Holding multiservizi, De Zordo: «Domenici oltre il programma dell'Unione, a destra. Contro ogni logica democratica si persegue il profitto di pochi»

Questo il testo dell'intervento di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo:«Costituire un'unica grande holding per la gestione di acqua, gas e rifiuti, e presumibilmente utilizzare la forma giuridica della società per azioni, come sempre fino ad oggi è stato fatto, significa permettere una maggiore e pervasiva presenza dei privati nella gestione dei beni comuni del territorio. Questa è una cosa sbagliata che risponde solo a logiche liberiste e non al bene della comunità. Lo stesso governo Prodi, con i decreti Bersani/Lanzillotta dello scorso luglio, ha affermato che la proprietà e la gestione delle reti idriche deve essere pubblica e non può essere dunque affidata a privati. Oggi il sindaco Domenici e i suoi colleghi scavalcano a destra l'Unione rispondendo a mere logiche liberiste che hanno come unico obiettivo il profitto dei privati. Aggiungiamo che persino i conservatori inglesi si stanno ricredendo e lo scorso luglio hanno definito "non giusta" la decisione di separare le infrastrutture dalla società di gestione. Tutti sanno infatti come la privatizzazione delle ferrovie è stato un disastro sociale, tecnico, organizzativo e finanziario, conclusosi con il fallimento della società privata RailTrack e la rinazionalizzazione delle reti.Il corretto punto di partenza per l'architettura dei servizi pubblici essenziali ed insostituibili alla vita e dal vivere insieme sono i diritti, umani e sociali, e non i bisogni: diritto alla salute, diritto all'acqua, diritto alla conoscenza, diritto alla casa... Da qui, la funzione pubblica deriva dalla responsabilità/dovere della comunità di creare le condizioni ed i mezzi necessari per garantire l'accesso ai beni e servizi relativi ai diritti. Per questo motivo la firma di oggi è particolarmente grave perché non esiste nessuna norma, né nazionale né europea, che vieta il ricorso all'affidamento in diretta, ovvero ad un'azienda pubblica. Anzi, per quanto riguarda l'acqua, dopo i decreti Bersani e Lanzillotta, è stato introdotto il divieto di ricorrere ad una gestione privata e tutti sanno che le Spa sono un soggetto giuridico di natura privatistica.Più i beni comuni e i servizi pubblici sono parte integrante e qualificante del vivere insieme, più forte e reale deve essere il coinvolgimento dei cittadini al governo dello sviluppo comunitario. Nell'economia di mercato, invece, è normale che non operino meccanismi di democrazia. La cultura di governo di una Spa è tutto salvo democratica, partecipata. La Spa è fondata su un funzionamento gerarchico verticale e tecnocratico. Il fatto di dare l'affidamento della gestione a una Spa, soprattutto a una Spa holding, è dunque perfettamente in linea con l'idea di economia liberista. I vantaggi sono molti per i privati, e solo per questi ultimi, ma non per la cittadinanza, che non a caso è stata definita mera "utenza". Solo una Spa infatti, soprattutto se holding, è in grado di operare su mercati aperti in un regime di concorrenza per la conquista di quote parti crescenti di mercato; aver accesso ai mercati di capitale nazionali e internazionali; cercare di ottenere rendimenti finanziari elevati. Ma, in queste condizioni, è chiaro che non è possibile né giustificato attribuire l'aggettivo "pubblica" a una tale gestione. Scopriamo invece nel protocollo firmato a Palazzo Vecchio che "la creazione della Holding toscana si pone come soggetto autorevole e in grado di confrontarsi con altre entità di dimensioni di scala molto più ampie". La strada è dunque tracciata e ben chiara.Il fatto che i poteri pubblici diano il loro avallo a tale modello non rende pubbliche una logica e una pratica imprenditoriali di natura privatistica. Il caso frequente dell'indebitamento dei gestori Spa sui mercati di capitale internazionali è a questo riguardo molto significativo. Logicamente, i poteri pubblici non possono opporsi al ricorso a detti mercati. Cosi facendo, riducono considerevolmente il loro potere decisionale, passando quest'ultimo, per l'essenziale, nelle mani degli operatori finanziari. Una volta inseriti nei meccanismi finanziari privati, la logica finanziaria determinerà le grandi scelte dell'azienda e i suoi margini di manovra.La promozione e il sostegno ai processi di liberalizzazione, di deregolamentazione e di privatizzazione dell'acqua e, in particolare, la diffusione e l'espansione delle società multiutilities (acqua, energia, telecom, trasporti, rifiuti…) rappresenta oggi la punta avanzata del neocapitalismo municipale competitivo. I cittadini sono ridotti a clienti e a consumatori. Gli uffici territoriali attraverso i quali l'azienda è presente sul territorio sono trasformati in business units. Come accade per le piccole cliniche, le piccole scuole, i piccoli uffici postali nei piccoli comuni (è notizia di queste settimane il taglio effettuato da Poste spa), gli uffici territoriali della Spa idrica sono eliminati per ragioni di riduzioni di costi, contribuendo cosi allo sfilacciamento del tessuto sociale dei piccoli centri e, quindi, al loro spopolamento.Per evitare pianti del coccodrillo, come i conservatori inglesi, ma soprattutto per evitare pianti ai toscani, non sarebbe meglio per tutti cambiare già ora, ed evitare di compiere l'errore? Domenici e la sua maggioranza non sono di questo parere. In futuro ne pagheremo tutti le conseguenze».(fn)