Toccafondi e Grazzini (FI): «Solo la Regione può assicurare il futuro della Centrale del Latte»
«I soci, per primo il Comune di Firenze, devono portare risorse alla Centrale del Latte. Altrimenti sarebbe meglio cercarne uno che possa assicurarle il futuro, come la Regione Toscana». E' quanto sostengono il vicecapogruppo di Forza Italia Gabriele Toccafondi e il capogruppo in consiglio provinciale Graziano Grazzini.«Sarebbe poco credibile che il passaggio di quote fosse fatto ad un ente come la Provincia hanno sottolineato i due esponenti del centrodestra in questo momento il ruolo del Comune è fondamentale e adesso più che mai deve dettare il futuro della centrale del latte. La nascita del nuovo stabilimento della Mukki, costato 43,5 milioni di euro è stato fatto con lo sforzo dell'azienda con un incremento del debito bancario di oltre 10 milioni di euro e con oneri finanziari annuali di circa 1,6 milioni di euro nel 2006. Per una azienda che sta sul mercato e conosce le difficoltà del settore, affrontare tale impatto finanziario non è facile, per questo il suo primo e storico socio, il Comune di Firenze deve fare la sua parte e condurre la strategia aziendale. "Siamo una città che fa le cose", questo quanto disse il sindaco Leonardo Domenici tagliando il nastro del nuovo stabilimento della Centrale del Latte in via dell'Olmatello. La realtà è un'altra: è stata la Centrale del Latte che ha fatto cose, altro che Comune. Adesso però è l'amministrazione che deve fare o meglio deve decidere».«I prima istanza hanno aggiunto Toccafondi e Grazzini il Comune di Firenze dovrebbe valutare l'ipotesi di conferire il terreno dove sorge la nuova Centrale all'azienda stessa per consentire alla Mukki di porsi nel mercato con più certezze. Successivamente dovrebbe chiarire se l'amministrazione vuole investire nel 2006 in un'azienda che produce latte e yogurt. Prima di tutto occorre certezza sul futuro immediato dell'azienda e questo è possibile con un nuovo piano industriale e un piano finanziario aggiornato rispetto alle esigenze. Da parte nostra riconfermiamo che il pubblico dovrebbe continuare ad occuparsi della storica Centrale del Latte. Ma in questo scenario competitivo non facile occorrono soci in grado di assicurare certezze di investimenti, che assicuri lo sviluppo industriale incentrato sul nuovo stabilimento, che offra certezze ai lavoratori e al territorio. E' l'amministrazione comunale che ha il dovere di gestire questa fase in cui, o decide di fare dei grandi investimenti in qualità di socio di maggioranza, o decide di guidare il passaggio probabile di quote ad un soggetto in grado di poter sviluppare l'azienda, assicurandone la crescita, gli investimenti, la produzione locale, la valorizzazione del territorio e dei lavoratori.A questo punto occorre però anche cercare di immaginare i possibili soci interessati. Tra i privati del settore non sembra ci siano grandi potenzialità, così come tra le aziende del settore agroalimentare. Tra i soci pubblici naturale partire da quelli che a suo tempo sottoscrissero l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile di quasi 4 milioni di Euro, ovvero Provincia, Camera Commercio, Comunità Montana Mugello e Regione».«C'è un soggetto su tutti hanno concluso che sembra poter avere le caratteristiche per poter garantire il vero sviluppo e che parla da tempo di sviluppo della filiera agroalimentare toscana, è la Regione Toscana. Se davvero questo ente vuole valorizzare il territorio e la filiera agroalimentare è indubbio che deve partire dalla più grande ed importante azienda del settore che per giunta è interamente in mano a soci pubblici. E' questo il momento delle scelte, dopo potrebbe essere troppo tardi». (fn)