Fondazione Palazzo Strozzi, Unaltracittà/Unaltromondo e Rifondazione: «Cultura come "bene comune"»
Questo il testo dell'intervento di Ornella De Zordo (Unaltracittà/Unaltromondo) e di Pape Diaw, Anna Nocentini, Leonardo Pieri, Sandro Targetti, Lorenzo Verdi e Andrea Calò (Rifondazione Comunista):«Le nostre riserve su questa Fondazione che dovrà, unico caso in Italia, organizzare e gestire tutta la cultura della città sono già state espresse in occasione del consiglio comunale del 30 Marzo 2006, quando si è discussa la trasformazione di Firenze Mostre s.p.a. in Fondazione Palazzo Strozzi.Riprendiamo qui solo due punti: il concetto prevalente di cultura legata solo ai "grandi eventi" ed il ruolo mortificato del pubblico rispetto a quello dei privati. Ora, la lettura del documento di programmazione per il trienno 2006-2008 della Fondazione Palazzo Strozzi consente alcune riflessioni specifiche. Il documento sembra disattendere già i propositi e le intenzioni con le quali la Fondazione Cultura era nata solo pochi mesi fa.Mentre nello statuto della Fondazione si parla di sviluppo del turismo sostenibile nel documento di programmazione si prevedono, per il momento, soltanto grandi esposizioni: questo, da una parte fa sì che non ci si discosti molto da quello che era Firenze Mostre , dall'altra ci sembra che il turismo che le mostre attrarranno resterà un turismo mordi e fuggi, per niente sostenibile, che non prolungherà le permanenze dei turisti in città, ma che finirà per sostituire Palazzo Strozzi ad una delle mete fisse dei turisti a Firenze.Ci chiediamo anche quale sarà il rapporto della fondazione con i musei: si darà priorità agli allestimenti permanenti o alla conservazione e valorizzazione dei musei esistenti?Inoltre ci sarebbe bisogno di un investimento costante e continuo nelle persone che lavorano nel settore cultura, perché l'identità culturale di un territorio non può prescindere dall'investimento sui lavoratori, invece il modello che qui ci viene presentato è orientato ad esternalizzazioni e precarizzazione.Mentre in tutta Italia, dal Piemonte al Lazio fino al Trentino, si discute di distretti culturali, di valorizzazione del territorio e, in città sempre più diffuse che perdono centralità, di recupero dell'identità per realizzare una nuova coesione sociale, tutto quello che ci viene proposto non è altro che una serie di esposizioni slegate dall'identità territoriale.La cultura può avere una funzione inclusiva, deve essere estesa ai Comuni della Provincia con la possibilità di entrare nella Fondazione per coordinare insieme la promozione culturale dei territori ma soprattutto partecipata e prodotta perché il lavoro di produzione culturale che emerge dal territorio fiorentino sia valorizzato e possa diventare un bene prezioso per il paese».(fn)