, nella scarsa rendicontazione agli azionisti, unita alla assenza di certificazione dei budget e dei bilanci; in poche parole la storia degli sprechi e della malagestione di Firenze Mostre. Giudico, infine, poco serio il comportamento del direttore James Bradburne che ha pensato bene di intervenire ad un simposio sulla cultura, organizzato a Lucca, esponendo in quella sede i programmi futuri della fantomatica Fondazione Strozzi anzichè illustrarli alle commissioni consiliari competenti e dissipare le nebbie che ancora avvolgono la neonata istituzione.Sulla programmazione della neonata fondazione e sulle iniziative in corso di preparazione silenzio. Eppure all'economista fiorentino ed al nuovo direttore estero, in particolare, anche se l'evento era già in cantiere, non sarebbe dovuta sfuggire l'errata collocazione della mostra di Cezanne in piena stagione di turismo, anziché in inverno, allorquando è maggiore la necessità di eventi culturali che diano impulso alla domanda turistico-culturale. Maggiore accortezza nella scelta del periodo è stata dimostrata invece dalla mostra "La passione e l'arte. Cesare Brandi e Luigi Magnani collezionisti", organizzata a Siena ed aperta fino al marzo 2007, con esposizione di opere di Manzù, Cezanne, Morandi, Guttuso, Monet, Renoir, De Chirico, tanto per citarne alcuni. Nel "ponte" dell'Immacolata la mostra ha staccato 2500 biglietti.Nemmeno un accenno alla vicenda dell'ex-Meccanotessile che ha registrato l'ennesima battuta d'arresto con l'accoglimento del ricorso inoltrato da una delle ditte partecipanti alla gara d'appalto con il conseguente annullamento dell'aggiudicazione dell'appalto e la condanna al pagamento delle spese processuali. Nonostante le assicurazioni date in sede di commissione competente dall'Assessore Albini i margini di tempo per rifare la gara ed evitare la perdita dei finanziamenti pubblici concessi sono, a mio avviso, troppo esigui.La forzata pausa potrebbe comunque essere utilmente finalizzata ad un ripensamento del progetto del nuovo centro di arte contemporanea, faraonico e dispendioso in rapporto allo stato dell'arte e della cultura fiorentina. Forse occorrerebbe utilizzare il progetto per riqualificare un quartiere privo di verde pubblico attrezzato e fortemente degradato dal traffico e nello spazio museale restante perché non collocare il museo del Risorgimento da tanti anni frazionato in più sedi ed ancora con molti oggetti alluvionati da restaurare.Nel 2007 (ma con utilizzo dal 2008) vedrà la luce Firenze Card, progetto che si trascina da anni, ma già con un grave handicap iniziale, ossia l'esclusione dal circuito dei musei statali, che forse l'avrebbero resa più appetibile.Nessuna parola per il Maggio Musicale Fiorentino e le sue problematiche gestionali.Rinviato al 2007 l'avvio del programma pluriennale delle celebrazioni galileiane il cui contenuto è al momento ancora sconosciuto.Completo silenzio sulla mancata nascita della Conferenza metropolitana della Cultura, la cui organizzazione è slittata nelle previsioni prima al dicembre 2005, poi ad una imprecisata data del 2006 ed infine al 2007, in attesa delle conclusioni della Conferenza economica dell'area metropolitana fiorentina promossa dall'Associazione per il Piano strategico Firenze 2010, le cui recenti vicende e l'inconcludenza dei lavori fanno pensare al peggio, e delle risultanze del percorso partecipativo realizzato in tandem con l'ineffabile e spendacciona assessore Cristina Bevilacqua;Silenzio anche sull'avvio stentato dell'associazione i Dialoghi il cui atto costitutivo risale al dicembre 2003 ma che ad oggi si è riunita solo una volta. I vari contributi 2006 all'associazione in oggetto sono stati corrisposti per finalità ben diverse da quel "reale coordinamento delle politiche per la cultura fra i Comuni dell'area fiorentina, con l'attribuzione di numerose iniziative a cominciare dalla predisposizione di una conferenza metropolitana della cultura", che era la funzione originariamente prevista. E che dire poi dei contributi dati nel 2006 all'associazione Quarter, per iniziative di FirenzEstate, dopo il fallimento del centro d'arte contemporanea di Gavinana?L'impegno assunto dalla Direzione Cultura di una puntuale ricognizione del sistema di sostegno dell'associazionismo culturale e la conseguente revisione del sistema di contribuzione, sarà di difficile attuazione perché condizionato dalla necessità di foraggiare sempre e comunque associazioni politicamente "amiche" ed ideologicamente vicine.Nessuna novità in merito alla già denunciata assenza di programmazione culturale nel Piano Strategico, per il quale Firenze doveva diventare centro di produzione culturale, ma che a tuttoggi ha prodotto solo chiacchere e non una sola concreta realizzazione, fatta eccezione per la gestione di iniziative già da anni esistenti.Nessun accenno anche alla vicenda della liquidazione di Opera Prima S.p.A. con il conseguente contenzioso con il Ministero.Visto lo spazio concesso dai quotidiani alla nascita di Italia Wave ci saremmo attesi infine qualche notizia più dettagliata sulla relazione finanziaria tra la manifestazione ex-aretina e FirenzeEstate. Secondo voci del palazzo il contributo del Comune di Firenze per Italia Wave dovrebbe oscillare fra i 200.000 e i 300.000 euro con ovvie ripercussioni sul finanziamento delle altre iniziative culturali. Per non parlare dell'inopinata scelta di sostituire nella direzione di FirenzeEstate Pagani con Pelù, personaggio sul quale, possiamo dire, mancano del tutto referenze tali da giustificare l'avvicendamento».(fn)