"Guida al vestire critico", un libro su abbigliamento, scarpe ed accessori del commercio equo e solidale

Comprare una gonna, una camicia, una giacca, un paio di scarpe o una borsa fa parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Grazie ai prodotti del commercio equo e solidale, si possono fare questi acquisti con una consapevolezza differente, ovvero mettere in pratica il cosiddetto "consumo responsabile".Questo tipo di comportamento è il tema trattato nella "Guida al vestire critico", scritto da Francesco Gesualdi (ex allievo di Don Milani alla scuola di Barbina e fondato del Centro Nuovo Modello di Sviluppo)). Il volume, che arriva dopo quelli già presentati in materia di consumo alimentare e finanziario, è stato presentato in anteprima in Palazzo Vecchio questa mattina dall'assessore alla partecipazione, ai nuovi stili di vita ed al consumo critico Cristina Bevilacqua, insieme ad Enrico Pezza dell'associazione "Villaggio dei popoli", che da vari anni si occupa della promozione di un consumo responsabile che renda l'economia più giusta.«Con un'adeguata informazione ed un consumo responsabile - ha spiegato l'assessore Cristina Bevilacqua - i consumatori possono acquistare in misura sempre maggiore prodotti, la cui filiera di produzione e vendita rispetti l'eticità, i diritti e le libertà dei lavoratori e sia sostenibile dal punto di vista ambientale. Il libro – ha aggiunto l'assessore al consumo – spiega, attraverso un'analisi dei comportamenti delle maggiori aziende tessili o produttrici di scarpe ed accessori, come ogni consumatore possa contribuire a fare in modo che il commercio equo e solidale si affermi anche nel nostro mercato".La "Guida al vestire critico", la prima in Italia sul consumo consapevole nel zettore dell'abbigliamento, verrà presentata in un incontro pubblico alla presenza dell'autore Francesco Gesualdi, lunedì 12 giugno alle 21.00 presso il Parterre, in piazza della Libertà. Proprio la stessa sera della partita d'esordio della nostra nazionale ai mondiali di Germania, si discuterà del potere che i consumatori hanno di indirizzare il mercato della produzione con le loro scelte e di come, mettendo in atto un consumo consapevole, possano migliorare la qualità dei diritti di tutti quei lavoratori, specialmente del terzo mondo, che realizzano i prodotti di più largo consumo ed anche la qualità dell'ambiente in cui vivono.«Viviamo in un mondo socialmente ingiusto ed ambientalmente insostenibile, che non soddisfa nemmeno i ricchi - ha commentato Enrico Pezza – però ognuno di noi in prima persona può migliorarlo con il proprio comportamento, comprando cioè prodotti che hanno le stesse caratteristiche e lo stesso prezzo di quelli comunemente acquistati, ma che possono contribuire a rendere il mondo più giusto e danno un'elevata qualità sociale ».Questa iniziativa rientra nel più ampio progetto di promozione del commercio equo e solidale, nei confronti del quale i cittadini hanno già mostrato molto interesse. Per questo nel febbraio scorso l'amministrazione comunale in collaborazione con ventitre associazioni che oprano a Firenze nell'ambito del commercio equo e solidale, ha istituito presso il Parterre lo "Sportello eco-equo". Qui o sul web (www.sportelloecoequo.comune.fi.it) ciascun interessato può informarsi riguardo al modo in cui indirizzare i propri comportamenti per vivere in modo più sostenibile e sobrio". (lb).