Il presidente della commissione cultura Nardella, alla tappa fiorentina del "Tour dei diritti della musica"

«Nascerà anche a Firenze, dopo Milano, Roma e Torino, una sezione del neonato sindacato italiano degli artisti della musica». Lo ha annunciato Dario Nardella, presidente della commissione cultura, a conclusione del dibattito di ieri sera al ridotto del teatro comunale dove 100 musicisti hanno preso parte alla tappa fiorentina della campagna nazionale "tour dei diritti". Obiettivo dell'iniziativa il «riconoscimento normativo della professione del musicista e alla riforma del relativo trattamento previdenziale e contrattuale, sia nel caso del lavoro autonomo che dipendente».La serata, promossa dalla commissione cultura, dalla CGIL - SLC toscana, dal SIAM (Sindacato Italiano Artisti della Musica) e AUDIOCOOP (Etichette indipendenti), con la collaborazione di Controradio e Rockontest (assessorato alle politiche giovanili del Comune), ha visto la partecipazione di musicisti provenienti da ogni settore, classico, leggero, jazz, pop, che hanno confrontato idee, progetti e problematiche con gli ospiti della serata, la senatrice Vittoria Franco, neopresidente della Commissione Cultura e Istruzione del Senato, il senatore Paolo Amato, membro della stessa commissione, il segretario del sindacato nazionale attori, Maurizio Feriot, il responsabile regionale della CGIL -SLC, Paolo Aglietti e il musicista jazz Stefano Bollani.Molti gli argomenti emersi nel confronto, a partire dal problema della lotta al lavoro in nero, che riguarda quasi il 95 % dei musicisti italiani, al riconoscimento professionale del musicista, alla riforma radicale di enti come la SIAE, per i diritti d'autore, e l'ENPALS, per il trattamento previdenziale dei musicisti, alla grave situazione dei cachet sottopagati e delle precarie condizioni economiche dei giovani, alla formazione musicale nei conservatori e nelle scuole di musica private. «Questa serata, resa possibile grazie all'impegno di molti musicisti fiorentini – ha sottolineato Nardella – ha messo a nudo la situazione difficilissima in cui versano i professionisti della musica, che spesso ricevono compensi incredibilmente bassi, arrivano a non ricevere a fine carriera neanche una minima parte dei contributi previdenziali versati negli anni di lavoro, gonfiando così in modo preoccupante le file già ampie dei disoccupati del nostro Paese. E' gravissimo che in Italia, il Paese dove nasce il melodramma, la cui tradizione musicale anche popolare è riconosciuta e invidiata in tutto il mondo, non esista una disciplina giuridica di questa professione, segno della scarsa attenzione che il mondo istituzionale nutre nei confronti di una categoria che può dare molto alla società e alla cultura italiana".Antonino Salerno, segretario nazionale del SIAM, ha presentato la serata facendo leva sul riconoscimento del ruolo sociale dei musicisti: «questo nuovo sindacato che sta per nascere e che avrà, speriamo, anche una sede fiorentina – ha rilevato - porterà avanti a livello nazionale le istanze dei musicisti nella consapevolezza che si tratta di dare dignità giuridica ai diritti e ai doveri di coloro che svolgono questo lavoro, nell'interesse comune del rilancio della cultura musicale in tutte le sue espressioni, della lotta al lavoro nero, della massima diffusione dell'educazione musicale, tuttiobiettivi contenuti in un progetto di legge nazionale depositato anche in questa nuova legislatura e che speriamo possa essere velocemente approvato in Parlamento».Vittoria Franco, presidente della commissione cultura al Senato, ha raccolto i suggerimenti e le istanze dei musicisti affermando che «l'Unione è impegnata da subito in Parlamento a lavorare all'approvazione di una legge sullo spettacolo che manca da molti anni e dovrà trattare, tra le altre cose, anche molti dei problemi emersi in questo dibattito. «Valuteremo – ha aggiunto - se vi sono le condizioni per una riforma della normativa sul diritto d'autore, anche nell'interesse dei musicisti compositori». (fn)