Convegno sull'Alzhaimer, l'assessore Cioni rilancia il contributo di solidarietà per la non autosufficienza

Un'occasione per fare il punto sulle politiche e sulle strategie presenti e future in materia di Alzheimer. Si tratta del convegno che si è svolto questa mattina a Palazzo Vecchio in occasione della XIII giornata mondiale dell'Alzheimer che quest'anno assume un significato particolare: proprio cento anni fa questa malattia venne infatti diagnosticata per la prima volta. Il titolo dell'iniziativa, organizzata dall'Aima, è appunto "100 anni di Alzheimer. Politiche e strategie per un futuro migliore". Obiettivo dell'appuntamento, promosso anche dalla Società della Salute di Firenze e patrocinato da Rai-Radiotelevisione Italiana-Segretariato sociale, offrire un quadro d'insieme dei servizi esistenti e di quelli che ancora mancano, nelle diverse regioni italiane, rispetto alle politiche per l'Alzheimer. E anche offrire spunti e indirizzi su quanto si potrebbe concretamente ancora fare. Tra gli intervenuti l'assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Graziano Cioni, l'assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvadori, il direttore generale dell'Azienda sanitaria di Firenze Luigi Marroni, il presidente nazionale dell'Aima Patrizia Spadin e quello di Firenze Manlio Matera e, in rappresentanza del ministero della salute, Stefano Inglese."Firenze è una città particolare – ha esordito l'assessore cioni – dove la prospettiva di vita è più alta rispetto alle altre zone della Toscana e dell'Italia. Una città sempre più anziana, quindi, dove il 26% della popolazione ha superato i 65 anni e tra questi la metà è ultrasettantacinquenne". In termini numerici si tratta di migliaia e migliaia di persone. "Questo – ha aggiunto l'assessore Cioni – vuol dire che a Firenze si vive bene e che la rete dei servizi sanitari e sociali con la preziosa collaborazione del volontariato e del privato sociale riesce a dare risposte importanti. E' quindi un vanto per la nostra città ma che si traduce anche in un crescente impegno garantire le risposte ai sempre maggiori bisogni. L'invecchiamento della popolazione comporta, infatti, anche una maggior diffusione di malattie invalidanti come la demenza senile". Le stime parlano del 7% di persone affette da questo tipo di patologia (ovvero più di 6mila) tra cui circa la metà malati di Alzheimer. E' quindi un fenomeno di dimensioni notevoli che necessita di un sempre maggior impegno da parte delle istituzioni. "L'Amministrazione comunale sta lavorando insieme all'Aima proprio per offrire una gamma differenziata di servizi per malati e famiglie, su cui molto spesso ricade il compito dell'assistenza. Ma tutto questo non può funzionare se mancano le risorse".L'assessore Cioni ha quindi colto l'occasione per rilanciare l'appello per l'istituzione di un contributo di solidarietà per la non autosufficienza. "Ogni anno il Comune di Firenze investe decine di milioni di euro per gli anziani e in generale per i servizi sociali. Basta un dato per avere idea dell'impegno dell'Amministrazione in questo ambito: ogni anno si spende 221 euro pro capite a fronte dei 117 della media regionale, dei 145 del Nord-est e più del doppio della media nazionale, attestata sui 91 euro". "Si tratta di un impegno notevole che confermiamo ma che purtroppo non è sufficiente a coprire tutte le esigenze. Soprattutto negli ultimi anni infatti i bisogni dei cittadini sono aumentati, mentre le risorse sono rimaste le stesse se non addirittura diminuite. Per questo, se vogliamo mantenere e migliorare il livello di servizi, rinnovo la richiesta per l'istituzione di un contributo di solidarietà per la non autosufficienza. Una leva fiscale trasparente per creare un fondo da utilizzare proprio a far rimanere gli anziani nelle loro case".Il presidente dell'Aima di Firenze Manlio Matera si è invece soffermato sulla rilevanza del convegno e ha tracciato il bilancio dell'attività dell'associazione."Si tratta di un'occasione di rilievo nazionale – ha spiegato Matera – nella quale si sono presentate le esperienze fiorentine e toscane ai responsabili del ministero della salute con la speranza che seguano interventi del governo sul tema dell'Alzheimer. Si tratta di un appuntamento importante perché queste esperienze dimostrano che si possono dare risposte migliorando qualitativamente i servizi anche con risorse contenute. Ne è un esempio il progetto MIRA, nato per sviluppare sperimentalmente un modello di lavoro in rete per assistere le persone con demenza senza potenziare i servizi e replicabile anche in ambito regionale e nazionale. Matera si è spinto oltre, candidando questo modello di lavoro a riferimento per le patologie croniche che colpiscono gli anziani. "Se l'integrazione dei servizi funziona per l'Alzhaimer, perché non utilizzare questo metodo di lavoro anche per le altre malattie degenerative croniche? Ovviamente ci sono delle specificità legate alle singole patologie, ma esistono qualità del lavoro che possono essere generalizzate". Matera si è soffermato poi sul rapporto tra l'Aima e le istituzioni. "L'obiettivo dell'associazione è l'integrazione con la rete dei servizi e per questo i nostri interlocutori principali sono le istituzioni. L'Aima offre sostegno e informazioni alle famiglie e al tempo stesso si affianca alle istituzioni per promuovere innovazioni nei servizi. E le relazioni che abbiamo instaurato con le istituzioni di Firenze e della Regione sono estremamente positive: queste hanno infatti dimostrato nei confronti dell'Aima un'attenzione non scontata che si è tradotta in interventi concreti come la costituzione dei centri di ascolto Alzheimer, tutti gestiti in convenzione con i comuni". Tra questi spicca quello di Firenze, il primo ad essere istituito nel 2000, con sede in via Pancaldo 29 (telefono 055/433187, fax 055/4486053, email aima@italz.it). "Il Comune di Firenze ha avuto la lungimiranza di sostenere l'esperienza fin dalla sua nascita e questo ci ha consentito di fare un buon lavoro" ha concluso Matera. (mf)