Restauro dei camminamenti di Ronda, intervento dell'assessore Siliani sugli ancoraggi necessari a sostenere il montacarichi installato a Palazzo Vecchio
L'assessore alla cultura Simone Siliani risponde all'articolo apparso ieri su un quotidiano locale in merito al ponteggio per il restauro dei camminamenti di Ronda:"Ogni torre od altro edificio che si sviluppa in altezza, per essere realizzato e per essere in seguito mantenuto necessita di una struttura provvisoria da addossare alla cortina muraria. Per la garanzia della stabilità del ponteggio e quindi dei lavoratori e della costruzione questa struttura ha la necessità di essere ancorata alla muratura.In passato, le strutture provvisionali che permettevano la costruzioni erano realizzate interamente in legno ed ogni edificio, sopratutto quelli con paramento esterno in bozzato di pietra lasciavano ben visibili le cosidette "buche pontaie", fori orizzontali pressoché quadrangolari all'incirca di cm. 10 x 15 in cui venivano infisse le "abetelle" (fusti di abete di cm. 8 x 8 oppure 10 x 10) su cui veniva imbullettato un tavolato sempre di legno. Non è difficile, passeggiando per Firenze scorgere in alto queste forature che punteggiano le torri medievali. Le buche pontaie a quota del terreno spesso venivano invece richiuse perchè potevano servire come facile appiglio a male intenzionati per penetrare nelle altrui proprietà.Oggi le strutture provvisionali sono pressoché metalliche e devono sempre essere ancorate alla adiacente muratura, per i motivi di cui sopra e per la normativa sulla sicurezza nelle costruzioni che impone, a secondo del tipo di costruzione provvisionale, un certo numero di ancoraggi.Sono stati realizzati in questa maniera (non potendo fare diversamente) il ponteggio di facciata per il restauro della facciata su Piazza Signoria di Palazzo Vecchio, come quello per Palazzo Pitti e di tutti gli altri edifici che si possono vedere avvolti nei ponteggi.L'ancoraggio oggi avviene praticando un foro del diametro di 12 millimetri e infiggendo nello stesso appositi tasselli. Nel mondo del restauro, si dibatte proprio in questi anni per determinare se a conclusione del lavoro queste forature pur ridotte nel numero e nella dimensione (se paragonate con le buche pontaie) debbano essere lasciate a vista per un successivo uso (altro restauro) oppure debbano essere stuccate con polvere della stessa pietra addizionata quale legante di grassello di calce. In alcuni restauri il Servizio Fabbrica di Palazzo Vecchio, in analogia con il passato, ha lasciato a vista gli ancoraggi oltre una certa quota altimetrica, mentre ha richiuso quelli in basso più visibili ed "accessibili".La questione quindi non è se realizzare o no forature per l'ancoraggio, perchè l'attuale normativa non consentirebbe la realizzazione di alcuna struttura provvisionale, ma dove e quanti fori debbano essere praticati. Il progetto in esame, proprio per minimizzare il numero di fori necessari, in alternativa ad un ponteggio tradizionale che avrebbe avuto la necessità di circa 30 punti di ancoraggio ha previsto la sola realizzazione di un traliccio ancorato in soli 12 punti (con tre fori per ancoraggio); inoltre le forature sono state eseguite tutte sotto la sorveglianza della Direzione dei Lavori, cioè dal personale tecnico della Fabbrica di Palazzo Vecchio,che ha preteso di realizzare questi fori nelle linee di giunzione del bozzato, dove il più delle volte la foratura di 12 millimetri di diametro interessa solo la calce e non l'elemento lapideo. A conclusione del lavoro la direzione dei lavori, insieme ai tecnici di zona della Soprintendenza deciderà anche per questo caso se lasciare a vista gli ancoraggi o reintegrare le forature.Probabilmente i trenta punti di ancoraggio di un ponteggio tradizionale sarebbero stati preclusi alla vista dai ripiani di calpestio e non avrebbero suscitato polemiche mentre i dodici punti realizzati totalmente a vista suscitano l'attenzione di giornalisti dimentichi che da sempre i ponteggi sono e saranno, in qualche maniera, ancorati all'edificio". (pc)