Bosi (FI): «Greg Mortenson, un alpinista contro l'ignoranza»

Questo il testo dell'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi:«In un paese come l'Afghanistan, segnato da decenni di guerra, e dove ancora regnano l'anarchia e un conflitto strisciante fra il governo, democraticamente eletto, e ciò che resta dell'esercito talebano, appaiono dei segnali di speranza che hanno quasi del miracoloso e che lasciano bene sperare per il futuro di popolazioni che vivono in condizioni di tragica miseria. A contribuire a questa ripresa, a dare un aiuto ai più deboli che di regola sono sempre le donne e i bambini ci pensa, con mezzi limitati, ma con grande entusiasmo un giovane americano la cui storia sembra a prima vista incredibile.Si chiama Greg Mortenson, un ex alpinista (all'età di 11 anni aveva già scalato il Kilimangiaro) che, nel 1993, per raggiungere la vetta del K2 entra in contatto con le ospitali popolazioni del Baltoro e fonda in Pakistan il "Central Asia Institute". Quando decise di partire per la grande montagna, ancora non sapeva che la vetta da scalare, "la sua vetta", aveva più nobili orizzonti. Rimase in alta quota per ben 78 giorni. Sconsolato dalla vetta mancata e provato dalla fatica e dal freddo, vagò per giorni, disorientato, lungo la valle ai piedi del K2. Finchè un gruppo di abitanti, nel villaggio di Korphe, lo vide talmente esausto da ospitarlo, per qualche tempo, nella loro primitiva abitazione. Greg, ormai in forze, grazie alle premurose cure degli abitanti, decise allora di partecipare alla vita del villaggio. Un'immagine su tutte, rivelò improvvisamente al giovane alpinista, quale era il suo vero obiettivo: un gruppo di ragazzi che seguivano con attenzione, seduti per terra, nel fango, le lezioni di un insegnante. Nonostante l'evidente miseria e i mezzi inconsistenti in quello sperduto villaggio si lottava per dare a quei giovani la speranza di un futuro migliore. Mortenson rientrò in Minnesota e decise di dare fondo a tutti mi suoi risparmi, persino a quelli messi da parte per la pensione, organizzando anche raccolte di fondi nella scuola di River Falls (Winsconsin) dove sua madre era dirigente scolastica, per realizzare nuove ed adeguate strutture sia in Pakistan che in Afghanistan.Da allora Mortenson ha aperto 55 scuole che danno un'educazione secolare a ben 22mila bambini, che altrimenti sarebbero finiti nelle madrasse e successivamente nelle file del terrorismo. I tanti che lo amano, e che lo vorrebbero Nobel per la Pace, dicono che Mortenson si è messo in testa di combattere il terrorismo a colpi di scuole, ma lui la pensa diversamente. "Se proprio deve esistere un nemico, questo è l'ignoranza", dice Mortenson, cominciando a raccontare la sua storia, appena trasformata in un libro, intitolato "Tre tazze di the", e che sta raccogliendo un grande successo di vendite negli Stati Uniti e nei paesi di lingua inglese. Da oggi, ricordo, con soddisfazione, che il libro, al quale auguro un eguale successo, sarà disponibile, tradotto in italiano, in tutte le librerie cittadine e non.Per i motivi illustrati la candidatura al Giglio d'Oro di Greg Mortenson, proposta, su mia indicazione, dalla Commissione Pace, ci pare la migliore scelta possibile perchè integra perfettamente l'altra candidatura nella persona della leader delle donne cecene Zainap Gashaeva in quanto anch'essa si batte per i sacrosanti diritti delle donne e dei bambini in un paese martoriato da una guerra feroce e senza quartiere.Concludo ricordando che mentre oggi a Firenze si parla e si opera per la pace a Roma ieri si inneggiava all'odio e all'intolleranza».(fn)