La morte di Oriana Fallaci, Falciani (SDI): «Merita di essere ricordata dai fiorentini»

Questo il testo dell'intervento del capogruppo dello SDI Alessandro Falciani:«La Fallaci è stata un poliedro dalle mille facce, spesso troppo numerose per permettere di classificarle in una sola categoria.Fervente antifascista a soli dieci anni aderì a Firenze, nella brigata Giustizia e Libertà con compiti di vedetta.Nel 1967 l'esperienza giornalistica in Vietnam che racconta il conflitto tra il Golia americano e il Davide vietnamita. Nel 1973 conosce il partigiano greco socialista Alekos Panagulis, e lotta con lui contro il regime dei colonnelli greci. Nel 1975 la Fallaci e Panagulis collaborano alle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Alla sua attività di reporter hanno fatto seguito le interviste a importanti personalità della politica: Pietro Nenni, Yasser Arafat, Henry Kissinger, Willy Brandt.Nel 2004, in una sua intervista al Corriere della Sera, la Fallaci afferma "sul tema della giustizia sociale non potrei mai schierarmi con la squadra di calcio che ha nome destra".Il 14 dicembre 2005 il Presidente della Repubblica l'ha insignita della medaglia d'oro quale "benemerita della cultura".Una donna densa di contraddizioni, che possono essere racchiuse in una delle sue ultime frasi: "perché sono atea, grazie a Dio".Insomma una parabola complessa quella della Fallaci, nella quale l'unica certezza appare soltanto una: la passione che ha messo nel suo lavoro e nella sua produzione giornalistico letteraria.E allora la pietà, la sua figura di donna di cultura internazionale non ascrivibile nelle divisioni tradizionali e stereotipate della politica italiana, deve indurre la città di Firenze a valutarne complessivamente la sua storia, riservandogli quella considerazione e quel riconoscimento che merita.Almeno ora che non c'è più».(fn)