La morte di Graziano Grazzini, Giocoli: «Credeva molto nelle istituzioni e nei valori profondi che contengono»
Questo il testo della vicepresidente del consiglio comunale Bianca Maria Giocoli:«Non avrei mai pensato alla fine della seduta consiliare del 24 luglio che la ripresa dei lavori di questo Consiglio si sarebbe riaperta in modo così triste con la commemorazione dell'amico e collega Graziano Grazzini.Né tantomeno avrei pensato quando sono stata eletta Vicepresidente di questo consiglio,subentrando proprio a Graziano Grazzini in questo ruolo, di avere un giorno questo triste incarico di commemorare proprio lui.Graziano sedeva qua dove siedo io e questo mi dà la forza oggi di parlare anche se con una tristezza infinita e struggente nel cuore.Graziano l'avrebbe fatto per ciascuno di noi e questo mi dà il coraggio, oggi, di parlare di lui e di ricordarlo in questa sala.Graziano era orgoglioso di essere vicepresidente del Consiglio Comunale come era orgoglioso di essere consigliere comunale di Firenze.Anche se per spirito di servizio aveva accettato la candidatura in Provincia nel suo cuore era rimasto Palazzo Vecchio e affettuosamente invidiava chi sedeva in questi banchi che lo avevano visto per ben 10 anni sempre presente.Graziano credeva molto nelle istituzioni e nei valori profondi che esse contengono.Amava immensamente Firenze e amava immensamente i fiorentini senza distinzione di sesso, colore della pelle, stato sociale, religioso e anche appartenenza politica.Graziano amava molto i giovani e proprio per questo vedeva nella scuola settore di cui si è sempre occupato come anche nella cultura, la fucina,il laboratorio permanente di idee per costruire gli uomini e le donne del domani.Graziano Vicepresidente del consiglio non era diverso dal ragazzo del Campo di Marte dedito al volontariato e alla solidarietà fatta di piccole azioni quotidiane e non di paroloni fumosi, alla parrocchia,al calcio dilettante, tutte attività che svolgeva con il massimo impegno passione e lealtà, mai con indolenza o svogliatezza e sempre con il sorriso sulle labbra.Non si è mai modificata nel tempo durante il suo percorso dal consiglio di quartiere 2 a questi banchi la sua naturale modestia e semplicità, era invece cresciuta la sua arguzia e l'intelligenza vivace, affamata di sapere e la sua dote "magica ", direi, di portare pace, sì con Graziano era difficile litigare. Lui non usava toni alti, né era mai fazioso o impulsivo e queste sue caratteristiche lo portavano anche in questo ruolo a cercare sempre non lo scontro diretto, ma la mediazione attraverso il dialogo.Graziano credeva molto nel dialogo come nella dignità della politica, nel rispetto dell'avversario, i suoi interventi in Consiglio non mai stati banali,sempre pertinenti e centrati, con un eloquio diretto mai artificioso o ampolloso.Oggi è l'11 settembre e proprio Graziano svolse l'intervento ufficiale per il consiglio comunale in quella drammatica circostanza e anche quella volta fu misurato pacato nel commentare l'orrore della tragedia americana ma nello stesso tempo incisivo e pungente.Credeva fermamente nella necessità della mediazione tra maggioranza e opposizione ,non era tipo da muro contro muro e quella a cui Graziano aspirava è sempre stata una mediazione di alto profilo non di sottomissione o soggezione, riprova ne sono i tanti articoli del nostro Statuto comunale modificati grazie al suo apporto costruttivo compresi quelli che riguardavano la nascita contestata del Consiglio degli stranieri.Questo era Graziano e per tutto questo la sua figura, la sua bella persona merita di essere ricordata.A tale proposito la Presidenza del Consiglio supporterà con entusiasmo quanto annunciato dall'assessore Giani di dedicargli un'opera pubblica, perché la sua figura rimanga scolpita nella storia della città di Firenze,ma nei miei occhi Graziano non è morto.Non è morto solo perché se chiudo gli occhi lo vedo ancora che sale di corsa le scale di Palazzo Vecchio con la giacchetta sulle spalle, perché sento la sua voce che mi incita Brava Bianca oppure perché bonariamente mi consiglia di essere meno impulsiva o che mi telefona l'11 agosto, esattamente un mese fa, preoccupato perché non mi aveva visto, come gli altri anni, alla celebrazione della liberazione di Firenze.No, Graziano non morirà mai e non solo per me: perché rivive nel piccolo Gabriele che sgambetta in chiesa durante il funerale del suo babbo con la manina protesa a dare il segno di pace a tutti».(fn)