La morte di Oriana Fallaci, il sindaco annuncia un convegno di alto livello per ricordarla. "Firenze non ha un sentimento di ostilità verso di lei"
Un convegno ad alto livello sulla figura di Oriana Fallaci "perché Firenze non aveva e non ha un sentimento diffuso di ostilità o di odio nei suoi confronti, e credo sia giusto che la ricordi in questo modo". E' quanto ha annunciato il sindaco Leonardo Domenici, nell'intervento che ha aperto oggi il dibattito in consiglio comunale."Questo è un settembre triste" ha esordito il sindaco, ricordando ancora Graziano Grazzini, commemorato la settimana scorsa, e la più recente scomparsa di Giovanni Biagiotti e Giordano Cubatoli, due importanti esponenti delle categorie fiorentine "a cui va il nostro pensiero"."Ed oggi ha proseguito Domenici siamo qui per il ricordo di Oriana Fallaci. Una fiorentina illustre, una giornalista importante, una scrittrice brava ed efficace, una inviata di guerra tanto coraggiosa da sfiorare la temerarietà. In primo luogo il mio cordoglio va alla famiglia. Ieri ho parlato con la sorella Paola: un colloquio breve, intenso e rispettoso. Lei, pur precisando che non c'era alcun riferimento personale, mi ha parlato della ingratitudine della città di Firenze' nei confronti di Oriana. Ebbene devo dire che sono stati molti i fiorentini illustri che hanno sentito questa ingratitudine, vera o presunta che fosse. Ma come sindaco e con molta chiarezza dico che Firenze non aveva e non ha un sentimento diffuso di ostilità o di odio verso Oriana Fallaci. E proprio per questo, credo sia giusto che la città la ricordi. Discutiamo come, ognuno avanzerà la proprie proposte, ne parleremo. Credo comunque sia giusta ed opportuna una iniziativa culturale di alto livello sulla sua figura, così come venne fatto dopo la scomparsa di Indro Montanelli, con il Gabinetto Vieusseux e la Fondazione del Corriere della Sera. Ne ho parlato con il presidente e il direttore del Vieusseux e con il condirettore del Corriere della Sera Paolo Ermini, che è fiorentino. Una iniziativa a cui chiamare anche personaggi che hanno un punto di vista diverso da lei, perché credo che la cosa che le piaceva di più fosse proprio provocare la discussione". Domenici ha ricordato poi come Oriana Fallaci abbia voluto sottolineare il suo legame con Firenze scegliendo di venire a morire nella sua città natale."Abbiamo avuto il passato momenti di acuta contrapposizione, come in occasione del Social Forum ha ricordato ancora il sindaco e allora il contrasto si approfondì: ma questa è storia di ieri, e in fin dei conti credo che quelle sue posizioni fossero in parte dettate proprio dal suo legame con la città. Ma sarebbe sbagliato ridurre tutto a questo aspetto: Oriana Fallaci trascendeva Firenze e alimentava discussioni e polemiche ben oltre la nostra città. A questo proposito, ho visto che è stata riproposta la questione del Fiorino d'oro. Una questione che va vista anche per quelle che furono le posizioni della stessa Fallaci: disse chiaramente, ed in maniera molto colorita, che l'avrebbe di certo rifiutato. Non credo scherzasse, era persona che non indulgeva certo in posizioni ipocrite. Ed aggiungo che il più importante riconoscimento della città, quando si consegna deve raccogliere il più ampio consenso possibile. Questo non sarebbe certo avvenuto"."Uno dei miei ultimi incontri con Oriana Fallaci è avvenuto nel 2000 ha proseguito Domenici - quando in piazza San Giovanni c'era la tenda che ospitava un grippo di cittadini somali che protestavano giustamente per ottenere alcuni diritti, in particolare sui ricongiungimenti familiari. La questione venne risolta positivamente, ma anche allora ci furono polemiche. E devo dire che io non compresi il punto di vista di Oriana Fallaci su quella vicenda: perchè il problema con lei non andava affrontato solo dal punto di vista amministrativo. C'era già una questione più profonda, c'era il tema dello scontro di civiltà', della messa in discussione dei valori occidentali, che poi in lei esplose dopo l'11 settembre. E' stato dunque questo l'orizzonte in cui si sono collocate l'elaborazione, le idee, le convinzioni di Oriana Fallaci: e che io non ho mai condiviso. Io penso che si viva in un mondo in cui, nonostante i rischi, non abbia senso la difesa a oltranza della civiltà occidentale. Penso che si debbano difendere prima di tutto il rispetto della dignità e il principio della libertà. E che abbiamo il dovere di pensare al mondo come uno spazio dove gli individui non vengono valutati solo per la loro religione o per la loro razza. Le persone sono più complesse, tutti siamo più identità contemporaneamente, ed abbiamo il dovere di difendere le scelte degli esseri umani e le identità plurali del mondo in cui viviamo. Sarebbe stato bello poter discutere di questi temi con Oriana Fallaci. Ebbene facciamolo comunque. E speriamo con il concorso di tanti".Domenici ha concluso il suo intervento con un ricordo personale. "Alla fine del nostro ultimo incontro Oriana mi dette un bigliettino, con la sintesi dell'orazione funebre che lei pronunciò per la morte di suo padre. Parlava con profondo affetto di un uomo che era stato antifascista, che aveva lottato per la Liberazione, che aveva contribuito alla fondazione della Fiomm, che era stato socialista. Mi piace pensare che, con quel gesto, Oriana Fallaci volesse dirmi che avevamo una radice comune". (ag)