Dimissioni di Siliani, Rifondazione: «Riusciranno ad indurre la maggioranza ad uscire dalle secche di una discussione svolta nell'ombra?»
Questo il testo dell'intervento dei consiglieri del gruppo di Rifondazione Comunista:«Le dimissioni dell'assessore alla cultura riusciranno ad indurre le forze politiche della maggioranza di Palazzo Vecchio ad uscire dalle secche di una discussione svolta tutta nell'ombra e lontana dalle richieste della città?Porsi il problema della "ripartenza", come sollecitato qualche giorno fa dal capogruppo DS, ci sembra sempre più urgente. E che esista un bisogno, diciamo, oggettivo, di rimettere a fuoco le politiche e soprattutto le priorità e le modalità con le quali si attuano è sotto gli occhi di tutti in città e le cronache locali da oltre un anno ne danno ampia testimonianza.Ci sembra però che questa "giusta" esigenza si traduca in una ennesima occasione mancata. E' assolutamente perdente che il ragionamento si attesti sui nomi presenti e possibili degli assessori, sulle questioni e le diatribe interne ai partiti di maggioranza, piuttosto che snodarsi sulla lettura aggiornata dei bisogni che la città esprime.Inoltre è sostanzialmente poco lungimirante escludere l'assemblea elettiva dalla necessaria analisi e relegare alle battute nei corridoi del Palazzo uno scambio di opinioni con le minoranze che, per quanto ci riguarda, anche nel ruolo di opposizione, ha sempre portato un contributo nell'interesse della città.Dunque un'occasione mancata perché l'esito che uscirà dall'operazione che si sta delineando, anche con le dimissioni dell'assessore alla cultura, non potrà che essere una giunta ancora più lontana da noi e dai bisogni della città che con forza esplodono quotidianamente. L'esperienza del rimpasto in Provincia ha rappresentato il punto più basso di collegialità nelle decisioni, se è vero, come si è letto sulla stampa cittadina, che lo stesso partito di maggioranza relativa ne è rimasto scompaginato.Esprimiamo la nostra preoccupazione forte perché sarebbe un danno grave per la città se non si percorresse una strada diversa.Cogliamo positivamente in alcuni autorevoli interventi degli esponenti Ds la preoccupazione che i processi in atto, segnatamente tutta la materia della mobilità, proseguano quasi per automatismo, generando un incancrenirsi delle difficoltà reali per i cittadini e del loro rapporto con l'istituzione: da questo la necessità di una "ripartenza" sulle scelte e la loro realizzazione, e aggiungiamo noi, sugli strumenti finanziari e gestionali utilizzati.Cogliamo però anche un'erronea prospettiva nel tentativo di ristabilire la relazione indispensabile fra i cittadini e chi li amministra: non si tratta di "far capire a questa città che queste opere sono indispensabili", come sostenuto qualche giorno fa da un esponente DS, ma piuttosto di capire le difficoltà che la loro realizzazione procura alla città, intervenire e recuperare l'insensibilità fin qui dimostrata dall'Amministrazione per il danno temporaneo prodotto, coinvolgere i cittadini negli interventi che modificheranno il volto della città per garantire i diritti fondamentali alla viabilità, alla casa, alla qualità della vita, per una città nelle mani dei cittadini».(fn)