La morte di Graziano Grazzini, Toccafondi: «Ha segnato chi l'ha conosciuto per quello che faceva, diceva e per come si poneva»

Questo il testo dell'intervento del vicecapogruppo di Forza Italia Gabriele Toccafondi:«Se si potesse dare un titolo alla giornata di oggi non vorrei che fosse "nel ricordo di" semmai "nel segno di", perché mentre il ricordo è qualcosa che nel tempo svanisce o si affievolisce, Graziano ha lasciato un segno. E' come una cicatrice che uno si fa da piccolo e man mano che cresce resta lì a testimoniare quello che è avvenuto, e ogni volta che la guarda si ricorda benissimo cosa gli è accaduto che quasi sente ciò che aveva sentito nel momento in cui quella cicatrice se l'è fatta. Graziano ha segnato chi l'ha conosciuto per quello che faceva, diceva e per come si poneva.Era un uomo buono ma non buonista, non cercava il consenso, è sempre stato un vero politico, le sue posizioni erano nette, le sapeva argomentare e difendere. Non ha mai voluto fare male a nessuno. Mai. Ma non ha mai tralasciato ciò che la sua coscienza gli diceva di dire.Nel 1999 finita l'Università volevo fare politica e mi volevo candidare per il Comune dove Graziano già era presente dal 1995. E' stato lui a farmi accostare alla politica e a farmi accettare quella candidatura, ed è stato lui a seguirmi durante tutta la campagna elettorale spronando molti comuni amici a votare me e non lui. Pensate a che cosa incredibile sia questa, in un mondo quello della politica dove più che altrove vige la regola del dentro io fuori te. E ancora, una volta eletto, io impacciato speravo che fosse lui a fare le iniziative e io mi sarei comodamente accodato, ma visto che così non faceva gli chiesi il motivo. Mi rispose che di fronte alla realtà c'ero io e dovevo essere io a rispondere, "non si può scavalcare ciò che senti te di fronte alla realtà" mi ripeteva. Poi aggiunse "io ci sono e faremo anche insieme perché anche a me hanno insegnato che è meglio fare con qualcuno che come qualcuno. Ma la responsabilità non te la toglie nessuno". E' vero, perché non basta scimmiottare qualcuno per diventare grandi. L'ho quindi sempre avuto al fianco come un figlio può avere un padre, discreto magari anche un passo indietro ma presente, quando faceva il vicepresidente del consiglio in Comune non lo avevo più accanto fisicamente ma ogni volta che terminavo un intervento lo guardavo e da un suo sguardo capivo se avevo colto o meno l'obiettivo. Quando nel 2004 gli fu offerto un posto in Provincia gli chiesi cosa avremmo potuto fare per convincere qualcuno a desistere da questa scelta. Lo dicevo anche egoisticamente perché non averlo più fisicamente nel salone dei duecento mi inquietava e glielo dissi. Mi guardò dicendo "ma non ti accorgi che non solo cammini con le tue gambe ma corri?". Speravo che qualcuno dentro Forza Italia prima o poi mi chiedesse qualcosa, insomma mi dicesse "devi fare questo" perché sapevo già cosa avrei chiesto in cambio "fate tornare Graziano accanto a me". Non c'è stata mai occasione. Insieme abbiamo fatto molte iniziative, non eravamo una corrente e non volevamo esserla, come mi diceva lui eravamo una vespa, e io aggiungevo te guidi e io ti sto dietro.Ognuno di voi ha tanti ricordi belli di Graziano ed io voglio conoscerli, per questo vi chiedo almeno di scriverli. Non posso raccontare i tanti personali episodi di questi anni, ci sarà modo e tempo per ricordarli e farne memoria e tesoro. Oggi mi interessa spendere alcune parole per capire che cosa di lui ci ha tutti colpiti, perché chi lascia il segno non lo lascia per i singoli episodi o parole o comportamenti, ma per ciò che quelle parole o comportamenti o episodi riflettono. Perché Graziano è splendente e luminoso come la luna piena lo è di notte, ma come la luna non splende di una luce propria, così anche Graziano riflette la luminosità di un Altro. Ma cosa è che rende Graziano così vero? Graziano ha incontrato il cristianesimo, un cristianesimo vivo che c'entra con tutto, che non lascia fuori niente, è stato fatto oggetto di quell'attenzione che poi ha rivolto a tutti quelli che nella vita lo hanno anche solo sfiorato e che gli sono stati vicino in questi ultimi giorni.Graziano adesso sperimenta la vita eterna ma prima ha sperimentato, e ci ha fatto sperimentare, il centuplo sulla terra. Amare, vivere, dialogare, abbracciare, anche combattere politicamente per le sue idee, cento volte più intensamente. Sono certo che a tutti coloro che lo hanno conosciuto interessa proseguire la sua amicizia ma interessa sperimentare questo centuplo sulla terra.Per Graziano come per me e per altri prima di Graziano e per altri dopo di me la politica è servire. Servire come ha fatto Cristo, servire tutti con letizia e generosità perchè si è coscienti di essere i più piccoli e di avere tutto in dono, ma proprio per questo affermare la grandezza, la magnificenza dell'agire umano: servire l'uomo è fare lo stesso mestiere di Cristo, fare proprio come Lui. Servire anche a costo di essere giudicati ingenui, non sufficientemente scaltri, ma servire tutti, soprattutto coloro che non hanno a chi rivolgersi.Per questo c'è sempre un qualcosa che va oltre la battaglia politica, alla quale non si è mai sottratto. Con Graziano questo era evidentissimo: un sorriso, un abbraccio, una comprensione dell'umano, una battuta; che, come mi diceva sempre lui, non è capacità nostra: è di Cristo, è Lui che fa il suo mestiere usando noi. Graziano era così. Entusiasta come un ragazzo che scopre che questo mestiere era per lui la cosa più bella della vita. E Gesù usando lui, e quella sua passione, ha toccato il cuore di tanti.Guardate, queste sono le cose più vere che abbia mai detto in questa aula che rispetto e mi onoro ogni volta di frequentare, non era Graziano, era Gesù Cristo che agiva! Perchè il centro della politica è l'uomo, ma il centro dell'uomo è un Altro.La sua fede cristiana era una esperienza sensibile, a cui tutti potevano partecipare, che potevano incontrare come era capitato a lui. Non un ideale, non un'ispirazione, non un'utopia o un sogno. Era una cosa concreta come il dolcissimo amore per la sua famiglia. Quella fede cristiana vissuta come esperienza sensibile a cui tutti potevano partecipare che si vede adesso nella sua famiglia.Ora Graziano non è più fisicamente presente. Ma, e lo dico senza retorica, lo è più di prima perchè il suo mestiere l'aveva imparato bene e il suo agire ci ha segnato. Lascia tante lacrime, certo, ma non disperazione. No, disperazione e smarrimento no. Lascia la voglia di essere come lui, la stessa voglia di imitare Cristo che aveva lui.Sono certo che Graziano ci sia stato dato in questi anni perchè capissimo meglio di cosa ha bisogno il nostro cuore.Adesso Firenze lo accolga tra i suoi figli più cari».(fn)