Crisi in Medio Oriente, Pieri, Nocentini, Diaw (Rifondazione): «Grave rinviare la discussione sulla nostra risoluzione»
«Ancora una volta, per difficoltà interne al gruppo di maggioranza, non si è trovato uno spazio per discutere di una delle maggiori emergenze politiche e umanitarie degli ultimi anni. Questo rinvio ci è sembrato una mancanza di responsabilità politica nei confronti della città e della sua cultura orientata alla pace e al dialogo internazionale». Così i consiglieri di Rifondazione Comunista Leonardo Pieri, Anna Nocentini e Pape Diaw commentano la decisione di «rinviare la discussione, in consiglio comunale, della risoluzione sulla grave crisi in Medioriente».«Ci sembra grave per una città come Firenze, che si professa operatrice di pace e dovrebbe svolgere un ruolo importante nelle situazioni internazionali più difficili hanno aggiunto tantopiù se pensiamo a quei cittadini che da anni esprimono una richiesta forte di costruzione della pace, come testimonia anche il presidio di questo pomeriggio in piazza della Repubblica. La nostra risoluzione ha incontrato difficoltà incomprensibili e chiusure davvero preoccupanti nonostante fosse già stata ampiamente discussa in sede di commissione. Il testo infatti costituiva un punto di equilibrio avanzato fra le diverse forze politiche che fanno riferimento all'Unione, ricalcando sostanzialmente le prese di posizione del governo Prodi. Mentre la città esprime con iniziative e mobilitazioni la richiesta di soluzioni di pace, è inquietante che il consiglio comunale non manifesti adeguata sensibilità nel discutere e intraprendere iniziative in solidarietà con le popolazioni martoriate dalle azioni di guerra».«Anche sui temi della pace, della cooperazione e della diplomazia dal basso hano rilevato Pieri, Nocentini e Diaw è necessaria una forte svolta da parte dell'attuale maggioranza, in cui il coraggio delle scelte e la determinazione nel perseguirle siano davvero adeguati alla realtà complessa e drammatica in cui viviamo. Al consiglio comunale di lunedì prossimo saremo fermi nel riportare l'argomento in discussione, nella speranza che le violenze siano cessate, ma anche nella consapevolezza di una situazione che difficilmente troverà una soluzione immediata. Infatti il tragico evolversi degli eventi in Libano, in terra di Palestina e in tutta l'area esigerà da parte di tutti una volontà e una capacità politica che fino ad oggi non abbiamo visto». (fn)Questo il testo della risoluzione:Risoluzione: sulla grave crisi in Medioriente, per lo sblocco dei finanziamenti dell'UE all'autorità Nazionale Palestinese e la ripresa delle relazioni diplomatiche con i Territori.Il Consiglio Comunale di FirenzeVista la preoccupante recrudescenza di scontri verificatasi nelle ultime settimane con arresti, uccisioni e bombardamenti, che aggravano una già difficile situazione in tutto il medio-oriente e che sta facendo precipitare in una vera e propria guerra l'intera regione medio-orientale, già martoriata per decenni da inaudite violenze.Considerato che la spirale di violenza, innescata dall'azione di militanti palestinesi, che hanno fatto progioniero e successivamente ucciso il colono Eliahu Asheri, di appena 18 anni, ha poi scatenato una reazione militare israeliana, detta "pioggia d'estate", sproporzionata rispetto alla delicata situazione venutasi a creare. Questa operazione, che ha visto il lancio di numerosi missili, uno dei quali ha addirittura distrutto l'ufficio del Primo Ministro palestinese Haneiyeh, oltre all'occupazione di una parte della Striscia di Gaza con carri armati, caterpillar e truppe di terra, è avvenuta in parallelo ad una campagna politica in cui sono stati arrestati 8 ministri e decine fra deputati, funzionari e sindaci palestinesiPreso atto che questa situazione è stata aggravata dalle deprecabili azioni da parte del gruppo integralista "Hezbollah", consistenti nel lancio di missili e nel fare prigionieri due soldati israeliani, hanno innescato una reazione anch'essa sproporzionata da parte del governo guidato da Olmert, attraverso pesanti bombardamenti sui centri abitati, primo fra tutti la città di Beirut, che stanno mietendo decine di vittime civili.Constatato un ulteriore aggravamento della situazione umanitaria nei Territori Palestinesi, che sta acquisendo le dimensioni di una catastrofe dagli effetti potenzialmente dirompenti . Infatti l'abbattimento della disponibilità di risorse alimentari, con la conseguente lievitazione dei prezzi, il collasso delle strutture pubbliche ed in particolar modo di quelle sanitarie, la paralisi quasi completa del sistema educativo, la cancellazione pressoché totale delle risorse finanziarie derivabili dal comparto produttivo ed economico locale annichilito, con la diffusione di una spaventosa povertà che opprime sia i ceti più deboli, che quelli medi, stanno mietendo vittime innocenti sempre più numerose, che vanno a sommarsi alle decine di civili, far i quali donne, anziani e bambini, che muoiono ogni giorno a causa dei raid israeliani, con conseguenze devastanti che difficilmente potranno risultare successivamente reversibili.Considerato che la decisione dei Ministri degli Esteri dell'Unione Europea di sospendere, da mesi, i finanziamenti all'Autorità Nazionale Palestinese, così come la esagerata risposta militare da parte del governo israeliano, sta diventando una grave penalizzazione per tutta la popolazione civile e sta vanificando le pressioni esercitate dalla comunità internazionale e dall'opinione pubblica mondiale che stavano dando dei buoni risultati sia nei confronti del governo libanese sia rispetto all'accordo politico raggiunto fra Hamas e Fatah nel tentativo di far riconoscere lo stato di Israele da parte del governo palestinese, che, seppure guidato da una forza politica come Hamas che si richiama ad un deprecabile integralismo religioso, è quello scaturito dalle ultime e legittime elezioni politiche e amministrative.Visto che questa ennesima e terribile crisi dimostra, ancora una volta dopo la tragica esperienza in Iraq tutt'ora in corso, che le decisioni e i progetti in campo internazionale non possono essere assunti in modo unilaterale, ma devono essere condivisi e promossi dalle parti in causa in seno alla comunità internazionle. In questo senso il ritiro da Gaza, deciso dal governo israeliano senza la dovuta consultazione della controparte palestinese, si sta rivelando sempre più drammaticamente come un problema piuttosto che come una soluzione.Visto che la città di Firenze è da lungo tempo impegnata come fulcro di promozione di pace, intervenendo da protagonista allo scopo di favorire la soluzione di contese che spesso appaiono irrisolvibili e che essa non è solo luogo di incontro diretto e personale tra esponenti delle parti in conflitto, ma il peso del suo richiamo altamente morale è volto anche a stimolare l'impegno degli organismi istituzionali nazionali e internazionali preposti perché mettano in campo tutte le loro potenzialità per rimuovere quegli ostacoli che impediscono l'individuazione delle soluzioni più adeguate.Valutato che l'unica via percorribile che abbia come obiettivo reale il raggiungimento della pace nella regione non può che passare attraverso il riconoscimento internazionale al governo palestinese, democraticamente eletto, lo sviluppo di normali relazioni con i suoi rappresentanti e la ripresa dell'erogazione dei fondi finanziari internazionali, la liberalizzazione delle transizioni bancarie, il versamento dei capitali palestinesi bloccati dal governo israeliano, condizioni indispensabili affinchè si possa intravedere una prospettiva di superamento della grave crisi economica e umanitaria palestineseInvita il sindacoA promuovere un appello e ogni altra iniziativa politica presso il Governo Italiano, la Comunità Europea e le Nazioni Unite affinchè cessino le violenze nella striscia di Gaza e affinchè cessino il lancio di missili provenienti sia dai Territori sia dal Libano verso Israele, affichè questi interrompa l'operazione "pioggia d'estate" e perchè si dia attuazione alla liberazione dei prigionieri militari e politici da tutte le parti coinvolte, base ineludibile per la ripresa di un dialogo politico che abbia come obiettivo la coesistenza pacifica di due stati per due popoli.A mettere in campo una iniziativa istituzionale presso il governo Italiano e la Unione Europea affinchè, insieme a quelli di Russia e Stati Uniti, si possa esercitare la dovuta pressione sul governo di Israele a sottostare al rispetto del Diritto Internazionale e a recedere dall'attuazione di soluzioni unilaterali che mettono a rischio il dialogo orientato alla ricerca di una equa e condivisa soluzione del conflitto, partendo dal riconoscimento reciproco e contestuale del diritto all'esistenza dei due Stati, separati dalla linea di confine del 1967 ed aventi la capitale in Gerusalemme, come contenuto nelle risoluzioni ONU.A promuovere una propria iniziativa che rilanci le relazioni diplomatiche fra la città di Firenze con i territori palestinesi, tenendo anche conto del gemellaggio già esistente fra Firenze e la città israeliana di Nazareth, finalizzate a superare l'isolamento economico e politico della popolazione palestinese e la possibile crisi umanitaria attraverso la ripresa di un dialogo diretto e costruttivo tra i rappresentanti dei governi palestinese e israeliano.