40° dell'alluvione: Firenze, New Orleans, Dresda, Budapest e Venezia insieme per la salvaguardia dell'ambiente
Firenze, New Orleans, Dresda, Budapest e Venezia, grandi città del mondo che hanno subito catastrofi naturali, insieme per la salvaguardia dell'ambiente. L'appello per la difesa del pianeta e dei patrimoni culturali e naturali dell'umanità dai disastri naturali, è stato sottoscritto stamani in Palazzo Vecchio dai sindaci di Firenze Leonardo Domenici, di Budapest Gábor Demszky, di Dresda Christian Korndoerfer, di Venezia Massimo Cacciari, e dall'ambasciatore culturale di New Orleans Irvin Mayfield, alla presenza del senatore americano Edward Kennedy. Alla cerimonia, che è seguita a un convegno coordinato dagli assessori all'ambiente Claudio Del Lungo (che ha illustrato l'appello) e alle relazioni internazionali Eugenio Giani, hanno preso parte anche il sindaco di Mopti (Mali) Oumar Bathily e la direttrice della New York University Ellyn Toscano."Le città che hanno subito gravi catastrofi naturali riunite a Firenze l'11 novembre 2006, consapevoli della necessità di adoperarsi affinché ogni abitante della terra abbia pari diritto di accesso alle risorse, allo sviluppo e al benessere, fanno appello a tutte le città che vorranno aderire affinché si attuino rapidamente tutti i meccanismi utili alla riduzione delle emissioni ad effetto serra nell'atmosfera che fermino i gravi cambiamenti climatici in atto sul pianeta": sono le parole con cui si chiude il documento sottoscritto stamani, che è stato poi al centro degli interventi dei relatori.Il sindaco Domenici, dopo aver affettuosamente ringraziato Ted Kennedy per la sua presenza, ha sottolineato l'importanza della sottoscrizione dell'appello: "In questi giorni si sta svolgendo la conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Nairobi ha detto Domenici - Se vogliamo costruire un'Europa davvero nuova e un mondo migliore, sicuramente dobbiamo partire dalle città. Perché è nelle città che si costruisce in primo luogo l'identità del vivere comune, della partecipazione civile, dove noi apprendiamo la difficile arte della convivenza. O noi puntiamo sulle città oppure sarà più difficile avere un mondo migliore. Ecco perché oggi la città di Firenze, Budapest, Venezia, Budapest e New Orleans sottoscriviamo questo appello, sperando di essere ascoltati dalle Nazioni Unite, dall'Unione Europea, dai Governi nazionali, proprio perché pensiamo non si tratta soltanto di difendere il pianeta dalla crisi dell'ambiente in cui viviamo, che è già un obiettivo molto importante, ma dobbiamo anche difendere le nostre città dai mutamenti climatici, dall'inquinamento atmosferico e dai rischi e contraddizioni quotidiani".E questo il messaggio del segretario nazionale delle Nazioni Unite Kofi Annan:"Viviamo in un pianeta inserito in una delicata e intricata rete di relazioni ecologiche, sociali, economiche e culturali che regolano le nostre esistenze. Se vogliamo raggiungere uno sviluppo sostenibile, dovremo dimostrare una maggiore responsabilità nei confronti degli ecosistemi dai quali dipende ogni forma di vita, considerandoci parte di una sola comunità umana, e nei confronti delle generazioni che seguiranno la nostra".(fd)QUESTO IL TESTO DELL'APPELLOIl Patrimonio storico, culturale e civile dell'umanità è rappresentato da ciò che l'uomo è riuscito a creare nel corso di millenni sulla terra.Questo Patrimonio consiste nelle opere dell'ingegno umano tradotte in beni culturali, monumenti architettonici, in opere d'arte, in scoperte scientifiche, in sapere, conoscenza e cultura che sono stati creati all'interno di un Patrimonio naturale più grande che è il nostro pianeta.Ciò che oggi abbiamo è ciò che l'umanità ha saputo conservare nei secoli salvandolo dalle guerre, dalla barbarie, dagli eventi calamitosi naturali, dall'incuria e dall'inciviltà.Oggi questo Patrimonio è messo in pericolo dai grandi cambiamenti che investono il nostro pianeta, dalla capacità dell'uomo di modificare gli assetti naturali e ambientali globali della terra.Tutti gli scienziati sono sostanzialmente d'accordo nel ritenere che all'origine di tali cambiamenti vi siano le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall'attività umana. Tali emissioni e il loro costante aumento hanno fatto salire le temperature della terra e il fenomeno non sembra arrestarsi.I pareri degli scienziati sono ormai diventati documenti di molti organismi nazionali e internazionali che affermano che le catastrofi naturali, fra le quali uragani, intensificazione delle piogge e delle alluvioni e innalzamento dei mari, saranno fenomeni sempre più frequenti e più forti.Sono noti a tutti i cataclismi che hanno sconvolto tante parti del pianeta; dalle inondazioni del Reno e del Danubio a quelle del Po e dell'Arno, dagli Uragani che hanno colpito negli ultimi anni con sempre maggiore violenza alcune aree degli Stati Uniti e dell'America centrale.Da quando l'umanità ha preso coscienza di questo, si sta adoperando per impedire che tali cambiamenti peggiorino e si traducano nella perdita dei grandi patrimoni dell'umanità e della vivibilità stessa sul pianeta.Sta ai governi di tutto il mondo adottare rapidamente tutte le azioni possibili per evitare che ciò si aggravi con conseguenze sempre più dannose per l'umanità.Il primo e più importante passo è stato l'avvio dei negoziati della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, adottata a New York il 9 maggio 1992 che ha portato prima alla Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992 e poi al Protocollo di Kyoto sui Cambiamenti Climatici, adottato il 10 dicembre 1997, ratificato da altri 160 paesi ed entrato in vigore il 16 febbraio 2005.Per raggiungere questi obiettivi il Protocollo di Kyoto propone una serie di provvedimenti fra i quali:rafforzare o istituire politiche nazionali di riduzione delle emissioni (miglioramento dell'efficienza energetica, promozione di forme di agricoltura sostenibili, sviluppo di energie rinnovabili);cooperare con le altre parti contraenti (scambi di esperienze e di informazioni, coordinamento delle politiche nazionali a scopo di efficienza attraverso meccanismi di cooperazione, quali i diritti di emissione, l'attuazione congiunta e il meccanismo di sviluppo pulito).I benefici di una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra risultano principalmente dalla prevenzione dei danni derivanti dai cambiamenti climatici, come l'aumento del livello del mare e le inondazioni, la riduzione delle risorse di acqua potabile, i danni alla salute, la modifica degli ecosistemi, la moltiplicazione dei rischi di incendio e di fenomeni climatici estremi (tempeste, ondate di calore), i danni alle economie basate sull'agricoltura e sul turismo, la perdita di terre emerse, di insediamenti umani e di beni storici artistici e architettonici dell'umanità.Le città che hanno subito gravi catastrofi naturali riunite a Firenze l'11 novembre 2006, consapevoli della necessità di adoperarsi affinché ogni abitante della terra abbia pari diritto di accesso alle risorse, allo sviluppo e al benessere, fanno appello a tutte le città che vorranno aderire affinché si attuino rapidamente tutti i meccanismi utili alla riduzione delle emissioni ad effetto serra nell'atmosfera che fermino i gravi cambiamenti climatici in atto sul pianeta.