Finanziaria 2007, Amato, Toccafondi e Antichi (FI): «133milioni di tagli richiesti ai Comuni toscani ma l'Anci sta zitta»
«Oltre 133milioni di euro di tagli ai comuni toscani questo quanto chiede la manovra finanziaria di Prodi ai toscani e nuove tasse. Ma a fronte di questo il centrosinistra dei comuni e degli enti locali risponde con il silenzio o con qualche, bonario, richiamo». E' quanto denunciano il capogruppo di Forza Italia, il senatore Paolo Amato, il vicecapogruppo Gabriele Toccafondi e il consigliere regionale Alessandro Antichi.«La finanziaria hanno aggiunto è una manovra negativa e onerosa per i Comuni, che non ha eguali in rapporto al contributo di altri comparti della pubblica amministrazione. Comporterà un aumento della pressione fiscale locale e/o la riduzione dei servizi erogati ai cittadini, considerato che la manovra a carico dei comuni italiani, calcolata attraverso l'applicazione dei coefficienti, è pari a 2002 milioni di euro. E' una manovra di tagli e aumento della pressione fiscale ai cittadini e alle imprese».«Solo per la Toscana hanno spiegato Amato, Toccafondi e Antichi questa finanziaria richiede, ai soli Comuni, 133.800.000 euro con una manovra fatta di tagli e/o di aumenti fiscali. Il dato complessivo è così suddiviso: per i Comuni tra i 5.000 e i 10.000 abitanti, i tagli ammontano a 16milioni e 377mila euro. Per quelli tra i 10.000 e 20.000 abitanti i tagli sono pari a quasi 23milioni di euro, per i Comuni tra 20.000 e 60.000 abitanti la cifra è di 34milioni di euro, per quelli tra i 60.000 e 100.000 abitanti si arriva a 31milioni e 684mila euro. Infine le città con oltre 100.000 abitanti avranno 28milioni e 577mila euro di tagli».«Tra i capoluoghi toscani hanno proseguito i esponenti del centrodestra i tagli sono particolarmente dolorosi: 15milioni di euro a Firenze, 2milioni a Grosseto, 3,2milioni a Massa, 3milioni a Pisa, 7milioni ad Arezzo, 6milioni a Livorno, 4milioni a Pistoia, 6milioni a Siena, 2milioni a Lucca, 7milioni a Prato. Oltre ai tagli vi sono i costi aggiuntivi che ricadranno sui Comuni che riguardano politiche previste dalla finanziaria che tuttavia non sono supportate da risorse statali: ad esempio le spese per le opere co-finanziate e della legge obiettivo che restano a carico dei bilanci dei singoli Comuni, o il passaggio dei lavoratori precari a contratto definitivo il cui costo ricade solo sui Comuni, oppure la previsione di risorse aggiuntive per la copertura dei costi derivanti dal rinnovo contrattuale. Per non parlare delle nuove politiche nazionali che gli enti locali devono applicare ma senza ulteriori risorse come il trasporto pubblico locale la lotta all'inquinamento la politica di emergenza abitativa.A tutto questo i Comuni faranno fronte con una unica politica degli aumenti tariffari. In particolare verrà inevitabilmente aumenta l'addizionale Irpef comunale che potrà essere incrementata fino allo 0,8 per mille. Solo per Firenze, che attualmente è ferma allo 0,3 per mille questo vorrebbe dire un aumento di imposizione di 25milioni di euro l'anno».«Ma i Comuni, soprattutto quelli toscani hanno osservato Amato, Toccafondi e Antichi - e l'Anci nazionale e regionale, che fino ad oggi su finanziarie molto meno onerose, avevano promosso e partecipato a manifestazioni e convegni, portato i gonfaloni nelle piazze e ai cortei dove sono? I sindaci che avevano spento i lampioni in segno di protesta, avevano affisso manifesti listati a lutto, avevano distribuito volantini, avevano lamentato l'impossibilità a reperire le risorse per l'acquisto della carne nelle mense, o la benzina degli scuolabus, o dell'acqua nelle piscine, dove sono finiti? Ed infine chi fino alla finanziaria Berlusconi parlava di "macelleria sociale", adesso che dice?».Alessandro Antichi ha ricordato che «per le finanziarie del precedente governo, ad esempio quella del 2004, il sindaco di Firenze e presidente dell'Anci Leonardo Domenici partecipò, con tanto di fascia tricolore e Gonfalone, alla mobilitazione nazionale contro la manovra al Pantheon a Roma insieme ai sindaci, ai presidenti di Provincia e delle comunità montane di tutta Italia».«Adesso, invece ha rilevato Antichi si preferisce impedire che l'opinione pubblica conosca i contenuti della finanziaria del governo Prodi per impedire che salga il malessere sociale. Eppure nel passato l'Anci promosse assemblee pubbliche nei 287 Comuni della Toscana sulla finanziaria del governo Berlusconi».«Nella finanzia non c'è niente per Firenze ha rilevato Paolo Amato quando la manovra è stata presentata alla Camera dei Deputati si diceva solo che la nostra città sarebbe diventata la sede dim nuna l'agenzia sclasstica . Invece Venezia e soprattutto Roma erano inondate di soldi. Così abbiamo criticato e attaccato il sindaco Domenici. Negli stessi giorni in cui alla Camera veniva licenziato il maxiemendamento alcuni esponenti del governo e della maggioranza sono venuti a raccontarci che per Firenze erano pronti 30 milioni di euro. Una balla, una presa di giro: nel maxi emendamento non c'è un soldo per la nostra città».Da parte sua il Amato ha annunciato la presentazione al Senato di un emendamento per far arrivare nel capoluogo toscano «42 milioni di euro in tre anni per il recupero definitivo e il restauro delle opere ancora alluvionate».«Sono rimasto un po' schifato ha sottolineato da tutta retorica che c'è stata per il 40° dell'alluvione cui non è seguito alcun atto concreto. I 42 milioni di euro dovranno essere gestiti, per ciascuna parte di competenza, da tre istituti: l'Opificio delle Pietre Dure, la Biblioteca nazionale e la soprintendenza. Si tratta degli stessi soldi che il centrosinistra vuole dare al senatore Pallaro per le sue "clientele" all'estero. Lascio quindi al centrosinistra se privilegiare le "clientele" estere di Pallaro o Firenze dando alla nostra città la possibilità di recuperare quella parte di patrimonio culturale ancora danneggiata dall'alluvione del 66. Sarà un banco di prova della capacità di governo del centrosinistra». (fn)