40° dell'alluvione, il sindaco Domenici: "Giusto ricordare ma guardiamo anche alla strada fatta, soprattutto nel campo della protezione civile"
"In questi giorni di ricordi e celebrazioni, naturalmente è giusto ribadire quanto ancora c'è da fare per mettere in sicurezza l'Arno e scongiurare disastri come quello del 66. Ma è altrettanto giusto guardare anche alla strada che abbiamo fatto in questi anni, soprattutto nel campo della protezione civile. Perché oggi, nonostante le terribili prove per altre calamità naturali che hanno affitto il nostro pese, possiamo dire che le radici degli apparati della protezione civile e della rete di assistenza alle popolazioni e ai territori affondano qui, a Firenze: sono nate in quei terribili giorni del novembre '66. E voglio qui ringraziare tutto coloro che, oggi come allora, si prodigano con grande professionalità e spirito di sacrificio in questo settore". Sono le parole del sindaco Leonardo Domenici, che è intervenuto oggi al convegno "Alluvione 1966" organizzato dalla Prefettura di Firenze nel cenacolo di Santa Croce. "E' con questo incontro ha precisato il sindaco che si aprono le celebrazioni, gli incontri e i momenti più intesi del ricordo"."In questi giorni ha continuato Domenici mi sto chiedendo il motivo di questo grande coinvolgimento collettivo, di questa eccezionale quantità di iniziative. Credo che ci siano due risposte da dare. La prima, è che allora ci fu un tale e forte sentimento di solidarietà a livello internazionale, che ancora oggi ci colpisce e ci stupisce. Ed infatti parte di queste celebrazioni sono dedicate agli angeli del fango'. La seconda risposta, è semplicemente che c'è di mezzo Firenze'. Rileggendo le cronache di allora dai giornali di tutto il mondo, colpisce l'attaccamento comune alla nostra città. Nel momento in cui Firenze rischiava, il mondo sentiva di poter perdere un pezzo di sé, della sua identità"."E dunque ha concluso il sindaco - ricordiamo il 40° anniversario dell'alluvione, ma tenendo anche ben presente quanto e come si sia capaci di reagire, quando una parte di noi stessi, come è Firenze, viene messa in pericolo. Quel che successe ci dà la forza per dire che si può sempre andare avanti, che anche dal male può venire la spinta alla solidarietà e alla ricostruzione". (ag)