Multa milionaria per abusi edilizi al Palazzo Tornaquinci della Stufa

Oltre 3 milioni di euro. E' quanto dovranno pagare i proprietari del Palazzo Tornaquinci della Stufa per una serie di abusi edilizi effettuati dello storico edificio di Borgo Albizi risalente al XIII secolo e vincolato dalla Soprintendenza. L'Amministrazione comunale ha infatti emesso l'ordinanza per infliggere la sanzione amministrativa prevista per le violazioni al regolamento edilizio, calcolata appunto in 3.347.300,08 euro. Una cifra derivante dall'incremento del valore dell'immobile a seguito delle opere abusive realizzate e per le quali non è possibile ripristinare la situazione esistente. Dove è invece possibile intervenire, l'ordinanza obbliga i proprietari a effettuare i necessari lavori.Il caso era emerso in seguito a un sopralluogo del nucleo edilizio della Polizia Municipale, effettuato nel dicembre 2003. I vigili avevano infatti scoperto consistenti opere edilizie abusive: il progetto originario, che prevedeva il frazionamento e la realizzazione di 22 unità immobiliari, nel corso dei lavori era stato largamente disatteso. Erano infatti realizzate strutture portanti interne e utilizzate superfici sottotetto per creare nuovi vani e terrazze a tasca, opere totalmente abusive. In seguito al sopralluogo, la direzione urbanistica aveva sospeso i lavori e la Polizia Municipale aveva comunicato all'autorità giudiziaria i reati per le violazioni della legge edilizio-urbanistica riguardo agli edifici vincolati e alla sicurezza strutturale. Da allora sono stati effettuati tutti gli atti amministrativi che si sono conclusi con l'ordinanza appena emessa. Già definiti i prossimi passaggi: una volta pagata la sanzione, la direzione urbanistica rilascerà la sanatoria di tipo "giurisprudenziale" (ovvero l'immobile continua a non essere perfettamente conforme alle vigenti leggi e regolamenti perché non è possibile ripristinare in toto la situazione preesistente) dopo che saranno versati i contributi concessori, dove dovuti, e con l'obbligo di effettuare le opere di adeguamento per le parti eseguite in difformità dal progetto e ritenute ripristinabili. Nel caso il pagamento non venisse effettuato, l'Amministrazione avvierà le procedure per la riscossione coattiva.Con l'ordinanza emessa dalla direzione urbanistica, ovviamente dopo il pagamento della sanzione e l'effettuazione delle opere di ripristino, si chiude la vicenda amministrativa. Resta invece ancora aperto il fronte giudiziario attivato dalla denuncia penale della Polizia Municipale per il reato di abuso edilizio. (mf)