Protesta dei farmacisti, Checcucci (AN): «Hanno dimostrato un alto senso di responsabilità. Il sindaco apra un "tavolo di ascolto"»

«Lo sciopero delle farmacie fiorentine cui ha aderito l'80% degli esercizi senza che però sia venuto meno il servizio ai cittadini, visto che la protesta non ha comportato la chiusura dei negozi, dimostra l'alto senso di responsabilità di questa categoria, che merita alla pari dei tassisti quel tavolo di ascolto che il sindaco ha aperto proprio con questi ultimi». Questo il commento della consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci in merito all'agitazione messa in atto ieri dalle farmacie private della città.«Siamo stati contrari – ha ricordato la consigliera di AN -alle modalità di privatizzazione della farmacie attuate dall'amministrazione fiorentina, preferendo la cessione ad una ad una degli esercizi con il diritto di prelazione del farmacista, convinti che il ruolo di quest'ultimo vada ben oltre quello di un semplice venditore. Lo siamo ancora di più nei confronti di un provvedimento che trasforma il farmaco in un semplice bene di consumo e svilisce la figura del farmacista, che rappresenta al contrario un punto di riferimento cui il cittadino si rivolge per avere indicazioni, consigli e suggerimenti sull'assunzione di medicine».«La vendita dei farmaci nei supermercati - ha sottolineato ancora l'esponente dell'opposizione - rappresenta un ulteriore grande regalo alle coop, che non ha niente a che fare con obiettivi di tipo sanitario e che anzi contrasta palesemente con la tutela della salute dei cittadini, compromettendo in particolare quei presidi farmaceutici situati nei piccoli paesi e nelle zone a bassa densità di popolazione, il cui ruolo va ben oltre quello di una mera distribuzione di prodotti. Chiediamo – ha aggiunto Gaia Checcucci - che il sindaco e l'assessore competente diano un segnale di disponibilità all'ascolto delle ragioni di questa categoria, aprendo quanto prima un tavolo di approfondimento e di riflessione».Riguardo alle categorie interessate dal decreto Bersani, la consigliera di AN ha fatto notare il fatto che «ancora una volta questo governo ed il ministro, che si definisce più liberale, hanno liberalizzato settori che non necessitavano di alcun provvedimento, ma hanno casualmente dimenticato i veri grandi monopoli rappresentati dalle società di servizi pubblici locali, le quali rimangono sempre estranee e ben protette dal mercato e dalla concorrenza». (fn)