Calciopoli, Perini (Margherita): «Una sentenza che penalizza non solo una società di calcio ma l'intera città»

«Una sentenza che penalizza non solo una società di calcio ma l'intera città». Così il capogruppo della Margherita Nicola Perini commenta la condanna inflitta dalla corte federale alla Fiorentina.«Se è vero che le sentenze vanno sempre rispettate – ha aggiunto Perini – è anche vero che ci sono decisioni dei giudici che appaiono contraddittorie. E' questo, a nostro avviso, il caso delle decisioni assunte dalla corte federale che hanno praticamente assolto il Milan e massacrato la squadra viola. E non, come si è letto in alcune dichiarazioni a caldo, perché è stata ribaltata la sentenza di primo grado: i gradi di giudizio esistono per questo, per verificare se le regole sono state osservate, le accuse provate e se le condanne o le assoluzioni hanno rigore giuridico e logicità. Questa sentenza ci lascia anche altri dubbi, ben sapendo che stiamo ragionando su un dispositivo e che bisognerà attendere la motivazione per capire quale filo abbiano seguito i giudici. Chi ha subito le vessazioni del "sistema", ovvero la Fiorentina, è stato giudicato, in proporzione, più severamente di chi, questo "sistema", aveva creato. In questo senso concordiamo con il giudizio espresso dal sindaco Domenici e riteniamo in linea anche il mandato del consiglio comunale anche le ultime decisioni adottate».«Quando è scoppiato lo scandalo di "calciopoli – ha aggiunto il capogruppo della Margherita – tutti concordavano sull'esigenza di fare pulizia. Questa esigenza rimane ancora, in tutta la sua evidenza. La riforma del sistema calcistico rappresenta una storica opportunità e potrebbe determinare, per il nuovo governo, una sfida per riaprire il dialogo con la platea tifosi. L'obiettivo è avviare un dialogo che punti al cuore del consenso calcistico e politico e indichi riforme per tutelare gli interessi degli utenti di calcio. Questa sarà la vera svolta. Il modo? Rendendo gli stadi accessibili per le famiglie, dimezzando il costo dei biglietti, ovviando ai problemi della violenza, arginando lo strapotere della televisione e, naturalmente, garantendo partite corrette. Limitarsi all'esibizione narcisistica di certi esponenti, politici e non, come il commissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi, sarebbe il modo peggiore, il più elitario, il più estranienate, il più inutile. In quel caso, lo scandalo sarà servito a ben poco». (fn)