Assemblee elettive, Amato (FI): «Rivedere la normativa sugli enti locali e varare uno statuto delle opposizioni»

Questo il testo dell'intervento di Paolo Amato, capogruppo di Forza Italia:«Il Presidente del Consiglio comunale di Firenze, Eros Cruccolini, ha promosso un convegno sul ruolo delle assemblee elettive, invitandovi a partecipare il Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti.Un convegno che però – guarda caso – nega proprio la parola agli eletti nelle assemblee elettive, imbavagliando così l'opposizione e riducendolo ad una passerella di regime.La verità è che questo convegno non serve ad affrontare il ruolo istituzionale delle assemblee elettive, ma semplicemente ad esaltare il ruolo politico di "pontiere" di Cruccolini tra Rifondazione Comunista e la locale maggioranza di centrosinistra.E', insomma, un'occasione persa.Peccato. Perché c'è bisogno di un confronto sul declino politico delle assemblee elettive. Declino che si è andato accentuando dai primi anni Novanta alla riforma ulivista del Titolo V della Costituzione del 2001, quando ci si è limitati a lavorare all'ulteriore rafforzamento degli esecutivi comunali e regionali, senza curare in parallelo il necessario rafforzamento dei poteri di indirizzo e di controllo delle assemblee elettive. Il risultato è che le norme sugli enti locali e sull'elezione diretta dei sindaci e dei governatori regionali – emanate peraltro senza mai affrontare il problema delle garanzie dell'opposizione – hanno smantellato il sistema dei controlli formali e di legittimità, costituendo di fatto una specie di democrazia di mandato imperniata sulla figura carismatica dei sindaci e presidenti di regione. I quali presentando il conto della loro gestione in modo forfettario a fine mandato, si sentono sempre più irresponsabili nei confronti di assemblee marginalizzate, la cui funzione di vigilanza e di controllo politico è ormai ridotta al lumicino.In questa situazione, il Consiglio Comunale tende ad assomigliare ad un'aula sorda e grigia, dove la maggioranza si limita mestamente ad approvare gli atti portati da una Giunta nominata direttamente dal Sindaco, a sua volta eletto direttamente per cinque anni, e dove l'opposizione rischia di svolgere inevitabilmente battaglie che hanno il sapore della testimonianza.La debolezza del Consiglio Comunale si trasforma insomma in debolezza del controllo politico. La qual cosa ha provocato, specie qui a Firenze, non pochi disastri, con pesanti ripercussioni sulle casse comunali.Ma la debolezza del Consiglio comunale limita e penalizza soprattutto il ruolo dell'opposizione, alterando il meccanismo della democrazia nell'ente locale. Perché, anche a livello locale, un sistema democratico è forte quando è forte l'opposizione. Non a caso ogni statuto è sempre uno statuto delle opposizioni.Per riaffermare il ruolo delle assemblee elettive occorre quindi rivedere la normativa sugli enti locali e sull'elezione diretta del sindaco, ripristinando gli istituti del controllo amministrativo, della responsabilità giuridica e, soprattutto, di quella politica.Ed occorre altresì che i Consigli Comunali lavorino sugli statuti e sui loro regolamenti, in modo da ampliare, laddove è possibile, i margini dei poteri di controllo, di vigilanza e di indirizzo. Il che, oltre ad affermare formalmente un principio e un metodo di buongoverno, servirebbe concretamente anche all'attività della Giunta.Per far questo serve però una volontà politica. Volontà politica che invece manca proprio al Presidente del Consiglio Comunale: quel Cruccolini che, indifferente alle problematiche di carattere istituzionale, è solo intento a trasformare l'assemblea comunale di Firenze in un gigantesco megafono delle istanze pacifiste, terzomondiste o no-global.Sarebbe pertanto auspicabile che dal Presidente della Camera dei Deputati venisse un segnale in tal senso. Ma al Presidente Bertinotti, oggi, chiediamo di non insistere nel tentativo di limitare i diritti e le funzioni dell'opposizione in Parlamento, perché indebolire le opposizioni significa indebolire le assemblee elettive e quindi al democrazia.La valorizzazione del ruolo delle assemblee elettive passa però anche dall'assunzione di comportamenti improntati all'etica pubblica. Ragion per cui chiediamo anche al presidente Bertinotti di intervenire sull'ex terrorista di prima Linea, Sergio D'Elia (che proprio qui a Firenze, si macchiò dell'omicidio di un agente di polizia), per invitarlo a rassegnare le dimissioni da Segretario della Presidenza della Camera dei Deputati».(fn)