Maggio Musicale, Amato e Toccafondi (FI): «Ricostituire il patrimonio della Fondazione e proseguire nel piano di risanamento»

Ricostituire il patrimonio della Fondazione del Teatro del Maggio Musicale e proseguire nel piano di risanamento. E' quanto chiedono il capogruppo di Forza Italia Paolo Amato e il vicecapogruppo Gabriele Toccafondi secondo i quali «la presenza dell'ex commissario Nastasi nell'attuale consiglio di amministrazione della fondazione è elemento di garanzia per il risanamento del teatro e per il suo rilancio e sviluppo. Chi cerca di colpirlo punta in realtà a colpire questa importante istituzione culturale». «Come commissario straordinario – ha proseguito Amato – Nastasi cercò di bloccare le spese, contenere i costi accordandosi con i sindacati, cercando di chiudere in pareggio il bilancio anche se con la dismissioni immobiliari. Ora tocca al sindaco darsi da fare: il problema è avere un accordo forte con i sindacati e un forte piano industriale e ripatrimonializzare la fondazione»«La gestione finanziaria del 2005 – ricordano i due esponenti del centrodestra che sulla questione hanno presentato una interrogazione – si è chiusa con un pesante deficit. Il piano di risanamento è stato commissionato ad una società specializzata, la KPMG Business Advisory Services spa che ha consegnato come strumento di lavoro alla Fondazione. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ne ha preso atto e, attraverso una sua commissione composta da tre consiglieri e dal Soprintendente, ha predisposto una piattaforma che è figlia di quel piano e che ha sottoposto al sindacato».«Esiste un piano industriale che agisce anche sulle entrate del bilancio della Fondazione – sottolineano Amato e Toccafondi – con 'obiettivo di migliorare la performance della Fondazione nell'ambito dei ricavi. Si parte dall'assunto che nel triennio 2005-2007 i contributi dei soci pubblici di diritto, ovvero Stato, Regione Toscana, Comune di Firenze, rimangano stabili, perché è del tutto evidente che questi elementi, che pure costituiscono una parte assai rilevante del bilancio della Fondazione, non dipendono dalle dinamiche della Fondazione stessa. Il piano Industriale prevede uno sviluppo delle azioni per aumentare i ricavi, come biglietteria, fund-raising, aumento dei soci privati, ecc., nell'arco di un triennio: 1.500.000,00 di euro l'anno a regime».«La perdita di esercizio 2004 – hanno osservato i due consiglieri – è stata di 6 milioni di euro, nel bilancio di previsione 2004 era prevista una perdita di 3.300.000,00, e che il disavanzo del bilancio preventivo 2005 è stato pari a 8,3 milioni di euro. Il ricavo presunto dalla vendita dei locali della ex-Longinotti di circa 13 milioni di euro, che è sostanzialmente il doppio della cifra alla quale fu acquisita. Poi è intervenuto un accordo con l'Ina che ha comportato un'ulteriore riduzione di costi, per cui la parte dei locali del Maggio Musicale è costata complessivamente 13 miliardi di lire».«Con questa vendita, però – rilevano Amato e Toccafondi - il Maggio Musicale è attualmente privo di patrimonio. Tuttavia ci sarà un aumento degli stanziamenti del "fondo unico per lo spettacolo" e un possibile contributo straordinario dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze».Secondo Amato «ci sono dei pilastri irrinunciabili per garantire un futuro a Maggio Musicale»: anzitutto la sua «ripatrimonializzazione», poi il «rilancio internazionale del teatro» e «una raccolta di fondi tramite i principali istituti bancari italiani e internazionali» e, infine, «rinunciare ai corporativismi, richiamando tutti alle proprie responsabilità».«Per cercare denaro sul mercato – ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia – condizione indispensabile è possedere un patrimonio e avere u piano industriale La Fondazione, con la vendita della ex Longinotti non lo ha più. Il patrimonio è premessa dio ogni politica di sviluppo. C'è invece una crisi strutturale ed è folle pensare di rivedere gli accordi sottoscritti con i sindacati solo perché aumentano gli stanziamenti del Fus. Se il teatro non si sviluppa sarà difficile che possa ancora reggere il costo rappresentato da 525 dipendenti. Si deve partire da cose anche semplici come la redazione di una pianta organica e un mansionario che ad oggi non esistono. Faccio sempre l'esempio dei 30 impiegati amministrativi e del sovrintendente che addirittura presenta al cda la richiesta di una consulenzaesterna per avere un esperto amministrativista. C'è insomma qualcosa di rivedere.L'orchestra del Maggio, ad esempio rientra in una delle categorie più qualificate che può stare con successo sul mercato. Gli orchestrali sono tutti dipendenti a tempo indeterminato: perché non pensano a costituirsi in società cooperativa?».L'importante – ha concluso Amato – è poter contare sul contributo di Nastasi quale componente del consiglio di amministrazione perché è elemento di garanzia per i privati che ci sono, e che potranno entrare, e per lo Stato che investe risorse sul teatro. Chi lo attacca in realtà attacca il Maggio Musicale. Mi sarei aspettato da Domenici una maggiore difesa del direttore generale del ministero dei beni culturali il cui titolare politico appartiene peraltro allo stesso schieramento del sindaco. Che debba farlo io che sono all'opposizione mi sembra indicativo». (fn)Questo il testo dell'interrogazione:INTERROGAZIONE URGENTEOggetto: interrogano il Sindaco per avere notizie in merito a contributi in favore del Teatro del Maggio Musicale FiorentinoProponenti: Gabriele Toccafondi, Paolo AmatoI sottoscritti Consiglieri Comunali,Preso atto delle difficoltà economiche nelle quali versa la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino;Preso atto del pesante deficit col quale si è chiusa la gestione finanziaria nell'anno 2005;Visto l'ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale con il quale si invitano tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nella Fondazione a realizzare tutti gli sforzi possibili per sostenerla finanziariamente;Preso atto che nel febbraio 2006 si è insediato nella Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino il nuovo Consiglio e il nuovo Sovrintendente;Ricordato il documento votato all'unanimità dal precedente consiglio di amministrazione del Teatro del Maggio Fiorentino in data 7 febbraio 2005 nel quale si evidenzia la necessità di elaborare un piano di riorganizzazione e di presentare entro marzo 2005 tutte le concrete ipotesi di alienazione dell'immobile ex-longinotti;Ricordato che il Teatro del Maggio ha avuto, in conseguenza della drammatica situazione economica, anche un periodo di commissariamento durante il quale il Commissario Ministeriale ha svolto quasi esclusivamente un'opera di risanamento;Ricordato lo sforzo economico richiesto ai lavoratori del Teatro del Maggio Musicale per rendere possibile la creazione di un piano economico rispondente alla difficile situazione del teatro;Ricordato che il piano di risanamento (o più precisamente il Piano Industriale che ricomprende anche le azioni volte al risanamento economico della Fondazione) della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino è stato commissionato ad una società specializzata, la KPMG Business Advisory Services S.p.a. Questa società ha elaborato il Piano e lo ha consegnato come strumento di lavoro alla Fondazione. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ne ha preso atto e, attraverso una sua commissione composta da tre consiglieri e dal Soprintendente, ha predisposto una piattaforma che è figlia di quel piano e che ha sottoposto al sindacato;Visto che, come sopra detto, esiste un Piano Industriale che agisce anche sulle entrate del bilancio della Fondazione con l'obiettivo di migliorare la performance della Fondazione nell'ambito dei ricavi. Il Piano Industriale parte dall'assunto che nel triennio 2005-2007 i contributi dei soci pubblici di diritto (Stato, Regione Toscana, Comune di Firenze) rimangano stabili, perché è del tutto evidente che questi elementi (che pure costituiscono una parte assai rilevante del bilancio della Fondazione) non dipendono dalle dinamiche della Fondazione stessa. Il Piano Industriale prevede uno sviluppo delle azioni per aumentare i ricavi (biglietteria, fund-raising, aumento dei soci privati, ecc.) nell'arco di un triennio (1.500.000,00 di euro l'anno a regime).Ricordato che la perdita di esercizio 2004 è stata di 6 milioni di euro, nel bilancio di previsione 2004 era prevista una perdita di 3.300.000,00, e che il disavanzo del bilancio preventivo 2005 è stato pari a 8,3 milioni di euro;Ricordato altresì che il ricavo presunto dalla vendita dei locali della ex-Longinotti (che è stata approvata all'unanimità da parte del CdA della Fondazione e che costituisce il prerequisito del Piano Industriale redatto dalla società KPMG) è di circa 13 milioni di euro, cifra che emerge da una specifica perizia, che, come si apprende da risposta a precedente interrogazione, è una cifra che è sostanzialmente il doppio della cifra alla quale fu acquisita la ex-Longinotti. La Longinotti fu acquistata nel 1997 per 15 miliardi di lire, ma 600 milioni furono ricavati dalla vendita del macchinario alla Longinotti fabbrica che lì ha mantenuto una sua attività. Poi è intervenuto un accordo con l'INA che ha comportato un'ulteriore riduzione di costi, per cui la parte dei locali del Maggio Musicale è costata complessivamente 13 miliardi di lire;Constatato che il Maggio Musicale è attualmente privo di patrimonio;Appreso di un aumento degli stanziamenti del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS);Appreso di un possibile contributo straordinario dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze;Considerata l'urgenza motivata dalla fase di risanamento del TeatroINTERROGANO IL SINDACO PER SAPERESe sono previste entrate straordinarie derivanti da contributi, in particolare dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze;Se sono previste entrate in aumento del Fondo unico per lo spettacolo;Cosa intende proporre al CdA per impiegare al meglio questi contributi;Se non ritiene auspicabile ed urgente lavorare alla creazione di un patrimonio della Fondazione, e, in caso affermativo, attraverso quali operazioni e con quali fondi o beni;Cosa prevede il piano di risanamento per i lavoratori del Teatro.Gabriele ToccafondiPaolo AmatoFirenze, 24 novembre 2006