Un progetto presso l'Ente "Cassa delle Ammende" per l'ampliamento delle strutture che accolgono le persone in libertà vigilata

Un progetto di finanziamento presso l'ente "Cassa delle Ammende" per rafforzare e ristrutturare nell'area fiorentina il sistema dell'accoglienza delle persone che chiedono misure alternative al carcere, oppure per aiutare coloro che usufruiscono dei benefici penitenziari, ma non sono in grado di garantirsi autonomamente una sistemazione abitativa, tale da essere considerata certa e sicura dalla Magistratura di Sorveglianza. Il progetto viene proposto dall'assessorato all'accoglienza e all'integrazione del Comune di Firenze in qualità di ente capofila, insieme all'Uepe (uffici esecuzione penale esterna), la Provincia di Firenze, il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria Toscana, NCP Sollicciano, la Casa Circondariale Gozzini, l'Asl 10 Firenze, il Tribunale sorveglianza di Firenze, e i partner operativi Caritas Onlus Firenze, Ordine suore Vincenziane - Firenze, Associazione Ciao, Ass. Sant'Agostino, Ass. Arci, Banca Etica sede di Firenze. L'obiettivo è quello di offrire un potenziamento strutturale delle accoglienze e di offrire nuove misure di sostegno finanziario (sostegno temporaneo all'inserimento)."La Cassa delle Ammende è un ente con personalità giuridica regolato dalla Legge, dotata di un fondo, costituito dalle multe comminate in seguito a condanna processuale – ha spiegato l'assessore all'accoglienza e all'integrazione Lucia De Siervo -. Queste somme, per quanto destinate a finanziare progetti di reinserimento sociale sono rimaste congelate per molti anni. Poco più di due anni fa era stato emanato un Regolamento di gestione, ed era stata costituita una Commissione interministeriale per gestire il Fondo, che però l'ex ministro della Giustizia Castelli non ha mai convocato. E' importante che presto questa situazione si sblocchi al più presto e che il fondo possa finanziare i progetti meritevoli di finanziamento"."Sarebbe inaccettabile che un fondo disponibile, non venisse utilizzato – ha sottolineato De Siervo - . Il nostro è un progetto importante: infatti oltre a offrire una opportunità di reinserimento sociale, crea un presupposto d'equità. Non è giusto che chi ha i presupposti per la semilibertà non possa goderla perché non è in grado di garantirsi autonomamente una sistemazione abitativa.Lo sblocco dei fondi di cassa ammende è invece fondamentale anche per le persone liberate in seguito all'indulto, poiché questi fondi infatti possono costituire una base per il reinserimento. Il rafforzamento di politiche concrete aumenta le possibilità di reinserimento di coloro che escono dal carcere".Il progetto è strettamente connesso agli altri della rete cittadina carcere, sull'asse formazione-lavoro; i soggetti che fruiscono del sistema di accoglienza possono essere gli stessi destinatari dei programmi di formazione o di avvio al lavoro, abbinando il tema dell'accoglienza a quello del lavoro in un percorso individuale il più possibile integrato.L'obiettivo è quindi quello di aumentate dal punto di vista quantitativo e qualitativo il numero dei posti offerti nei centri di accoglienza; realizzare un sistema di accoglienza integrato tra i servizi penitenziari e territoriali e coordinato tra Istituti di Pena, Magistratura di Sorveglianza, Centri di Accoglienza ed Agenzie che seguono il percorso di formazione e lavoro. (pc)