Liste di attesa, Massimo Pieri (Fi): "Sperimentare il modello lombardo: buono di accredito per gli esami in strutture private"
Viste le lunghe liste di attesa per le analisi perché non seguire l'esempio della Lombardia che, in questi casi, ha introdotto la possibilità per i cittadini di rivolgersi anche alle strutture private con l'erogazione di un buono di accredito?E' quanto propone Massimo Pieri, consigliere comunale di Forza Italia e membro della giunta della Società della Salute, prendendo spunto da un episodio riportato in questi giorni dalla stampa. "Nonostante l'urgenza certificata dalla struttura ospedaliera, una cittadina non ha potuto effettuare una gastroscopia presso il servizio sanitario pubblico e anzi le è stato detto che c'era da aspettare ben 93 giorni. Una situazione grave aggiunge il consigliere Pieri anche perché, come previsto da una delibera della giunta regionale, l'Azienda sanitaria è tenuta a erogare alcune prime visite specialistiche entro 15 giorni. In caso contrario scatta il risarcimento economico pari all'importo medio regionale necessario per ottenere la prestazione in regime di libera professione". L'esponente di Forza Italia ha anche una proposta per risolvere il problema delle liste di attesa: promuovere anche in Toscana il modello già sperimentato in Lombardia. Ovvero garantire all'utente l'opportunità di rivolgersi sia alle strutture pubbliche che a quelle private erogando di un voucher di accredito, a fronte di una politica di valorizzazione delle strutture private presso le quali viene acquistato un sufficiente numero di prestazioni. "Si tratta di un modello che funziona aggiunge Massimo Pieri e che potrebbe essere utile per ridurre le liste di attesa con cui devono fare i conti i cittadini".Per questo il consigliere di Forza Italia chiede all'Amministrazione "se intende promuovere un fattivo confronto tra l'Azienda sanitaria e la Società della Salute sul problema delle liste di attesa per addivenire a soluzioni che garantiscano il diritto di accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche, seguendo il principio contenuto nel progetto specifico contenuto nel Piano Sanitario Regionale e che mira appunto a contenere i tempi di attesa". (mf)IN ALLEGATO IL TESTO DELL'INTERPELLANZAOggetto: interpella il Sindaco in merito alle liste di attesa per l'effettuazione di indagini diagnosticheIl sottoscritto Consigliere Comunale, vista la denuncia a mezzo stampa di una paziente che, nonostante l'urgenza certificata dalla struttura ospedaliera, non ha potuto accedere all'indagine gastroscopica del servizio sanitario pubblico prima di novantatre giorni; considerato che l'unica soluzione, specialmente in casi di urgenza, rimane rivolgersi alla sanità privata sostenendo autonomamente le spese necessarie; ricordato che la Giunta Regionale Toscana ha adottato nel febbraio 2006 una delibera con la quale detta disposizioni in materia di erogazione di prestazioni sanitarie specialistiche imponendo alle aziende sanitarie locali l'erogazione di alcune prime visite specialistiche con un tempo di attesa massimo di 15 giorni con l'impegno, in caso di inosservanza da parte dell'azienda, di corrispondere un risarcimento economico pari all'importo medio regionale necessario per ottenere la prestazione in regime di libera professione; valutate tali disposizioni come una prima risposta al riconosciuto diritto dell'utente di accedere alle prestazioni sanitarie pubbliche in tempi utili, ma al contempo ritenuto indispensabile individuare soluzioni concrete alla piaga delle liste di attesa per gli esami diagnostici per le quali spesso i pazienti devono sostenere spese accessorie ricorrendo alla sanità privata; ricordato che la Regione Lombardia ha risolto il problema sopramenzionato garantendo all'utente l'opportunità di rivolgersi sia alle strutture pubbliche che a quelle private con l'erogazione di un voucher di accredito, a fronte di una politica di valorizzazione delle strutture private presso le quali viene acquistato un sufficiente numero di prestazioniINTERPELLA IL SINDACO PER SAPERE1) Se ritiene accettabile che le liste di attesa per effettuare visite diagnostiche presso strutture pubbliche o convenzionate debbano di fatto obbligare gli utenti a rivolgersi alla sanità privata sostenendo gli oneri di spesa;2) se intende promuovere un fattivo confronto tra l'Azienda sanitaria e la Società della Salute sul problema delle liste di attesa al fine di addivenire a soluzioni che garantiscano il diritto di accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche, seguendo il principio contenuto nel progetto speciale "visite specialistiche: obiettivo di qualità" di cui sopra, contenuto nel Piano Sanitario Regionale 2005-2007, che mira a contenere i tempi di attesa;3) se intende promuovere l'attuazione di un modello come quello lombardo che risolve il problema delle liste di attesa con l'incremento delle opportunità di diagnosi e cura nel pubblico e nel privato accreditato.Massimo PieriFirenze, 9 agosto 2006