Mozione Serpieri, Baruzzi (DS): «Il percorso seguito per la sua approvazione è assolutamente regolare»
Questo il testo dell'intervento del consigliere dei DS Daniele Baruzzi:«Il percorso seguito per l'approvazione della mozione su Via Serpieri è assolutamente regolare. La mozione, depositata il 16 di Maggio, approvata dopo pochi giorni in commissione cultura, dopo una lunga giacenza è stata regolarmente inserita dalla conferenza dei capigruppo all'ordine del giorno del Consiglio Comunale di ieri. Il sottoscritto, primo firmatario della mozione, così come, a quanto mi risulta, gli altri firmatari, non erano a conoscenza di alcun tipo di accordo per stralciare dall'ordine del giorno la mozione su Via Serpieri. Gli strepiti della destra hanno quindi solo il significato di cercare di nascondere il merito della questione, e cioè la revoca della intitolazione di una via della nostra città al rettore che applicò con convinzione le leggi razziali all'Università. Evidentemente per la destra, nonostante le parole sbandierate ieri in Consiglio nel dibattito sulla crisi mediorientale, l'antisemitismo è un fenomeno da condannare a fasi alterne. Giova comunque ricordare, per l'ennesima volta, le parole con cui Serpieri annunciò l'applicazione delle leggi razziali in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 1938/39: "[
] il drammatico periodo storico che attraversiamo rende necessario ad ogni popolo di alta civiltà che non voglia morire di stringer le file per mantenere pura e compatta la propria unità spirituale contro ogni forza inquinatrice e disgregatrice [
]. E' in questo clima storico che acquista il suo profondo significato il comando del Duce per la difesa della nostra razza: difesa che se trova una sua base ed una sua forza anche in dati fisici e biologici, poiché l'uomo è uno, materia e spirito è tuttavia difesa di valori spirituali; cioè, ancora, della verità di Roma, della verità stessa dell'Italia Fascista. Formare legioni compatte, moralmente integre, pure da ogni inquinamento straniero [
], tale è oggi il più alto compito della scuola italiana". L'orrore di queste parole non poteva essere certo compensato dalla qualità di "rispettabili" che Serpieri riconobbe ai colleghi allontanati dall'insegnamento e dall'augurio, dal sapore un po' ipocrita, "che possano venir loro riconosciuti, in competente sede, i meriti necessari per continuare a servire, in altri settori, l'Italia ed il Regime"».(fn)