Nuovo sfregio su portone chiesa di Santo Spirito, Checcucci (AN): «Dichiarazione di guerra di chi vuole che la piazza sia "terra di nessuno"»
Questo il testo dell'intervento della consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci:«Ormai la provocazione è chiara: il nuovo sfregio sul portone di Santo Spirito è la dichiarazione di guerra di chi vuole che la piazza sia ancora terra di nessuno e le regole vigenti siano quelle che impongono i prepotenti balordi, spacciatori che rendono impossibile ai cittadini onesti la fruizione dello spazio della piazza e quel che è ancora più grave della Chiesa stessa.Alle dichiarazioni di guerra bisogna rispondere non con promesse o con i soliti annunci, ma con tutta la fermezza che è necessaria, finanche arrivare ad una "militarizzazione" della piazza che dimostri alla città ed ai suoi cittadini che la legge è ancora sovrana ed è uguale per tutti.Nelle parole dell'Assessore Cioni "metteremo una telecamera" sta tutta la leggerezza con cui l'Amministrazione affronta la questione che, ripetutamente, da due mesi a questa parte è stata posta all'attenzione della Giunta e del Consiglio. Per tutta risposta ci siamo sentiti dire che erano esagerazioni della destra legalitaria e che la situazione non era poi così compromessa come si voleva far credere. Ci sono voluti personaggi noti come Riccardo Muti per richiamare l'attenzione dell'Amministrazione sulla vergognosa chiusura della Chiesa che i padri agostiniani non riescono più a difendere da irruzioni interne di gentaglia che mette in pericolo anche la sicurezza di fedeli o turisti che entrano all'interno. E dopo tutto questo cosa si dice? Faremo un tavolo con la Curia
! Poi l'ennesima scritta-sfida alla quale si risponde con "posizioneremo una telecamera"
!Le parole hanno fatto il loro tempo; adesso occorrono solo fatti. Poiché l'Amministrazione ha dimostrato la non volontà politica di risolvere il problema, nascondendosi prima,dietro il non riconoscimento della realtà, poi, costretta, dicendo che mancano mezzi e uomini, crediamo che l'unica speranza possa essere rappresentata dallo Stato, dalle forze dell'ordine le quali, in stretto raccordo con le comunità religiose e parrocchiali dovrebbero creare una rete di vigilanza seria che garantisca un controllo mirato, continuo e che prescinda dalle contingenze locali e dalle esclusive capacità dell'Amministrazione, presidiando, se necessario, ininterrottamente la zona. La parola "militarizzazione " non ci spaventa, anzi. Siamo convinti che essa rappresenti la prima forma di prevenzione».(fn)