Bosi (FI): «Tutelare la "fiorentinità" dell'Opificio delle Pietre Dure»

Una interrogazione «per conoscere quali iniziative intende intraprendere l'amministrazione per impedire l'annunciata incorporazione dell'Opificio delle Pietre Dure in un'altra nuova realtà istituzionale» è stata presentata dal consigliere di Forza Italia Enrico Bosi.L'esponente del centrodestra sottolinea che l'Opificio «sarà inglobato in una nuova struttura che comprende l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma, l'Istituto per la Patologia del Libro e il Centro per il Restauro e la Legatoria degli Archivi di Stato» e che «questa "riorganizzazione" priverà l'Opificio di un proprio soprintendente».«L'istituto fiorentino – ha rilevato Bosi - pur avendo la sua base operativa a Firenze, è già pienamente inserito nel contesto internazionale del restauro ed è apprezzato proprio per le sue caratteristiche di alta competenza e capacità così come è dimostrato dai continui rapporti e coinvolgimenti in occasione di progetti di ricerca, indagini diagnostiche e momenti di studio di respiro internazionale. La "razionalizzazione e riorganizzazione" a cui si fa riferimento per giustificare questo accorpamento non ha ricadute solo gestionale e organizzative ma va a intaccare la natura stessa dell'Opificio compromettendone irrimediabilmente l'incidenza operativa e la "centralità" internazionale fino ad oggi conseguita nell'ambito del restauro e della conservazione». (fn)Questo il testo dell'interrogazione:INTERROGAZIONEOGGETTO: per conoscere quali iniziative intenda intraprendere l'Amministrazione Comunale per impedire l'annunciata incorporazione dell'Opificio delle Pietre Dure in un'altra nuova realtà istituzionale.Proponenti: Bosi (F.I.)Preso atto che si è avuta notizia che l'Opificio delle Pietre Dure sarà inglobato in una nuova realtà istituzionale comprendente l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma, l'Istituto per la Patologia del Libro e il Centro per il Restauro e la Legatoria degli Archivi di Stato;Preso atto che questa "riorganizzazione" priverà l'Opificio medesimo di un proprio Soprintendente in quanto si troverà a dipendere da un Dirigente situato a Roma;Preso atto che la notizia è stata confermata in tre successive dichiarazioni del Capo Dipartimento per i Beni Archivisti e Librari, prof. Giuseppe Proietti, apparse ne Il Giornale della Toscana, ne La Repubblica in cronaca regionale e ne Il Corriere della Sera;Tenuto conto che la moderna realtà istituzionale dell'Opificio, così come si è configurata dopo la riforma del 1975, ingloba una secolare tradizione di attività nel campo dell'arte e del restauro propria della città di Firenze;Tenuto conto che l'Istituto è altresì caratterizzato da una forte capacità operativa che si esplica attraverso l'attività dei 12 settori di restauro oltre che nella ricerca scientifica e nella didattica della Scuola di Alta Formazione;Preso atto che le caratteristiche sopra elencate giustificano e impongono la presenza in loco di un Dirigente nella pienezza delle sue prerogative la cui assenza determinerebbe una ovvia perdita di funzionalità dell'Istituto medesimo;Tenuto conto che l'Opificio, pur avendo la sua base operativa a Firenze, è già pienamente inserito nel contesto internazionale del restauro ed è apprezzato proprio per le sue caratteristiche di alta competenza e capacità così come è dimostrato dai continui rapporti e coinvolgimenti in occasione di progetti di ricerca, indagini diagnostiche e momenti di studio di respiro internazionale;Visto che l'Opificio risulta essere all'avanguardia nel campo della conservazione e che sperimenta e applica quotidianamente metodiche e tecnologie innovative quali, per esempio, le nuove categorie di solventi, il laser, la riflettografia IR ad alta definizione;Preso atto che la "razionalizzazione e riorganizzazione" a cui si fa riferimento per giustificare questo accorpamento non ha ricadute solo gestionale e organizzative ma va a intaccare la natura stessa dell'Opificio compromettendone irrimediabilmente l'incidenza operativa e la "centralità" internazionale fino ad oggi conseguita nell'ambito del restauro e della conservazione;Tenuto conto altresì che questa decisione è stata presa senza nessuna consultazione e che le ragioni di essa non risultano chiare anche in considerazione del fatto che il restauro andrebbe potenziato e reso autonomo nel contesto delle regioni italiane e che una potente centralizzazione non rappresenta solo la perdita del know how acquisto ma anche una futura burocratizzazione;Preso atto che la "subordinazione" dell'Istituto non solo mortifica il lavoro di altissima qualità che è stato fatto fino ad oggi ma va anche a ledere l'immagine della Toscana che grazie all'Opificio rappresenta oggi un centro di eccellenza indiscusso in merito alla ricerca e alle metodologie del restauro in Italia e all'estero;Tenuto conto infine che l'Opificio rappresenta per la città di Firenze una istituzione legata inscindibilmente al patrimonio storico della città visto che l'Istituto medesimo è stato fondato per volere di Ferdinando de' Medici nel 1588 e che oggi rappresenta l'unica istituzione in Europa a disporre di 50 restauratori, 6 storici dell'arte, 1 archeologo, 7 esperi scientifici, 4 fotografi;Vista l'interrogazione parlamentare inoltrata dal Senatore Paolo Amato al Ministro Rutelli in data 22 settembre u.s.INTERROGA IL SINDACO PER SAPERESe era a conoscenza della decisione presa dal Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli e se la condivide;Se ritiene opportuno assumere iniziative volte ad impedire l'accorpamento dell'Opificio delle Pietre Dure;se ritiene comunque opportuno informare il Consiglio o meno sull'esito di eventuali iniziative intraprese a tutela dell'autonomia operativa e della "fiorentinità" della prestigiosa istituzione.