Una corona in memoria di Jessie White Mario, "infermiera" dei Mille di Garibaldi

Una corona di fiori sulla lapide di Jessie White Mario, esponente di punta del movimento mazziniano e garibaldino, nel centenario della scomparsa. La cerimonia di è svolta stamani in via Romana 121, davanti alla casa dove Jessie ha abitato (dal 1897 al 1906). Erano presenti l'assessore alle tradizioni popolari Eugenio Giani, il sindaco di Lendinara (città natale del marito, Alberto Mario) Alessandro Ferlin e di Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Nuova Antologia."Jassie White Mario – ha detto l'assessore Giani – è stata una delle esponenti di punta del movimento mazziniano e garibaldino. Una vera e propria ‘infermiera' della spedizione dei Mille. Come Amministrazione comunale abbiamo voluto solennemente ricordare la sua figura, cosa che faremo anche nei prossimi anni".Dopo al cerimonia in via Romana la delegazione di Lendinara si è recata in visita alla "casa dei libri" di Giovanni Sandolini, ricca di cimeli garibaldini e di documentazione d'epoca relativa a Jessie White Mario.(fd)Scheda biografica di Jessie White MarioEsponente di punta del movimento mazziniano e garibaldino, è italiana d'elezione anche per il matrimonio con Alberto Mario. Nata a Forton Inlet (Inghilterra) nel 1832, si affranca dall'insegnamento puritano del padre attratta dalle idee liberali di John Daniel Morell. Studia a Londra e poi a Birmingham (scuola di teoria sociale); impara a memoria i versi di Shelley e di Byron. Nel 1854 accompagna in Italia la facoltosa Emma Roberts, invaghitasi di Garibaldi; incontra l'eroe a Caprera, reca con sè in Inghilterra il figlio Ricciotti, bisognoso di cure ortopediche. Si appassiona all'idea della liberazione d'Italia; conosce Mazzini a Londra e svolge per suo conto un ciclo di conferenze. Nel 1857 viene in Italia e prende parte all'organizzazione della missione di Pisacane. Arrestata e processata, si lega ad Alberto Mario, esponente di spicco del mazzinianesimo, che sposerà a Londra nel dicembre di quell'anno. Tiene conferenze, compie viaggi, scrive articoli su giornali per la "causa". Nel '59 rientra in Italia, è arrestata a Bologna e confinata, anzi esiliata in Svizzera. Nel '60, con Alberto, partecipa alla spedizione garibaldina, col ruolo di "infermiera dei mille" . Cura Garibaldi dopo Aspromonte, è con lui nella campagna del '66 in Veneto, nel '67 a Mentana, e nel '70 segue ancora Garibaldi in Francia. Dal '71 la vita avventurosa dei campi di battaglia finisce. Vive col marito in povertà, svolgendo intensa attività giornalistica ed editoriale, parallela a quella filantropica e assistenziale. Nel 1877 pubblica La miseria di Napoli, un quadro incisivo sulle drammatiche condizioni di vita in quella città. Nell'aprile 1882 – poche settimane prima della morte dell'eroe – esce la sua Vita di Giuseppe Garibaldi, per i tipi dell'editore Treves che annuncia nel contempo la prima dispensa della nuova opera, Garibaldi e i suoi tempi, a fascicoli (5 centesimi l'uno). Nel 1884, a un anno dalla scomparsa del marito, Jessie raccoglie e pubblica – con la collaborazione di Carducci – gli Scritti letterari ed artistici di Alberto. Gli scritti politici appariranno molto tempo dopo, nel 1901. Raccogliendo documenti e testimonianze l'appassionata biografa – che contribuì come pochi alla diffusione del mito di Garibaldi – dà alle stampe (1886) la poderosa opera Della vita di Giuseppe Mazzini, seguita da Agostino Bertani e i suoi tempi in due volumi. Del 1894 è il profilo In memoria di G. Nicotera seguito dagli Scritti scelti di Giuseppe Mazzini (1900). Dal 1896 insegna a Firenze, nella scuola normale, letteratura inglese. Muore nel 1906.