Mercatino multietnico, Falciani (SDI): «Evitare l' "accanimento terapeutico"»
Questo il testo dell'intervento del capogruppo dello SDI Alessandro Falciani:«Dopo cinque anni di assistenza del mercato multietnico del Lungarno Pecori Giraldi, è assolutamente lecito porsi interrogativi di fondo sulla sua reale efficacia. A mio parere appare del tutto evidente l'inopportunità di insistere in una politica di accanimento terapeutico nel voler mantenere uno spazio di scarsa utilità, sia economica che sociale.L'idea del Memu (mercato multietnico) fu lanciata nel maggio del 1999 dalle cronache fiorentine di un prestigioso quotidiano nazionale, che presentava un progetto chiavi in mano per la sua realizzazione. Localizzato in Viale Ariosto, un centinaio di bancarelle in due file con ombrelloni in luogo di "un disordinato parcheggio", - si leggeva - a fianco della Porta San Frediano, doveva essere gestito da una cooperativa formata da istituzioni pubbliche e associazioni di categoria, si dovevano trovare prodotti esclusivamente legati agli usi reali dei paesi di origine. L' operazione doveva garantire il triplice scopo di eliminare dalla città i tappetini, attivare una politica di inclusione sociale e creare un "fiore all'occhiello" della città. Insomma "un'occasione di riscatto dall'eterno tappetino e dal limbo della marginalità, grande serbatoio dell'illegalità".Naturalmente gli abitanti della zona insorsero, perché l'ipotesi avrebbe letteralmente sconvolto un quartiere popolare che già soffriva e soffre per la trasformazione da quartiere artigiano e residenziale in quartiere dei locali pubblici, ristorantini, pub, con una forte vocazione notturna incompatibile con le esigenze di chi di giorno vive e lavora, e di notte dorme. Inoltre ero e sono tuttora ancor più convinto che una politica di integrazione e di inclusione sociale non la si promuove costruendo "ghetti", ma favorendo l'inserimento dei migranti nei mercati già esistenti, a fianco dei nostri ambulanti, e promuovendo una loro formazione professionale per consentire di svolgere quei piccoli mestieri artigianali che i giovani fiorentini non vogliono più fare. Organizzai personalmente una raccolta di firme, e poi una assemblea che naturalmente contestò il progetto.Successivamente alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Firenze, che si svolsero dopo poche settimane, il capogruppo dei ds nella seduta di consiglio successiva a quella di insediamento del 12 luglio 1999, dichiarò saggiamente che al mercato multietnico non ci credeva, e che preferiva come soluzione quella di inserire gli extracomunitari nei mercati rionali esistenti, facendo loro spazio. Poi le cose hanno ripreso ad andare diversamente, e nel 2001 lo spazio multietnico ha visto la luce nel Lungarno Pecori Giraldi, dove vivacchia da cinque anni senza aver risolto il problema del commercio abusivo, né aver dato un serio contributo al necessario processo di integrazione e di inclusione sociale. Ed è tutto meno che un fiore all'occhiello. Inoltre è costato ai contribuenti fiorentini qualche decina di migliaia di euro. E in questi cinque anni il commercio abusivo nel centro storico si è moltiplicato a dismisura, favorendo un'immagine degradata della città. Evidentemente se la diagnosi è giusta la cura è sbagliata, e occorre dimostrare una maturità di governo che sia in grado di correggere l'esistente, per percorrere strade alternative a quelle fin qui perseguite».(fn)