Stamani convegno nazionale sugli ospedali psichiatrici giudiziari a Montelupo Fiorentino. De Siervo: "Ora possiamo farcela a cambiare il carcere"

"Diritto alla salute delle persone detenute; superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari; ruolo delle regioni", è il titolo del convegno nazionale che si è svolto stamani all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino al quale ha partecipato il sottosegretario alla Giustizia Luigi Manconi.Scopo del convegno è stato quello di riflettere sulla realtà esistente e di riprendere la discussione su come superare la realtà degli Opg .L'assessore all'accoglienza a Integrazione, Lucia De Siervo, partecipando al convegno ha messo in risalto come "le disposizioni regionali che hanno creato la possibilità di creare le Società della Salute, attraverso l'integrazione tra i servizi territoriali ed ospedalieri delle ASL con i servizi sociali delle amministrazioni comunali, devono permettere la realizzazione di programmi individuali di accoglienza e riaccoglienza ben integrati tra servizi sanitari, sociali e con i servizi del Ministero della Giustizia. Tutto questo per rendere più facile la realizzazione di quei progetti per il rientro sul territorio di soggetti fiorentini che scontano la Misura di Sicurezza negli Opg, perché possiamo integrare i servizi sanitari per la Salute mentale con quelli sociali territoriali"."A Firenze - ha ricordato l'assessore – è già presente una struttura intermedia tra l'Opg ed il territorio, ( Le Querce - Ugnano), che favorisce la fase intermedia, per le situazioni più difficili, di passaggio tra la struttura chiusa, come l'Opg, ed il territorio. E' una struttura interessante, una buona pratica da diffondere, perché cerca di coniugare esigenze di sicurezza, che in molti casi permangono, con quelle del ritorno dei soggetti a quella normalità per loro possibile.""Questo è un momento importante per la realtà carceraria, infatti grazie alla misura dell'indulto siamo a situazioni di minimi storici e quindi è arrivato il momento in cui si può realizzare il cambiamento di modello carcerario che non consista nell'abbandonare il recluso a scontare una pena, senza offrirgli una possibilità di cambiamento. Comunque potrebbe essere un segnale importante, per quanto riguarda Sollicciano, in cui è presente la casa di custodia e di pena, la riduzione delle sezioni. Perché, come ha affermato stamani il provveditore regionale amministrazione penitenziaria De Pascalis, "Se non ora quando?". (pc)