Strage di Bologna, la consigliera Agostini (Ds): "Dietro lo striscione 'Per non dimenicare'"

La consigliera comunale Susanna Agostini (Ds) ha accompagnato il gonfalone del Comune di Firenze alle celebrazioni per la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Al termine della giornata la consigliera diessina intende fare alcune riflessioni:"Il fischio del treno ha avviato il minuto di silenzio alle 10,25 di stamani alla stazione di Bologna. Al termine un secondo fischio ed un lungo applauso dei presenti alla cerimonia, in rappresentanza dei tanti italiani che non vogliono dimenticare. Quel 2 agosto 1980, l'esplosione squarciò la sala d'attesa di seconda classe della stazione. Il bilancio fu di 85 morti e 200 feriti.L'emozione di vedere un palco gremito di persone. Tanti i giovani, familiari delle vittime di tutte le stragi che si sono susseguite in questi anni nel nostro Paese. Sotto il palco i Gonfaloni di Città e Province a testimoniare l'impegno delle Istituzioni. Per la celebrazione del 26° anniversario di una delle stragi più efferate della strategia della tensione, che fin dal 1969 ha segnato la nostra vita politica. Una strategia articolata che ha coinvolto anche Firenze, tanti anni dopo. Le indagini sulla strategia della tensione e il terrorismo nostrano hanno portato spesso alla condanna degli esecutori, purtroppo non sempre ai nomi e volti dei mandanti.La vicenda politico-giudiziaria della strage di Bologna ha un singolare primo atto che l'accomuna a quella di Firenze. Le indagini s'avviarono, fin da subito, tentando di mettere in dubbio la matrice dolosa dell'evento ed ipotizzando cause fortuite, quali lo scoppio di una caldaia. Dopo 24 ore la pista cadde da sola.A Firenze, nel 1993, la stessa scansione degli avvenimenti. Chi come me, quella notte fu svegliato dal boato dell'esplosione, non poté credere alla versione che circolò in città per tutta la mattina successiva. Quando, alle prime luci dell'alba raggiunsi il luogo della strage, quell'odore acre di polvere da sparo che chiudeva la gola, aggiunto a ciò che apparve ai miei occhi, non poteva lasciare dubbio alcuno che qualcosa di enormemente mostruoso era accaduto. Qualcosa che trovava un riscontro soltanto con immagini di guerra. La distruzione che, anche in quel caso, non poteva essere stata causata da una caldaia. Per indirizzare nella giusta direzione le indagini anche a Bologna, come sarà poi per Firenze, fu decisivo l'intervento tempestivo della Procura della Repubblica.Gli investigatori bolognesi puntarono subito su quel crogiuolo in ebollizione rappresentato dal terrorismo eversivo di destra che continuava a godere di tante eccellenti coperture. Cominciò presto, anche per la strage di Bologna, la stagione dei depistaggi.Negli anni si sono susseguiti i vari gradi di processo, fino a quello in Cassazione, nel 1995.Eppure, ancora oggi, rimangono grandi ombre a coprire la verità, a coprire i mandanti. Ombre che hanno nel tempo continuato ad allungarsi. Ora il governo dell'Ulivo dovrà squarciare queste ombre. Lo deve per bisogno di giustizia. Lo deve per non dimenticare i morti e le tragiche ferite, morali e civili, subite dal Paese intero. Lo deve alle tante associazioni dei familiari delle vittime di tutte le stragi".(fd)