Caso D'Elia, Rifondazione e Unaltracittà/Unaltromondo: «Rispetto per i familiari delle vittime del terrorismo. Per il resto conta la Costituzione»

Unaltracittà/Unaltromondo e Rifondazione Comunista non hanno votato le risoluzioni presentate oggi in consiglio comunale sul caso di Sergio D'Elia, l'ex terrorista, ora onorevole, eletto segretario della presidenza della Camera dei Deputati.«Tutte quante – hanno dichiarato Ornella De Zordo, Anna Nocentini, Leonardo Pieri e Mbaye Diaw – erano insufficienti per affrontare a dovere la questione. La giusta condanna di ogni atto di violenza non può farci oltrepassare i diritti stabiliti dalle leggi, dalla Costituzione e dal buon senso. In particolare, in relazione allo scopo riabilitativo della pena, l'articolo 27 della Costituzione recita: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Da questo punto di vista, D'Elia, con la sua militanza decennale nell'associazione "Nessuno tocchi Caino", rappresenta la piena realizzazione del dettato costituzionale. Ha scontato la sua pena, ha dimostrato di aver elaborato la colpa e di aver rifiutato la violenza».«Detto questo - hanno concluso i cinque consiglieri - comprendiamo pienamente l'indignazione dei familiari delle vittime del terrorismo e a loro siamo vicini, ma proprio perché si tratta di un fatto profondamente personale riteniamo opportuno seguire il dettato costituzionale fino in fondo. Crediamo che la nostra civiltà giuridica, fondata sulla riabilitazione di chi ha sbagliato e ne prende coscienza modificando alla base i propri principi, sia un importante valore da difendere e consolidare». (fn)